Il marchio italiano UDOG ha in programma una serie di lanci commerciali legati ai propri prodotti. Uno dei primi riguarda le sue ormai famose ed iconiche scarpe CIMA: la novità? Presentarle in tre nuove colorazioni, disponibili per il momento in quantità limitata. Sarà la community stessa di UDOG a scegliere la versione preferita che verrà prodotta in larga scala e sarà disponibile a partire dal 2023.
La prima delle nuove fantasie è la salt white/octaineLa colorazione octaine/black è più aggressiva, grintosaQuesta la versione pure white/blueLa prima delle nuove fantasie è la salt white/octaineLa colorazione octaine/black è più aggressiva, grintosaQuesta la versione pure white/blue
Tre varianti di colore
Come detto, alle classiche versioni della colorazione della tomaia se ne aggiungono tre: octaine/black, salt white/octane e pure white/blue. Tutte queste colorazioni sono disponibili solamente in 100 esemplari e sono in vendita esclusivamente attraverso la piattaforma online dell’azienda padovana.
Una volta finito il periodo di scelta la scarpa più apprezzata sarà inserita a catalogo in maniera definitiva ed andrà ad affiancare le colorazioni già esistenti: pure black e salt white.
cLe UDOG Cima sono state testate dal nostro Alberto Fossati durante la Granfondo Strade Bianche
Per rinfrescare la memoria
La scarpa CIMA rappresenta l’incontro di tante caratteristiche tecniche, tutte importanti per costruire una scarpa di alto livello. Quello che distingue questo modello è l’estrema rigidità. Questo dettaglio permette all’atleta di produrre il massimo sforzo in ogni situazione, senza perdere nemmeno un watt. Allo stesso tempo, la tomaia delle CIMA è molto morbida e confortevole. Perché se è vero che servono alte prestazioni, è altrettanto vero che il ciclista necessità anche di comodità. Così da pedalare per tante ore senza mai affaticare il piede.
La tecnologia con la quale è costruita è la Knit alla quale si aggiunge una forma confortevole e a pianta larga. Rigida e leggera, come dicevamo: l’indice di rigidità è pari a 11, mentre il peso, per la taglia 42 è di 240 grammi.
udog, acronimo di Underdog, lo sfidante che parte senza i favori del pronostico. Perché? Perché lanciare un marchio di calzature in un periodo come quello attuale è prima di tutto una sfida. Il modello udog Tensione ha rappresentato l’ingresso del brand nel mercato, Cima invece è già un’evoluzione, capace di far collimare leggerezza, qualità dei materiali e performances. Le abbiamo provate.
Si vede il cambio di trama della tomaiaSi vede il cambio di trama della tomaia
udog Cima, una vera svolta
Questa di udog non è solo una calzatura tecnica per la bicicletta, ma è una scarpa di alta gamma che stravolge completamente la concezione delle stringhe per le scarpe da bici. Cima è stata sviluppata con due obiettivi principali: fare una scarpa con un valore alla bilancia contenuto e senza sacrificare nulla in termini di resa tecnica. E poi c’è quel design e l’utilizzo dei materiali, che nell’insieme rappresentano buona parte del DNA dell’azienda. Si parla di una scarpa che pesa 240 grammi (dichiarati) nella misura 42 (ne abbiamo rilevati 242, senza la soletta e nella taglia 43), con le stringhe e senza alcun rotore, cavi e applicazioni meccaniche esterne alla tomaia. I lacci rappresentano il sistema di chiusura di udog Cima, semplice ed efficace, ma anche personalizzabile.
Le feritoia anteriore per l’ingresso dell’aria
La suola tutta in carbonio, con un inserto posteriore per il grip
Le feritoia anteriore per l’ingresso dell’aria
La suola tutta in carbonio, con un inserto posteriore per il grip
La chiusura che non ti aspetti
I lacci sono omogenei ed uniformi e sono completamente senza aria. Questo fattore dona una sorta di rigidità, di sostegno e di estrema efficienza in fase di chiusura, cose che non ci si aspetta dalle stringhe. Un aspetto molto importante che influisce in maniera positiva sulla stabilità delle stringhe che non si dilatano durante la pedalata. Ovviamente il lavoro all’unisono con la tomaia in tessuto è fondamentale. Inoltre la stessa azione di chiusura trova un’ampia personalizzazione, in base all’incrocio dei lacci.
Provate prima di tutto alla Granfondo Strade Bianche (@chiara_redaschi)
L’incrocio “base” dei lacci e la tasca per nascondere il nodo
La V inversa che aiuta a far tirare la tomaia, ma non nasconde i lacci come nel caso della Tensione
Provate prima di tutto alla Granfondo Strade Bianche (@chiara_redaschi)
L’incrocio “base” dei lacci e la tasca per nascondere il nodo
La V inversa che aiuta a far tirare la tomaia, ma non nasconde i lacci come nel caso della Tensione
Tomaia a sezioni differenziate
La tomaia adotta la tecnologia Knit, traspirante, ventilata e dalla rapida asciugatura, ma anche in grado di adattarsi alle forme del piede e all’azione delle stringhe. Non presenta cuciture e ogni zona ha una specifica costruzione del tessuto. Ad esempio la parte frontale ha dei microfori che agevolano un’ingresso costante dell’aria, così come la zona posteriore che integra e nasconde la talloniera.
La parte centrale invece, quella dell’arco plantare ed esterna, ha un tessuto allungato in senso orizzontale. Qui il sostegno al piede deve essere al massimo e la tomaia non deve costringere. La suola è in carbonio, con un’arcuatura ottimale, giustamente rigida e con due asole per l’ingresso e la fuoriuscita dell’aria.
Lo shape della udog Cima, uniforme dal fronte verso il retro e viceversaLo shape della udog Cima, uniforme dal fronte verso il retro e viceversa
Le nostre impressioni
Che stile e che prestazioni! Se il primo aspetto balza all’occhio e va oltre la soggettività, perché le scarpe con i lacci danno sempre un tocco di eleganza a prescindere, le performance sono un affare che riguarda le udog Cima da vicino.La suola è rigida, non è estrema ed è fatta davvero bene, perché invita a spingere sulla parte anteriore dove lo spessore è aumentato. L’arco plantare è uniforme e non presenta delle curvature e/o inserti di sostegno. Questo particolare, insieme al volume interno della calzatura, offrono ampi margini di sfruttabilità dei plantari personalizzati.
Piede sempre in linea
La tomaia non è cedevole, non spancia ai lati dove ci sono le due V inverse e neppure nell’arco plantare. Questo avviene anche con la soletta standard che è in dotazione alla udog Cima, bella da vedere, ma senza note tecniche di rilievo. Nell’insieme si può beneficiare di un piede sempre ben in linea con il pedale,sempre in assetto a prescindere dall’arretramento della tacchetta. A questo aggiungiamo una grande affidabilità della scarpa nella parte superiore, che non si dilata e non molla. L’assenza dei rotori non permette i micro-aggiustamenti in corsa, fattore che passa in secondo piano dopo qualche uscita e dopo la giusta presa di confidenza con il prodotto.
Il tallone delle Cima e la talloniera che completamente nascostaIl tallone delle Cima e la talloniera che completamente nascosta
In conclusione
Categorizzarla “solo” come una scarpa da palcoscenico e da danzatori della bicicletta è sbagliato. La udog Cima è una gran calzatura, fatta bene e curata, leggera e ventilata, disegnata e sviluppata da chi la bicicletta la vive sul serio. Questa scarpa non è solo un compromesso, tra stile e design, ma è performante e lo è in modo quasi inaspettato. Non è banale e la performance che esprime deve essere valutata nel complesso, senza prendere in esame pezzo per pezzo e sezione per sezione.
Tutte le parti lavorano insieme ed è un fattore che si percepisce quando viene indossata. E poi c’è un altro vantaggio, quello di una suola con le tre asole filettate per la tacchetta, che offrono uno slittamento di quasi un centimetro, che va a sommarsi a quello della cleat. Molte calzature di altissimo livello e costose non portano in dote questa soluzione. Il prezzo e la qualità, un rapporto ottimale tra i due, perché 250 euro di listino non sono molti, anche in considerazione degli standard attuali della categoria.
I numeri hanno cambiato il modo di allenarsi, di sviluppare una performance e di andare in bicicletta a prescindere. Ne parliamo con coach Luca Bianchini di MagneticDays