Quando il gravel sbarcò… in città, furono tanti quelli che credettero di avere di fronte una bici da ciclocross con qualche accorgimento tecnico in più. Altri credettero di riconoscervi i tratti di una mountain bike più leggera e altri ancora pensarono a una bici da strada rinforzata per andare sugli sterrati. In Guerciotti probabilmente iniziarono a sorridere, avendo in casa tutto il know-how necessario per interpretare il nuovo corso del ciclismo.
Per Guerciotti infatti, il gravel è l’evoluzione di decenni di esperienza maturati nel ciclocross, dove fango, sabbia e rilanci violenti hanno plasmato negli anni decine di modelli vincenti che hanno fatto la storia. Per questo, uniti i puntini e sommate le esperienze, inizialmente nacque Greto: di fatto una delle prime gravel italiane.






Da Greto ad Anima
Ma il ciclismo non è lo sport di chi si ferma e così, chilometro dopo chilometro e un feedback dopo l’altro, è nata la nuova Anima. E’ stata spoilerata e annunciata a fine luglio sui social dell’azienda milanese. Per toccarla con mano bisognerà invece aspettare l’Italian Bike Festival, che si svolgerà a Misano dal 5 al 7 settembre.
Anima è la nuova interpretazione del gravel da parte di Guerciotti. Un mezzo per il fuoristrada, che però non rinuncia alla precisione e alla reattività di una bici che nasce concettualente e tecnicamente strizzando l’occhio all’agonismo. Il telaio è infatti in fibra di carbonio Mitsubishi T65 e costruito con tecnologia EPS (Expanded Polypropylene System). Così realizzata, la struttura ha una compressione ottimale del carbonio, riduce al minimo (si potrebbe dire che elimina) microfori e resina in eccesso. Se ne ottengono la massima rigidità, il controllo degli spessori e un peso di soli 830 grammi. In cambio non si rinuncia alla possibilità di prestazioni eccellenti su ogni fondo: anche il più sconnesso.
L’integrazione totale dei cavi, unita al colpo d’occhio dei cerchi ad alto profilo, abbina performance assoluta ad un’estetica pulita ed elegante. Ogni dettaglio è studiato per affrontare ogni tipo di situazione con la stessa sicurezza, siano essi i percorsi tecnici, gli sterrati veloci, salite e tratti vallonati.


Il segreto sta nel carro
Il bello sta (quasi) tutto nel carro. Anima condivida geometrie e struttura con Vito, la bici racing dedicata al cross, con i suggestivi e innovativi foderi posteriori asimmetrici, che vengono fissati in quattro punti, migliorando trazione e controllo soprattutto nei tratti più tecnici. Bisogna ammetterlo: con quei cerchi ad alto profilo e quelle lame al posteriore, il senso della velocità è davvero prepotente.
Anche il piantone, che ricorda le linee delle più filanti bici da strada, ottiene il duplice vantaggio di migliorare l’aerodinamica e insieme di ammortizzare le sollecitazioni della guida più veloce. Esso può accogliere il deragliatore, nell’eventualità di una doppia corona, ma anche un semplice guidacatena casomai si puntasse sulla monocorona.


Fino a pneumatici da 47
La scatola del movimento centrale T47-86, abbinata ai posteriori orizzontali a loro volta disassati, conferisce una rigidità strutturale eccezionale. La bici è così pronta al rilancio e precisa nei tratti tecnici. L’utilizzo del forcellino con sistema UDH garantisce una maggiore solidità e resistenza e permette il montaggio dei gruppi di nuova generazione. Anima può montare coperture fino a 47 mm ed è anche disponibile nella versione con manubrio integrato QTC in carbonio.
Anima è una gravel cattiva e seducente. E’ tecnica, essenziale, evoluta. E’ la perfetta tentazione per chi cerca una bici da competizione capace di adattarsi a ogni tipo di sfida, dentro e fuori dai percorsi battuti.