Donne in bici: con Dalia Muccioli fra tecnica e motivazioni

17.01.2022
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Il ciclismo femminile sta esplodendo. Le donne che vanno in bicicletta hanno bisogno di un mezzo con delle caratteristiche tecniche specifiche? La domanda è saltata fuori durante le riprese del video in cui Giada Gambino provava la Liv Langma Advanced Disc, disegnata appunto sulle esigenze di atlete donne. Quali sono i fattori da considerare per sviluppare una bici da donna perché sia diversa da una da uomo?

Lo abbiamo chiesto a Dalia Muccioli, ex professionista che si è laureata campionessa italiana nel 2013 (foto di apertura, sul podio di Rancio Valcuvia). Una piacevole chiacchierata, in cui è emersa la sua esperienza agonistica, ma anche di una ciclista realmente appassionata della bicicletta.

Dalia, quali sono le differenze tecniche principali tra due modelli uguali di bici, ma in versione differente, uomo o donna?

Considerando che buona parte delle aziende ha dismesso una vera e propria produzione di biciclette specifiche per le donne, le differenze sono da identificare nelle taglie che vengono proposte, al netto di colorazioni dedicate ed allestimenti. A questo fattore bisogna poi associare la diversità di alcuni componenti, come ad esempio il reggisella, il manubrio e la sella, solo per citarne alcuni. Più che la diversità dei telai, io mi concentrerei sulla differenza dei punti di contatto e di spinta che esiste tra gli uomini e le donne. E ovviamente sulle taglie.

Cosa ne pensi di una valutazione biomeccanica, come strumento e come prevenzione?

La biomeccanica è un passaggio fondamentale. Oggi esistono molte possibilità e strumenti di valutazione che danno modo di avere dei riferimenti ottimali.

Soggettività a parte, quale è il componente più importante per la compagine femminile?

I componenti che fanno la differenza sono due: la sella e il manubrio. Entrambi sono soggettivi per forme, design e per la resa tecnica, ma fondamentali quando lo stare in sella è ricerca della prestazione, ma anche piacere. Anche in questo caso una valutazione biomeccanica può dare un supporto ottimale.

Hai toccato la categoria delle selle. Nella fascia maschile quelle corte sono tra le più utilizzate. E’ così anche per il ciclismo al femminile?

E’ un segmento che è entrato di prepotenza anche nella categoria femminile ma, come dicevo prima, la sella è un componente troppo soggettivo per dare un unico giudizio. Ricordo ad esempio, quando ero in Valcar e avevamo lo sponsor Prologo, che l’azienda ci aveva messo a disposizione un’ampia scelta di prodotti e la possibilità di valutare. Testare diversi prodotti non è un fattore secondario, a tutti i livelli, perché ti permette di analizzare diverse dinamiche. Porto con me anche l’esempio di Fabiana Luperini, che utilizzava una sella strettissima ed in carbonio: estrema, eppure lei si trovava particolarmente a suo agio!

Sono sempre di più le aziende che producono i capi tecnici e che dedicano particolare attenzione agli indumenti femminili
Sempre più aziende producono capi tecnici al femminile
Meglio una bici più rigida, oppure una più comoda?

Voglio fare un altro esempio che può rendere molto l’idea. Sono ambassador per BMC e mi è stata data l’opportunità di pedalare su due biciclette differenti, prima la Roadmachine del segmento endurance e poi la top di gamma Teammachine SLR01, la stessa che usano i pro’. Da atleta agonista sceglierei la Teammachine, perché più performante, ma anche più esigente e più rigida. La Roadmachine è la bici più comoda che ho mai usato, eppure questa comodità mi ha permesso di fare uscite molto lunghe e senza stancarmi in modo eccessivo, senza avere mal di schiena, il collo e le braccia. Credo che sia fondamentale calibrare le proprie caratteristiche ed esigenze considerando anche la tipologia di bicicletta, perché non è detto che un mezzo più performante sia migliore.

E invece per quanto concerne l’abbigliamento? Ci sono delle grandi differenze rispetto ai capi tecnici maschili?

La salopette e il fondello sono fondamentali ed importanti tanto quanto la sella. Soprattutto negli ultimi anni la tecnologia e il settore dei capi tecnici ha fatto passi da gigante, non solo nel reparto uomo, ma anche in quello donna. Tessuti, design e materiali delle imbottiture ti permettono di pedalare meglio. Facendo anche un inciso, non per forza un fondello spesso e alto è sinonimo di comfort. Talvolta uno spessore ridotto va meglio, perché si adatta alle forme.

Tre buoni consigli alle donne che si approcciano alla bicicletta e al tempo stesso vogliono ottenere qualcosa in più…

Partire con calma senza esagerare con le distanze e ad ogni uscita almeno una sosta al bar. Una brioche con la Nutella? Perché no. Godersi l’ambiente e possibilmente fuori dal traffico, la bici permette di viaggiare ed evadere, anche quando ci si allena in modo serio. Porsi almeno un obiettivo, che può essere anche quello di staccare il fidanzato.