La nuova Canyon Ultimate, family design e cuore diverso

08.09.2022
7 min
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E’ la quinta generazione della Canyon Ultimate, una bicicletta che è un riferimento per molti, emulata da tanti e portata in corsa già dal Tour dai corridori del Movistar Team.

La nuova Ultimate trova nella leggerezza e nell’equilibrio prestazionale i suoi punti di forza e, pur mantenendo un design che la rende simile alle generazioni precedenti, il layout del carbonio è stato cambiato in toto.

Canyon Ultimate CFR Di2
Canyon Ultimate CFR Di2

Nuova Ultimate, “perfect balance”

Ci sono voluti più di 24 mesi per far scendere in campo questa versione della Ultimate, progetto che rappresenta anche l’investimento più oneroso nella storia delle biciclette road dell’azienda tedesca. Il risultato è una bicicletta senza compromessi, sviluppata e prodotta utilizzando cinque pilastri: leggerezza e rigidità, aerodinamica ( grazie al contributo di Swiss Side), comfort e longevità.

Questi cinque fattori collimano in maniera ottimale, perché in tutte le versioni si riscontrano dei valori alla bilancia molto ridotti, che non sacrificano l’equilibrio e la sicurezza, ma anche la durata del carbonio. La nuova Canyon Ultimate è una bicicletta comoda e adatta a differenti tipologie di utenti, comfort che arriva anche dalle geometrie non estreme.

Però è più rigida del 15%, se comparata con la versione precedente e a parità di allestimento ha un’aerodinamica più efficiente (è stato quantificato un risparmio di 10 watt a 45 kmh, watt che diventano 5 con la simulazione completa con il ciclista sulla bici).

Cosa cambia

Le forme della nuova Canyon Ultimate sono funzionali alla performance e abbiamo una sorta di family feeling design che presenta delle variazioni rispetto alle vecchie Ultimate.

La tubazione dello sterzo ha uno shape frontale arrotondato e ha una superficie risicata. E’ più squadrata e rinforzata della parte bassa dove si unisce con l’obliquo.

E’ stato cambiato il diametro dello stelo della forcella, che ora non è più oversize e si interfaccia perfettamente con il cockpit integrato CP0018, mutuato dalla Aeroad (anche la serie sterzo è comune alla Aeroad).

Il nodo sella ha un volume maggiore ed ha delle linee più marcate. I due foderi obliqui si innestano con un ingresso più ampio. Qui c’è anche la vite di chiusura del seat-post (che ora ha una forma D-Shape). Il nuovo reggisella è arrotondato nella parte frontale e con il profilo tronco in quella posteriore. E’ full carbon ed è disponibile con due arretramenti: zero off-set (70 grammi) in dotazione alla CFR, con un seat-back di 20 millimetri (110 grammi) disponibile su CF SLX e SL. I seat-post D-Shape sono comunque compatibili con le tre piattaforme Ultimate.

I forcellini del carro posteriore sono più armonici, con un design minimalista. Inoltre, le sezioni del carro vicine al movimento centrale sono state oggetto di un importante rinforzo. Queste due tubazioni hanno un’evidente asimmetria nel punto di innesto.

Batteria Di2 nell’obliquo

La scatola del movimento centrale è stata maggiorata nella parte superiore dove si unisce il piantone. Quest’ultimo è dritto e non presenta più la svasatura per il passaggio della ruota. Tornando alla scatola centrale è anche il punto d’ingresso per l’alloggio della batteria Di2, che ha la sede nella parte più bassa del profilato obliquo.

Si possono montare coperture fino a 32 millimetri di sezione (la soluzione ottimale per questa bicicletta è la combinazione 25 frontale e 28 posteriore). Il carro posteriore e la forcella offrono ampio spazio, il che amplia il range di sfruttabilità anche delle nuove ruote con cerchio largo.

Rimane la totale compatibilità anche con le trasmissioni meccaniche.

Ampio passaggio per le gomme
Ampio passaggio per le gomme

Un progetto, tre piattaforme

C’è la Ultimate CFR. Adotta un carbonio e delle resine differenti rispetto alle CF SLX e CF SL. La CFR è una bicicletta hors categorie in tutto, anche negli allestimenti. Per gli amanti delle bici superleggere: la CFR Di2 taglia M ha un peso di 6,2 chilogrammi (ma colpisce la CF SLX 9 Di2, una vera race ready, che ha un peso dichiarato di 6,8).

Le taglie per ogni versione ed allestimento sono 8 (7 per la CFR che parte dalla 2XS), dalla 3XS fino ad arrivare alla 2XL. Le misure 3XS 3 2XS danno la possibilità di montare anche le ruote con diametro 650b (solo per gli allestimenti CF SLX e SL). Le geometrie sono state mutuate dalla piattaforma Aeroad.

Canyon Ultimate CFR

E’ disponibile nelle due configurazioni Di2 e eTap, ma anche come frameset. Il primo allestimento, citato in precedenza e soggetto della nostra prova ha un prezzo di listino di 10.499. Ci vogliono 10.999 euro per la combinazione Sram eTap/Zipp 353 NSW ed entrambe hanno il power meter compreso nell’allestimento. 4.999 euro invece per il framekit con il cockpit. Ha un valore dichiarato alla bilancia di 2,7 chilogrammi (762 grammi il solo telaio con la minuteria).

La CF SLX

Stesse forme e geometrie della CFR, ma con un layup dal carbonio differente. Gli allestimenti sono tre: 8 eTap, 8 Di2 e 9 Di2, con prezzi rispettivamente di 6.299, 6.499 e 8.699 euro. Le prime due prevedono le trasmissioni Sram Force eTap (power meter incluso) e Shimano Ultegra Di2 (con il misuratore 4iiii), le ruote DT Swiss ARC1400 per entrambe. L’allestimento 9 Di2 invece ha il pacchetto Shimano Dura Ace (power meter incluso) e la versione ARC1100. Il valore alla bilancia del telaio con la minuteria è di 846 grammi.

La CF SL 8 Aero
La CF SL 8 Aero

Canyon Ultimate CF SL

Nessuna variazione nel design, ma cambia ancora la struttura del carbonio, votata ad ottimizzare il rapporto tra qualità e prezzo. I modelli della categoria CF SL sono cinque in totale. Si parte con le 7 e 8 con le trasmissioni meccaniche Shimano 105 e Ultegra: 2.699 e 3.199 euro. Si prosegue con 7 eTap (3.799 euro), 7 Di2 (3.999) e 8 Aero (4.999), quest’ultima ha un valore alla bilancia di 7,26 chili e porta in dote le ruote DT Swiss ARC1600. Il telaio ha un peso dichiarato di 1,06 chilogrammi con la minuteria.

In action all’alba sulla Costa Azzurra (foto Canyon / Jojo Harper)
In action all’alba sulla Costa Azzurra (foto Canyon / Jojo Harper)

Test CFR Di2 (taglia S)

Il rapporto che si instaura con la bicicletta è immediato. E’ facile da guidare, non è scomoda e ha una geometria che non obbliga a fare dei sacrifici.

In discesa è una spada ed è stabile, due fattori non scontati se consideriamo il peso ridottissimo (scriviamo di un bici test da 6,2) e una rigidità che non fa fatica a venire fuori. L’angolo del piantone scaricato a 73,5° è un vantaggio da non sottovalutare, perché aiuta a tenere il peso del corpo verso il retrotreno. Con un paio di ruote dal profilo medio e dei tubeless di buon livello, la sua resa potrebbe migliorare ulteriormente.

La salita, il suo pane. Ci si aspetta una bici di questa caratura e in grado di essere un vantaggio a favore della prestazione; sostiene tantissimo le azioni in fuori sella. Le Mon Chasseral di DT Swiss non sono ruote estremamente rigide, anzi, sono piuttosto confortevoli pur avendo una canale interno ridotto (rispetto agli ultimi standard previsti dal mercato).

E’ anche veloce, confermando la versatilità che contraddistingue da sempre il progetto Ultimate, con una ciclistica che nella totalità tiene conto del binomio bici/ciclista.