In Veneto la bicicletta trova una delle sue massime espressioni, una terra che da sempre è fucina di talenti e dove la bici fa parte del tessuto produttivo. Il mondiale gravel è stata una sorta di ouverture che ha anticipato le ultime competizioni di alto livello della stagione 2022. Una vetrina importante e un biglietto da visita, ma non c’è solo il gravel.
Il pubblico ad applaudire il passaggio della corsa non manca mai e quello che abbiamo potuto vivere alla rassegna iridata dello scorso week end, è un biglietto da visita da presentare al mondo intero. La conferma che la formula degli amatori che corrono al fianco dei professionisti può funzionare alla grande. E’ il gravel, ma non c’è solo questo.
Storia ed esigenze attuali
Lo scorso fine settimana, quello della rassegna iridata gravel, il Veneto ha dato una prova di forza incredibile in termini di totalità. Non era semplice mettere insieme le esigenze degli sportivi e della bicicletta, del territorio e di una regione che è anche una delle locomotive d’Europa, per la produzione e l’industria. Al tempo stesso era necessario rispettare i luoghi storici, valorizzandoli e integrandoli nel modo più opportuno all’interno delle attività ciclistiche.
Anche questo è un modo di pensare che strizza l’occhio al futuro, dove lo sport e la bicicletta sposano sempre di più il contesto turistico, diventando un messaggio di promozione per il territorio.
Veneto, gravel e riscoperta
Dentro e fuori l’asfalto, su e giù per gli argini, i sentieri dei campi che collegano i paesi, utilizzando le vie di comunicazione di una volta. La riscoperta delle “strade zitte” è uno dei nuovi messaggi che nascono grazie al ciclismo e alla bicicletta, sono divertenti e faticose, ma anche fuori dal traffico.
I pro’ sono un’opportunità
Torniamo ancora una volta sui passi del mondiale gravel UCI. C’erano tanti atleti professionisti che normalmente svolgono la loro attività su strada, nelle corse di un giorno e pedalando nei grandi giri. E’ stata anche la prima rassegna iridata, in ambito amatoriale, nella quale gli amatori hanno avuto l’opportunità di incolonnarsi alla partenza con i pro e affrontare il medesimo tracciato. Da pelle d’oca, per chi ha avuto la fortuna di vivere questa giornata. Entusiasmo e una fiumana di gente, non solo alla partenza dove l’affollamento è facilmente preventivabile, ma lungo tutto il percorso (a tratti è sembrato di essere in una corsa belga) e all’arrivo in Cittadella. Davvero emozionate, un’occasione ghiotta per capire quanto conta il supporto del pubblico.
Poco dislivello, meglio così
Prima delle gare del week and se ne sono dette e scritte di tutti i colori. La mancanza di un dislivello positivo importante è stato uno degli argomenti più dibattuti. Eppure le facce degli atleti al traguardo non lasciavano dubbi, stremati da una gara impegnativa e tirata fin dalle prime battute.
Buona parte del dislivello era concentrato nei primi 35 chilometri, grazie alla partenza in salita ed un paio di strappi impegnativi posizionati nella cresta collinare dei Monti Berici intorno a Vicenza. Un paio di settori di single-track, dove era fondamentale far correre la bici cercando di evitare i sassi sporgenti. Parecchi i mangia e bevi. La conferma della durezza della competizione arriva anche dai numerosi ritiri.
Poi tanta velocità, tantissimi cambi di direzione e un terreno che variava la sua consistenza senza soluzione di continuità, obbligando a tenere la concentrazione sempre a livelli massimi. Tutte situazioni dove è importante avere il feeling con la bicicletta, capire dove sfruttare il grip, oppure dove era meglio far scivolare le gomme sfruttando l’elasticità dello pneumatico, oltre alle pressioni ridotte. Non facile.
Tutti hanno sofferto, anche gli atleti di vertice, perché era necessario avere tanta forza nelle gambe e dosarla nel modo corretto. Il mezzo meccanico e il setting adeguato di quest’ultimo poteva fare una grande differenza, anche in termini di comfort, fondamentale quando si pedala su terreni morfologicamente differenti tra loro.
E poi il caldo, il vento e la polvere, nemici in più con i quali confrontarsi. Non c’è stata l’epicità della pioggia, ma è stato meglio così, perché anche il pubblico ha potuto godere a pieno del passaggio dei corridori.
In conclusione
La settimana ciclistica che si è svolta in Veneto, a partire proprio del mondiale gravel, dimostra quando il ciclismo giochi un ruolo fondamentale nella politica di promozione della Regione Veneto e delle sue provincie. C’è un senso di coesione in tutto questo, una considerazione non banale che contrasta con le tante divisioni politiche delle quali siamo testimoni in Italia (e non solo). Un esempio da seguire e che deve trovare sostegno e supporto per il futuro, lo scriviamo con forza, perché è bello immaginare che, tutto quello di cui siamo stati testimoni abbia un seguito di successo.