Viste le Lotus degli inglesi? L’aria passa in mezzo…

02.08.2021
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Viste le bici della Gran Bretagna per l’inseguimento a squadre? Fanno quasi paura e soprattutto sono state realizzate da Lotus seguendo criteri completamente nuovi. Uno su tutti, già adottato in alcune bici di nuova concezione, è quello che riguarda la distanza fra gomma e forcella/foderi. Se nella maggior parte delle bici aerodinamiche le due parti quasi si sfiorano, qui la distanza è enorme e punta a fare incanalare l’aria, riducendo le turbolenze.

L’ultimo britannico a conquistare un titolo olimpico su una bici Lotus fu nel 1992 Chris Boardman, in sella alla avveniristica Type 108. L’anno scorso Lotus Engineering ha però rivelato che stava lavorando a una nuova generazione di bici da pista, chiamata Hope, da far debuttare alle Olimpiadi di Tokyo.

Sulla Lotus Type 108, Boardman conquistò l’oro dell’inseguimento a Barcellona
Sulla Lotus Type 108, Boardman conquistò l’oro dell’inseguimento a Barcellona

Richard Hill è il capo aerodinamico per Lotus. Lavora nell’azienda da più di 30 anni e ha lavorato con Chris Boardman sulla Type 108. C’è il suo zampino anche nello sviluppo della Type 110, che ugualmente Boardman portò alla vittoria nel prologo di Lille al Tour de France del 1994 conquistando la maglia gialla. In abbinamento al suo “vero” lavoro con le automobili, Hill è stato di nuovo coinvolto nella progettazione della Lotus Olympic.

Quanto è andata avanti l’aerodinamica dagli anni della Lotus Type 108 nel 1992?

Le regole di base dell’aerodinamica non sono cambiate, non puoi alterare le leggi della fisica, ma quello che abbiamo imparato negli ultimi 28 anni è di adottare un approccio più olistico, più ampio a ogni progetto.

La Hope, qui sulla pista Lotus, ha forcella e foderi allineati con le gambe del corridore (foto archivio Lotus)
La Hope, qui sulla pista Lotus, ha forcella e foderi allineati con le gambe del corridore (foto archivio Lotus)
Cosa si intende?

Allora si trattava semplicemente di sviluppare una bici aerodinamica che andasse veloce. Ma in realtà ci sono due elementi separati – la bici e l’atleta – che si uniscono per muoversi nell’aria. Questo è stato l’approccio che abbiamo adottato con la nuova bici. In parole povere, dal 1992 abbiamo imparato come utilizzare il design della bici per rendere il corridore più aerodinamico e anche viceversa. Ciò che è migliorato è la nostra comprensione di come far diventare più veloci una bici e il corridore che la utilizza.

Nella nuova bici ci sono elementi di quella di allora?

Ogni elemento era stato progettato come un profilo alare efficiente e il telaio monoscocca stesso che fungeva da “vela ad ala”. I telai erano stati costruiti per funzionare al meglio in completo isolamento dal corridore. La famosa posizione di guida di Chris Boardman riguardava la creazione di un canale di flusso d’aria tra il ciclista e il telaio della bici, riducendo al minimo le interazioni. Questi telai non sono più consentiti dai regolamenti del ciclismo su pista, quindi la nuova bici, che soddisfa i regolamenti aggiornati, mira a creare interazione fra il corridore e la bici. In questo modo possono avvantaggiarsi a vicenda e far sì che ciascuno riduca la resistenza dell’altro. Lo otteniamo con un’attenta gestione dell’interferenza aerodinamica tra i due.

Il quartetto britannico in azione nelle qualifiche del mattino
Il quartetto britannico in azione nelle qualifiche del mattino
La nuova bici ha forcelle anteriori molto larghe, molto più larghe di altre bici da pista che sarebbero state alle Olimpiadi. Perché?

La geometria delle forcelle e del manubrio riduce la resistenza del ciclista, che a sua volta riduce la resistenza del telaio. In un certo senso è un concetto simile al modo in cui i corridori si posizionano in una gara di inseguimento a squadre, quindi uno dietro l’altro e molto vicini, per avvantaggiarsi a vicenda. Un attento allineamento dei singoli elementi della bici e del ciclista fa sì che la resistenza dei due insieme sia inferiore alla somma delle singole parti. Per quanto riguarda il ciclismo su pista, credo uomo e macchina debbano essere in perfetta armonia.

L’aerodinamica è diversa fra una Lotus a due ruote e una a quattro ruote?

La differenza principale è che parlando della bici, anche il corridore si muove, quindi crea un regime di flusso d’aria instabile, mentre con le auto hai solo le ruote che girano. Un’altra differenza è l’interazione con il suolo. Un’auto ha una base molto ampia, mentre la bicicletta ha un ingombro molto ridotto e un’interazione significativamente minore con la strada. Ma in fin dei conti la fisica è fisica e non puoi imbrogliare le aggirare su due o quattro ruote.

Ridotte all’osso le turbolenze: l’aria non rimane esterna, ma passa attraverso (foto archivio Lotus)
Ridotte all’osso le turbolenze: l’aria non rimane esterna, ma passa attraverso (foto archivio Lotus)
C’è qualche ricaduta degli studi di aerodinamica fatti per la bici sulla prossima generazione di auto sportive Lotus?

Sì, c’è. Il design aerodinamico delle auto della vecchia scuola consisteva nello spingere l’aria intorno al veicolo nel modo più efficiente. Gli ultimi progetti Lotus riguardano le interazioni tra i vari elementi del flusso d’aria intorno a un veicolo e anche attraverso il veicolo. Quello che abbiamo imparato con la bici sta assolutamente influenzando alcune delle caratteristiche che stiamo attualmente sviluppando e testando per i nostri futuri veicoli.