Primo Steinhauser: una storia che continua di padre in figlio

22.05.2024
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PASSO BROCON – Quasi trent’anni fa raccontai la vittoria di Tobias Steinheuser al Giro delle Regioni. Era il 1995 e il tedesco succedette al connazionale Baldinger, precedendo sul podio Uwe Peschel e il nostro Sgnaolin. Curiosamente è quello che penso mentre Georg Steinhauser, suo figlio, taglia il traguardo della tappa di oggi e si abbandona entusiasta fra le braccia dello staff EF Education-Easy Post sul traguardo.

Negli ultimi chilometri di salita si è tolto di dosso tutto quello che poteva. Prima gli occhiali, poi persino i guanti. E a capo di una fuga durata 136 chilometri, con la benedizione e i complimenti di Pogacar, il tedeschino di 22 anni ha conquistato la prima vittoria da professionista. Il suo precedente successo venne pure in Italia nel 2021, nella tappa di Valnontey al Giro di Val d’Aosta, in cui vestiva la maglia della Tyrol-Ktm.

«Ho tolto tutto quello che potevo – racconta – volevo essere il più leggero possibile per essere il più veloce possibile. Penso sia quello che serve per vincere una tappa in un grande Giro. I guanti sono poca cosa, per cui è possibile che sia stata una ricerca di leggerezza soprattutto psicologica. Però è anche vero che ho corso senza il misuratore di potenza, ho preferito ascoltare le mie sensazioni. La prima volta che l’ho tolto è stato nella tappa regina. I miei tecnici mi hanno detto che la bici sarebbe stata più leggera di 200 grammi e allora ho pensato: “Okay, non ne ho davvero bisogno!”. Oggi è stata la stessa cosa, ma per gli allenamenti non potrei farne a meno, in quel caso è prezioso».

Il padre corridore

Era già andato in fuga nella tappa di Livigno, quella senza misuratore di potenza, ma alla fine era stato ripreso da Quintana e Pogacar dopo 176 chilometri di fuga. Quel terzo posto non gli bastava e così ha riprovato. L’albero genealogico dice che è figlio di un professionista e nipote di un gigante. Jan Ullrich sposò la sorella di suo padre Tobias e da lei ebbe due figli, prima di sprofondare nei suoi guai. In altre occasioni Georg ha raccontato di non avere grande assiduità con Jan, mentre suo padre gli è spesso vicino.

«E’ venuto a salutarmi nel giorno di Livigno – racconta – anche se ha sempre cercato di restare sullo sfondo delle cose. Mi ha lasciato prendere le mie decisioni, fare le mie cose. Per lui era semplicemente importante che mi piacesse questo sport. Ha riconosciuto più volte che per lui è come se la sua carriera e la mia siano molto distanti, davvero altre epoche. Però è sempre stato il mio riferimento, non avendo avuto idoli nella mia carriera.

«Faccio semplicemente le mie cose, ma ovviamente guardo le gare. E se vedo Froome andare in salita al Tour de France, riconosco che è qualcosa di straordinario. Oppure Kwiatkowski che vince la Milano-Sanremo per pochi centimetri. Sono momenti che ricordi per sempre e penso solo di voler essere come loro e di ottenere risultati come quelli. E oggi è la prima volta che ho realizzato qualcosa di così speciale e ne sono super felice».

Scalatore fuori misura

Il problema è che essendo alto 189 centimetri (appena uno più di suo padre) si fa fatica ad etichettarlo. Quando vinse quella tappa in Val d’Aosta si lasciò dietro Hellemose, con un vantaggio di 3’41”. Le fughe sono il suo pane quotidiano, le salite non lo mettono a disagio malgrado la statura e i 65 chili, che a ben vedere non sono poi molti.

«Ci sono stati momenti nella mia carriera – Steinhauser spiega e sorride – in cui non ero sicuro di essere abbastanza forte per andare in salita. Ma sento che questa tappa lo ha dimostrato ancora una volta. Anche altre prove del passato hanno dimostrato che sono in grado: forse il mio corpo è alto, ma ho anche abbastanza muscoli per farcela. Semmai quello che mi sta stupendo e che mi rende felice è il mio recupero. Sono entrato nella terza settimana un po’ nervoso perché è il primo grande Giro e molti giovani corridori sono super stanchi. Per me finora è stato il contrario. Stamattina mi sentivo bene, sto recuperando. Quindi penso decisamente che i grandi Giri siano fatti per me, ma non so se per fare classifica o andare a caccia di tappe. Per ora mi godo questo momento e poi vedremo cosa verrà».

Nessuna pressione

Quel che è certo è che in squadra da stasera si respirerà aria nuova. Non avendo portato al Giro Carapaz, che avrebbe potuto pensare alla classifica, e con Chaves sotto tono, era chiaro che la sola via per ritagliarsi uno spazio fosse andare a caccia di tappe. Ma questo pare non sia stato fonte di pressione, in un team che in effetti appare molto scanzonato e lascia ai corridori tanta aria e tanta libertà.

«In effetti – conferma Steinhauser – non vedo molta pressione. Noi ragazzi ci divertiamo molto e ovviamente siamo qui per correre e per provare a vincere. Sento che i direttori sportivi hanno molta fiducia in noi e fino ad ora ci avevamo provato molte volte, ma non aveva funzionato. Oggi è andata bene e adesso vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Mi sono divertito molto. Immagino che per fare questo lavoro tu debba divertirti e amare la sofferenza. Oggi è stata una giornata fantastica. Anche solo correre davanti a tutti è una sensazione straordinaria e arrivare fino al traguardo è semplicemente super speciale. Ancora non riesco a crederci».

Dopo l’arrivo Steinhauser si è abbandonato sfinito fra le braccia dei massaggiatori
Dopo l’arrivo Steinhauser si è abbandonato sfinito fra le braccia dei massaggiatori

A proposito di passerelle

Sul traguardo è appena arrivato un po’ di sole. Dopo un Giro corso tutto al sole, per il secondo giorno hanno preso acqua e freddo e anche oggi hanno davanti 12 chilometri in bici per arrivare ai pullman. Un locale riservato sulla cima gli ha permesso di cambiarsi, ma forse sarebbe bene pensare anche a questo quando si invocano passerelle sotto la pioggia. Dall’inizio del Giro, ben più di una volta i corridori hanno dovuto fare chilometri e chilometri dopo l’arrivo: dai 24 di Prati di Tivo a quelli di Cusano Mutri. Siamo arrivati al diciassettesimo giorno di corsa e tutto va bene. Tiberi ha difeso la maglia bianca e incrementato il vantaggio. Pellizzari ha pagato gli sforzi di ieri. Steinhauser ride beato: per lui oggi la fatica ha avuto il sapore più dolce.