I record d’inverno, secondo Pino Toni

05.01.2025
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Ha fatto un certo scalpore il record su Strava realizzato il 20 dicembre da Pogacar sulla salita spagnola del Coll de Rates, un’ascesa molto famosa tra i professionisti che da quelle parti si allenano durante l’inverno. Si tratta di 6.400 metri al 5,5% di pendenza media che il campione del mondo ha percorso il 12’21’’, all’impressionante media di 31,2 km/h. 

Ci siamo chiesti se e che valore abbiano simili prestazioni in questo periodo dell’anno, e per rispondere abbiamo raggiunto al telefono Pino Toni, storico preparatore di campioni come Contador, Roche e Rogers.

Pino Toni, qui con lo slovacco Martin Svrcek, è un grande studioso delle prestazioni
Pino Toni, qui con lo slovacco Martin Svrcek, è un grande studioso delle prestazioni
Pino, che ne pensi di questo KOM d’inverno? Per la tua esperienza significa qualcosa in termini di condizione per la prossima stagione?

Sicuramente vuol dire che sta bene, cosa già importante. E che ha voglia di far fatica, che non è per niente appagato. Perché secondo me la mancanza di fame può essere l’unica cosa che può limitarlo. Anche perché è bello vincere 5-6 Tour di fila, ma alla fine conta più vincere le corse che non si sono ancora vinte. Trovare sempre stimoli nuovi è fondamentale, quindi credo andrà forte anche quest’anno.

Quindi brutte notizie per i suoi avversari…

L’unico suo limite è trovare l’inghippo in qualche corsa, più a livello tattico che fisico. Per esempio dicono tutti che la Sanremo sia la corsa più difficile per lui, ma io non credo. Se uno ha le gambe che ha dimostrato di avere lui ce la può fare. Alla fine si tratta di fare le ultime due salite (Cipressa e Poggio, ndr) più forte di tutti gli altri, è semplice. Certo, a lui può mancare qualcosa, ma anche agli altri.

Covi lavora per Pogacar alla Milano-Sanremo. Nel 2025 il campione del mondo riuscirà a vincere la Classicissima?
Covi lavora per Pogacar alla Milano-Sanremo. Nel 2025 il campione del mondo riuscirà a vincere la Classicissima?
Finora però alla Sanremo l’hanno sempre battuto.

Sì, perché altri erano in super condizione e molto motivati, e in più si preparano specificamente per la prima parte della stagione, lui invece va forte fino ad ottobre. Non dico che sia facile per lui vincerla, perché i concorrenti sono molti e perché poi basta un dettaglio che gira storto, come una cambiata sbagliata. Però lui su Cipressa e Poggio può fare un ritmo che pochi possono tenere, ed evidentemente è un gran vantaggio. Ripeto, la Sanremo la vince chi in quei venti minuti cruciali ha la migliore condizione.

Ti vengono in mente altri exploit invernali di corridori che poi hanno fatto una grande stagione?

Direi di no, perché fino a qualche anno fa i capitani partivano piano. Una volta alla Tirreno andavano a far la gamba, per esser pronti per la Sanremo e poi la Liegi. Ora questo mondo non esiste più, tutti vanno forte fin dall’inizio. Per dire, d’inverno alcuni gregari andavano più forte dei leader, perché si impegnavano un po’ di più, mentre alcuni capitani mollavano del tutto o quasi. Ma appunto ora è tutto diverso.

I prodotti alimentari per la stagione vengono provati nei ritiri invernali. Qui Almeida in quello di Benidorm
I prodotti alimentari per la stagione vengono provati nei ritiri invernali. Qui Almeida in quello di Benidorm
Ci dici qualcosa di più su com’è cambiata la preparazione durante l’inverno?

Anche solo fino a 7-8 anni a dicembre non si faceva nemmeno un lavoro di intensità. I corridori facevano quasi solo distanza al medio. Ti dico che 20 anni fa partivano per le corse a tappe senza aver messo nelle gambe neanche 10 minuti di soglia, solo endurance. Perché se non eri economico non arrivavi in fondo alle corse.

Cosa intendi con “economico”?

Non sprecare energie, cioè glicogeno, carburante, per il semplice motivo che ai miei tempi ne potevi mettere dentro meno di ora, che assumono anche 130, 140 grammi di carboidrati all’ora. L’integrazione ha subito una rivoluzione e il ciclismo è cambiato per quello, mica per altro. Personaggi che una volta non sarebbero arrivati in fondo alle corse perché consumavano troppo ora invece possono farlo.

Pogacar in maglia iridata con la nuova Colnago. Sembra già pronto per un’altra stagione ad altissimi livelli (foto Fizza/UAE Emirates)
Pogacar in maglia iridata con la nuova Colnago. Sembra già pronto per un’altra stagione ad altissimi livelli (foto Fizza/UAE Emirates)
Quindi tecnicamente come lo consideri questo KOM?

Un’ottima prestazione, ma, ripeto, più dal punto di vista psicologico che tecnico. Chiaramente è un grande tempo, su questo non ci piove. Su quella salita ho dei tempi presi durante alcuni test, in cui per fare 13’10’’ bisogna sprigionare 6,2 watt al chilo. Considerando che lui ci ha impiegato quasi 50’’ in meno, vuol dire un gran wattaggio.

Attorno ai 7 al chilo?

Questo non lo possiamo sapere, comunque più di 6 e mezzo.  Ripeto, ha fatto un bel valore a livello fisico, ma che sia un fenomeno lo sapevamo già. Ma secondo me, il segnale più chiaro – in positivo per lui e in negativo per i suoi avversari – è quello a livello mentale. Anche se è pieno inverno ha già voglia di lavorare, di restare concentrato sui prossimi obiettivi, di migliorare ancora.