LONGCHAUMOIS (Francia) – Si parla tanto della qualità degli occhiali e delle tecnologie che questa categoria di prodotti portano in dote. Si parla di fotocromia, colori e definizioni, contrasti e salute degli occhi. Cosa sappiamo in merito?
Abbiamo chiesto a Julbo, nello specifico alla Marketing Manager Stephanie Dugas. Julbo è azienda leader del settore per design e tecnologia ottica, una delle pochissime aziende al mondo in grado di produrre lenti sportive graduate cucite sulle esigenze dell’utilizzatore. Il brand francese opera nella categoria fin dal 1888. Oggi l’azienda di Longchaumois rientra nel Gruppo Peugeot (automobili).


Occhiali e lenti fotocromatiche, il plus per il ciclista
In cosa consiste la tecnologia fotocromatica applicata agli occhiali per l’ambito sportivo e per il ciclista? «La fotocromia delle lenti – racconta Dugas – si attiva grazie ad un pigmento fotosensibile applicato alle lenti, anche se applicato non è un termine del tutto corretto, perché nel caso di Julbo è completamente integrato nella lente. Si parla e si argomenta una tecnologia ottica di altissimo livello e non vi è nessun film applicato alle lenti degli occhiali.
«Per noi l’eccellenza della tecnologia fotocromatica – prosegue Dugas – è rappresentata dalla categoria Reactiv e di fatto è l’ultima evoluzione del polimero Trivex sul quale si basa la lente. La tecnologia fotocromatica è un valore aggiunto per tutti gli occhiali sportivi e lo è ancor di più per un action sport come lo è il ciclismo. Permette di coprire un range molto ampio di esigenze e di discipline e se di ottima qualità è anche uno strumento di protezione per gli occhi».


Un processo lungo oltre 12 anni
Come spesso accade, lo sport mutua la soluzione e la tecnologia dall’ambito militare perché il polimero che caratterizza le lenti fotocromatiche Reactiv di oggi deriva dagli elicotteri da combattimento. Per la produzione di ogni singola lente sono necessarie 24 ore di lavoro, partendo dal materiale grezzo, fino ad arrivare alla lente ultimata e pronta ad essere montata sugli occhiali che troviamo normalmente in catalogo.
Una lente fotocromatica di ultima generazione si ottiene con 4 passaggi differenti. Il primo è la produzione del composto, un mix di poliuretano e nitrogen. La lente fotocromatica è il risultato di una formula che può essere creata ad hoc. Il secondo si riferisce alla produzione dello stampo e alla rifinitura che rende la lente al pari di un vetro, ma con una precisione superiore. Il terzo step è relativo alla cottura per un periodo compreso tra le 7 e 10 ore, ad una temperatura tra gli 85 e 130°. Il quarto processo, quello finale è l’estrazione della lente dallo stampo e seguente modellatura.






Tecnologia complessa e costosa. Quali benefici?
«In primis la durata nel tempo e l’affidabilità – argomenta Dugas – perché una lente fotocromatica con tecnologia Reactiv è resistente agli impatti e se pulita nel modo corretto mantiene i trattamenti per tutta la sua vita. Ha un peso ridottissimo e permette di avere una qualità visiva altissima, con una chiarezza e definizione senza pari.
«Inoltre – prosegue Dugas – in soli 30 secondi passa da categoria 1 a categoria 3, coprendo un ampio range di richieste. E’ bene ricordare che se si vogliono preservare le qualità delle lenti e degli occhiali in genere, così come i trattamenti integrati, le lenti andrebbero lavate solo con acqua e asciugate delicatamente con un panno apposito».


Categorie e tecnologia per gli occhiali, uguali per tutti?
Le categorie delle lenti sono quelle, non si scappa e quelle più indicate per i ciclisti sono due, dalla 0 alla 3 e dalla 1 alla 3. La prima è utilizzata anche per chi pratica attività sportiva con il buio e nelle ore notturne. Esiste una quarta categoria di lenti (Julbo è la prima in assoluto a proporla), dalla 0 alla 4, ma è specifica per l’alta montagna, non può essere utilizzata per la guida.
«Le categorie delle lenti – ci dice Dugas – sono state create per sfruttare al massimo le potenzialità degli occhiali sportivi. E’ da considerare inoltre, che ogni categoria si può suddividere a sua volta per i diversi contrasti disponibili, per i trattamenti e naturalmente per i colori delle lenti stesse. Cambiano le risposte soggettive dello sportivo – conclude Dugas – in termini di feeling, percezione e comfort».