Non molti hanno avuto l’opportunità di usare uno pneumatico tubolare sullo sterrato, in modo particolare se consideriamo la disciplina gravel. Un parallelo può essere fatto con il ciclocross, ma le dimensioni delle gomme, la tecnica delle biciclette e la tipologia dei terreni portano a performances molto differenti. Si parla di tubeless e si argomenta un prodotto di eccellenza per il gravel, dal punto di vista costruttivo e prestazionale, simile ad un tubolare (anzi, forse migliore, soprattutto in fatto di versatilità e praticità): Challenge Getaway TLR Pro Series hand made.
Gomme fatte a mano, DNA Challenge
Le gomme Challenge le possiamo anche categorizzare come “tubolari aperti”, una definizione che rende ancor più l’idea della qualità complessiva. Concentrandoci su Getaway, questo è uno pneumatico specifico per il gravel, fatto a mano e tubeless ready, compatibile con cerchi hookless.
Come è costruito
Lo pneumatico Challenge è pieghevole e prende forma grazie ad una carcassa SuperPoly da 260 Tpi (fili per pollice quadrato). Non ha una struttura unica, ma ha una sorta di doppio strato. Il primo è l’intreccio dei fili di poliammide, il secondo è il film di lattice che copre la gomma internamente, da tallone a tallone (non è semplice gomma). L’obiettivo è quello di creare una struttura compatta, leggera e resistente, ma anche flessibile ed elastica in diverse fasi. Tra la carcassa ed il battistrada è inserita una striscia protettiva PPS2 a trama fitta, con il compito di irrobustire ulteriormente la gomma.
E poi c’è il battistrada, applicato esternamente e in un secondo passaggio, costituito dalla mescola SmartPlus. Ha una tassellatura che potremmo dividere in tre parti. Quella centrale con i ramponi molti vicini tra loro, quella mediana con una buona spaziatura e di piccole dimensioni e poi quella esterna. Quest’ultima è particolarmente larga (tra un tassello e l’altro c’è un centimetro), mediamente aggressiva nelle forme, capace di garantire un elevato grip nelle fasi di appoggio e curva, senza influire in maniera negativa sull’elasticità dello pneumatico.
Le fasi di montaggio
La facilità di montaggio di uno pneumatico tubeless dipende anche dal design del cerchio (il montaggio su un cerchio hookless è più semplice, ma anche dalla larghezza del canale interno) e dell’elasticità dello stesso pneumatico.
Nel caso di Challenge Getaway abbiamo un prodotto particolarmente pastoso e plasmabile, con i talloni estremamente semplici da inserire e da far scivolare, aspetti che in parte contrastano con la sezione superiore, più tosta e rigida per via della costruzione. Nel complesso abbiamo una gomma che deve essere “lavorata” e richiede un po’ di pazienza nelle fasi di ingaggio al cerchio.
La sua struttura e la sua costruzione si traducono nella presa della forma ottimale, anche dopo il primo gonfiaggio. Riteniamo obbligatorio l’inserimento del liquido anti-foratura.
Il nostro test
La prova si concentra sulla versione TLR Pro Series, con una sezione da 40. Getaway offre il meglio, in termini di performance e di versatilità tecnica, quando il terreno è asciutto, non per forza duro, secco e roccioso. E qui arriva il primo punto a suo favore, perché si adatta alle diverse consistenze che si incontrano nel gravel, ma anche alle varie pressioni di esercizio. La sua struttura e la sua costruzione lo rendono sempre e comunque diverso da uno pneumatico gravel di tipo “standard”, fattore decisamente importante e legato alla piena sfruttabilità delle sue potenzialità.
Più elastico
Se volessimo confrontarlo con un tubeless “tradizionale” di primissima fascia, a parità di sezione di pressione, Challenge Getaway è più morbido, lo è sempre, con una capacità smorzante più elevata e maggiormente sfruttabile con le atmosfere ridotte, anche su strade bianche ed asfalto. Rispetto ad uno pneumatico totalmente sintetico non fa l’effetto “bumping” sui sassi e sui terreni rocciosi. Non lavorano solo il battistrada e la tassellatura, ma anche la carcassa ha un ruolo di primaria importanza, che si percepisce durante le fasi di schiacciamento.
Scorrevolezza da primato
La scorrevolezza è incredibile e non è solo quella che si riferisce alle fasi di rotolamento sul dritto. Anche in curva e sui terreni inconsistenti il Challenge Getaway è un bel punto di riferimento, per capacità di mantenere un elevato grip e la velocità alta. Grazie ai tasselli, certo, ma soprattutto alla combinazione tra il battistrada e la carcassa elastica, che aiuta a sfruttare a pieno le fasi (inevitabili) di scivolamento, senza mai avere la sensazione che lo pneumatico perda il contatto con il terreno. Non è un prodotto adatto ai terreni fangosi, anche se la capacità (laterale) di pulizia è di buon livello.
In conclusione
Challenge Getaway è lo pneumatico che permette di fare uno step verso l’alto e di sicuro è in grado di cambiare il feeling della bicicletta. E’ un prodotto costoso ed esclusivo, ma nell’ottica di una performance di qualità fa la differenza. A prescindere dalla tipologia di ruote e dalla pressione di gonfiaggio, ma anche dal tipo di bicicletta, questo pneumatico eleva il concetto di comfort. In questo senso il comfort è il risultato che si ottiene dalla trazione, dalla versatilità e dal feeling, ma anche dalla sicurezza che ci trasmette tutto il comparto a contatto con il terreno.