L’impatto estetico non è cambiato molto, il DNA è Prologo Dimension in tutto e per tutto, ma le variazioni apportate sulla nuova versione R2 si sentono eccome.
Resta invariata la lunghezza di 245 millimetri (sella corta), mentre i 2 millimetri che sono stati aggiunti nella zona frontale offrono un superficie più ampia di appoggio. Dimension R2 è corsaiola e non fa nulla per nasconderlo, eppure è anche più comoda. L’abbiamo provata e questo è il nostro resoconto.
Nuova Dimension R2, un veloce recap
Presentata ufficialmente a dicembre 2024, la Dimension R2 è stata una delle primissime selle (se non la prima) a comparire anche sulle bici tradizionali (non solo crono e triathlon). E’ caratterizzata da una forma a V che è segno distintivo e simbolo di versatilità, componente che non di rado è stato ampiamente utilizzato anche in ambito off-road da atleti di livello.
Rispetto alla versione precedente, la R2 ha un naso più largo (40 millimetri) e complessivamente adotta un arrotondamento maggiore. Non cambiano la lunghezza e la larghezza (245×143). E’ stato cambiato (migliorato) il foam interno che è strutturato in EVA di ultima generazione, con uno spessore inferiore del 20%, ma in grado di fornire più supporto, più a lungo nel tempo. Resta l’ampio canale di scarico (PAS), resta la scocca costruita con un blend di carbonio a fibra lunga, tanto elastico, robusto e longevo. Ad oggi è disponibile nella versione Nack con i due tubolari in carbonio. Il prezzo di listino è di 249 euro. Il valore alla bilancia da noi rilevato è di 141 grammi, molto leggera.
Nel cuore del test
Una sella corta con la forma a V è sinonimo di una sella che porta a sfruttare/avere una posizione parecchio aggressiva, dove si spinge tanto e l’invito è quello di rimanere ribassati sul manubrio per lunghi periodi. Sella da corridore vero e da agonista senza mezze misure.
Rispetto alla versione precedente, di comune e accostabile resta solo la forma ed il concetto di sella corta, oltre al nome Dimension. Tutto il resto cambia e viene mutuato, dalla Scratch M5, un dettaglio tutt’altro che banale, ovvero la larghezza del naso (4 centimetri). La versione R2 diventa più comoda, più sfruttabile, semplice da posizionare sul reggisella.
Rispetto alla Scratch M5?
A parità di altezza e setting, a parità di bici abbiamo posizionato la Dimension R2 un centimetro più indietro. Con questa soluzione abbiamo ottenuto (al millimetro) un utilizzo del tutto simile alla sella con forma a T per eccellenza (la Scratch M5 per l’appunto).
Cambia completamente la gestione della bolla/linea orizzontale. La nuova Prologo è leggermente spoilerata nella sezione posteriore, fattore che, oltre alle preferenze soggettive, invita a scaricare (giusto un paio di gradi) la sella all’ingiù. Non passa in secondo piano il comfort del prodotto, grazie ad un foam molto compatto e uniforme, ben sostenuto che diventa come una sorta di memory. Ci è piaciuta questa nuova imbottitura, perché al pari della comodità è da considerare un abbassamento contenuto verso il basso. La posizione in sella non si modifica.
In conclusione
Non è mai semplice far evolvere una sella che ha una storia importante alle spalle, considerando il fatto che un prodotto così tecnico si basa anche su soggettività non secondarie. Rispetto al passato, a nostro parere, è stato migliorato il binomio imbottitura/scafo, facendo collimare sostegno, supporto e un comfort superiore. Non bisogna dimenticare che la Dimension R2 è una sella spinta verso la performance.
Nel caso si approdi ad una forma del genere sono necessarie almeno 4/5 uscite per prendere la giusta confidenza. Le variabili più importanti sono legate all’arretramento e alla sfruttabilità della sezione mediana/anteriore. La nuova Dimension R2 si rivolge anche a chi non ama particolarmente avere degli ingombri relativi al naso della sella, che una volta in seduta resta completamente assente. Un altro vantaggio arriva dal fatto che la R2 è un prodotto che agevola la pedalata profonda, azzerando i fastidi nella parte interna della coscia.