La domanda dalla quale in Abus sono partiti per realizzare il nuovo casco gravel Taipan è molto semplice e nasce dal contatto con il pubblico e gli appassionati. Per questo eventi come le fiere, come l’Italian Bike Festival dove è stato presentato il Taipan, ne sono un esempio concreto. Infatti la domanda che ha fatto nascere il tutto era estremamente semplice: “Avete un casco gravel?”. La risposta, tuttavia non è tanto semplice come la domanda, perché ci mette davanti a una questione difficile: capire cos’è il gravel.
Da Abus la risposta non è arrivata semplicemente sedendosi davanti a un computer, ma provando e testando diverse situazioni. Il Taipan è casco che nasce da un foglio bianco, ma cosa c’è prima di mettersi davanti alla scrivania? Esperienze, chilometri in sella e idee.
«Abbiamo fatto molte uscite di sviluppo – racconta Sales and Marketing Director ABUS Mobile Security International – per entrare davvero nel vivo della questione perché, dobbiamo e vogliamo sapere praticamente tutto sui caschi che produciamo. Quindi in questi ultimi due anni mi sono dedicato a capire quale fosse il target di riferimento del gravel. Ci siamo avventurati ovunque: nel freddo invernale della Germania, in un tour su strade sterrate, in pedalate notturne e tanto altro. In Abus non avevamo idea di cosa fosse il gravel, così ci siamo semplicemente messi alla prova».




Alla ricerca dell’estremo
Taipan è il nome del casco, ma è anche il nome di uno dei serpenti più velenosi al mondo che vive in luoghi estremamente remoti, nei quali l’essere umano difficilmente si avventura. Il senso del gravel è proprio questo: esplorare, pedalare e guardare oltre i confini. Quello che per molti a volte sembra insuperabile per chi ama il gravel diventa semplicemente avventura e divertimento.
Il gravel però è anche competizione, e per avere uno dei migliori prodotti dedicato anche a chi vuole guardare alla ricerca della performance in Abus si sono rivolti a Paul Voss, ex-ciclista professionista e due volte campione nazionale tedesco di gravel (2024 e 2025). Taipan si colloca così nella grande collezione di caschi Abus, non solo prodotti pensati per competere e vincere nel ciclismo su strada come il GameChanger o l’AirBreaker, ora anche il gravel ha il suo casco ad alte performance.






Sicurezza e test
Abbiamo avuto modo di testare il nuovo Taipan con una pedalata svolta in parte in notturna, le caratteristiche tecniche scelte da Abus per il suo casco gravel sono le stesse che vengono proposte per i suoi prodotti top di gamma su strada. Quello che fa la differenza è il tema della sicurezza, argomento declinabile in diversi temi: fiducia, comfort e visibilità. All’interno della calotta è stata aggiunta una gabbia per aumentare la resistenza agli urti.
Visibilità e sicurezza, invece, sono state approfondite con l’inserimento di una luce posteriore che si aggancia in maniera facile e veloce. Una soluzione facile ma allo stesso tempo estremamente efficiente, dispone di diversi gradi di illuminazione e aumenta sensibilmente la visibilità del ciclista anche al buio. Inoltre la calotta è progettata per ospitare una luce frontale, nel nostro caso abbiamo optato per la Lezyne 1200+ che offre una fascio potente e ad ampio raggio, perfetto per pedalare fuori da tratti privi di illuminazione artificiale (come spesso accade nel gravel).
Il Taipan, inoltre, ha una forma più larga di un millimetro per lato. Una scelta derivata dal fatto di voler offrire un comfort più elevato, fattore necessario se si aggiunge il peso della luce frontale. Avere una gabbia interna più larga permette, allo stesso tempo, di avere maggior ventilazione e quindi una temperatura interna sempre costante.
Prezzo: 220 euro.