MASSA MARITTIMA – C’è un paio di Campagnolo da 60 da provare, quelle con livrea team ed inizialmente destinate al Team Cofidis. La nostra giornata è iniziata in questo modo e meglio di così non poteva andare.
Campagnolo torna nel WorldTour come partner tecnico del Team Cofidis, una sponsorizzazione che ha i contorni anche di un ritorno dopo un anno lontano dalla Champions League del ciclismo (da italiani speriamo anche in un rilancio deciso dell’azienda). Ora ci concentriamo sui feedback delle WTO 60 con breve intervento di Federico Gardin, responsabile del prodotto e del marketing Campagnolo.


Per il team le ruote da catalogo
«Non ci sono differenze tra i prodotti forniti al Team Cofidis – racconta Gardin – e quelli presenti nel catalogo a disposizione dell’acquirente comune. Le Bora Ultra WTO da 60 hanno gli stessi mozzi, sfere e raggi, lo stesso carico dei raggi e cerchio di una normale ruota. L’unica diversità è legata alle scritte ed i loghi, bianchi nella versione team, in modo che dalle immagini televisive il prodotto risalti in modo maggiore. Il ritorno nel WorldTour dopo un anno di assenza – conclude Gardin – è stato voluto, ci è stato chiesto e per Campagnolo è il primo passo verso un rilancio deciso».


Le ruote che abbiamo provato
Per noi è stato un assaggio, anche se il feeling immediato che hanno mostrato queste “ruotone” da 60 è qualcosa che lascia di stucco. Poco più di 50 chilometri e poco oltre i 1.000 metri di dislivello positivo, su un percorso molto ondulato e qualche rampetta oltre il 10% di pendenza. Anche un po’ di vento laterale ha condito il nostro test.
Non abbiamo montato i tubeless Vittoria come quelli in dotazione agli atleti Cofidis, ma un tubeless Pirelli RS da 30 millimetri di sezione. Il binomio ruota/tubeless da 30? Perfetto, considerando il canale interno con l’abbondante larghezza di 23 millimetri.
Si tratta di una coppia di ruote 2Way-Fit (predisposta naturalmente al tubeless) che non necessita di tape interno al canale. Ha 21 raggi in acciaio per ruota e la predisposizione G3 con nipplo nascosto nel cerchio full carbon. Il mozzo anteriore ha il corpo in carbonio ed entrambi hanno i cuscinetti ceramici Cult con sistema cono/calotta da pre-carico regolabile esternamente. Il peso dichiarato della coppia scende sotto i 1400 grammi.


Meno estreme di quanti sia lecito pensare
E’ ovvio che non si tratta di una ruota per andare a passeggio, ma quello che colpisce fin dalle prime pedalate è la facilità, ovviamente la fluidità e la scorrevolezza (caratteristiche da DNA Campagnolo). Il tubeless da 30 fa molto del lavoro (gonfiato a 4,2 sul posteriore e 4 sull’anteriore), ma non è solo questione di pneumatici. Soprattutto l’anteriore impegna il giusto quando in discesa si guadagna velocità, non tende a chiudere le traiettorie e non sbilancia l’avantreno quando arriva una folata inaspettata dai lati.
Sotto il punto di vista del sostegno, ad esempio quando ci si alza in piedi sui pedali, è davvero tanta roba. Super equilibrata e sostenuta, non mostra una rigidità che potrebbe risultare controproducente (e stancante).


Non solo una ruota da sprinter
Non molto tempo addietro i profili da 60 erano da contestualizzare alle sole gare veloci ed a quella categoria di utilizzatori propensi a sprintare. Non è più così, o per lo meno, le ruote con i profili alti e altissimi fanno parte della dotazione di scalatori, grimpeur e amanti dei dislivelli importanti. Nel caso specifico delle Bora Ultra WTO 60, un peso inferiore a 1.400 grammi garantisce un resa ottimale anche quando il naso è all’insù.
Con pendenze al di sotto del 10% si può fare una buona andatura (anche per gente normale che si allena). Significa che una 60 come questa non pesa ed è pienamente sfruttabile quando è montata su bici non aero.




In conclusione
Campagnolo Bora Ultra WTO 60 è una ruota da usare, sfruttare e godere tutti i giorni. Super efficiente, per nulla estrema ed un gran bel vestito per la bici, che sia aero concept, oppure più magra ed esile, non è scomoda, non è un prodotto da cavallo pazzo.
Ha un prezzo importante (3.690 euro), ma come affermato in altre occasioni, una ruota Campy dura in eterno e non stufa neppure a distanza di anni. Volendo fare un confronto con una Shamal di ultima generazione, la WTO da 60 si pone su un livello superiore, sotto tutti i punti di vista (anche in fatto di prezzo di listino).