Loda 2022

Da pro’ ai ragazzi, le mille vite di Nicola Loda

28.02.2022
5 min
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Dopo ben 12 anni fra i professionisti, una carriera da prezioso gregario conclusa nel 2006, Nicola Loda si è rimesso in gioco senza mai lasciare la bici. Anzi, le sue attività sono andate moltiplicandosi, fino all’ultima, per alcuni versi la più importante perché gli dà modo di trasmettere la sua eredità, le sue esperienze ai più giovani. Da qualche tempo infatti il cinquantenne bresciano lo vediamo in giro per i campi da ciclocross, a trasmettere la sua passione ai più giovani.

Potrebbe sembrare strano, ma Loda è stato uno dei tanti stradisti che è venuto fuori proprio dall’attività sui prati. «Mi è sempre piaciuto – dice – lo facevo da ragazzo e ho ricominciato a farlo dopo come semplice appassionato, ma a dir la verità quando ho smesso mi sono dedicato al motocross e me la cavavo più che bene. Ho vinto due titoli regionali e sono stato terzo agli italiani, sempre fra gli amatori».

Poi hai smesso?

Non avrei voluto, ma quando ho fatto il conto delle fratture riportate, fra cui 4 costole e due volte al bacino per un totale di 11 ho capito che era arrivato il momento di dire basta e mettere la moto in garage… Ma mi è costato perché mi divertivo tanto. Io sono preparatore atletico e lavoravo con gente come Alessandro Botturi, Manuel Mondi, tutti corridori ai vertici del motocross italiano nell’enduro, mi divertivo con loro e spesso si sgassava per i circuiti.

Loda Motori 2005
La passione per i motori è di vecchia data: Loda ha anche vinto titoli regionali di motocross amatoriale
Loda Motori 2005
La passione per i motori è di vecchia data: Loda ha anche vinto titoli regionali di motocross amatoriale
Com’è nata la tua attività con i ragazzi?

Messa da parte la moto sono tornato a fare ciclocross, un paio di anni fa Paolo Zanesi del Team Piton mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto lavorare con i suoi ragazzi. Ho accettato volentieri perché mi è sempre piaciuto rimanere a contatto con i più giovani, provare a insegnare qualcosa di quello che ho imparato. Il rapporto con loro è stupendo, va ben al di là delle vittorie.

Perché?

Perché li vedo crescere piano piano, vedo che si temprano, che affrontano le gare con grinta come facevo io alla loro età. Quando c’è brutto tempo non si spaventano minimamente, anzi si mettono in gioco con ancora più entusiasmo. Poi, parallelamente, si instaura quel rapporto che li porta a confidarsi, a parlare di ciclismo ma anche di altro, a chiedermi consigli. Mi fanno tornare giovane…

Loda Fassa 2000
Nicola Loda è nato a Brescia il 27 luglio ’71. Pro’ dal ’94 al 2006, ha vinto 7 corse
Loda Fassa 2000
Nicola Loda è nato a Brescia il 27 luglio ’71. Pro’ dal ’94 al 2006, ha vinto 7 corse
Ti rivedi in loro?

Tantissimo, rivedo quello spirito che mi portò a gettarmi in questa attività. Spesso parlando cerco loro di far capire che cos’è il ciclismo, quanti sacrifici comporta, ma dico sempre loro che se uno scarso come me ha fatto 14 anni di professionismo, significa che davvero la strada è percorribile, se hai carattere.

Come vanno i tuoi ragazzi?

Direi che le nostre soddisfazioni ce le siamo prese. Arianna ed Elisa Bianchi (con lui nella foto d’apertura) hanno fatto prima e terza di categoria agli Assoluti, Baruzzi è giunto terzo, nel complesso quando conquisti 3 podi con 6 elementi a disposizione significa che hai lavorato bene e hai ottimo materiale fra le mani. Fra questi ragazzi ci sono i possibili atleti di domani, ma perché ciò avvenga non dipende solo dai risultati, è qualcosa che deve nascere da dentro.

Fanno solo ciclocross?

No, Baruzzi già corre su strada, io gli do qualche consiglio ma non voglio invadere il campo, ha una sua squadra e un suo preparatore per quello, però sa che ci sono. Elisa va in mtb. Rispetto ai miei tempi comunque riscontro che è vero che l’età per emergere si è abbassata, ma io vorrei che per loro il ciclismo mantenesse ancora quell’aspetto di gioco, di divertimento che è giusto per la loro età.

Loda Giovani 2022
Insegnare ai più giovani e nel frattempo divertirsi nelle Granfondo. La bici resta il trait union della sua vita
Loda Giovani 2022
Insegnare ai più giovani e nel frattempo divertirsi nelle Granfondo. La bici resta il trait union della sua vita
E’ diverso rispetto ai tempi tuoi?

Enormemente. Io a 16 anni uscivo e mi allenavo, sapevo se fare distanza o qualche lavoro specifico, ma andavamo a sensazione, ci si incontrava davanti al bar, si faceva sosta per un caffè… Ed era un bel gruppo: Velo, Zaina, Bontempi, tutta gente che ha vinto tanto. Oggi a 16 anni li vedi con il cardio al polso, senti che escono per fare tot minuti così e tot in quell’altra maniera, concentrati sugli allenamenti, dipendenti da tabelle, computer, numeri. Il divertimento dov’è?

Intanto la tua squadra di Granfondo va avanti…

Già, ecco un’altra passione. Quando ho smesso sono stato lontano anni dalla bici, poi però, lavorando alla Palestra Millennium, in tanti venivano da me sapendo il mio passato e mi chiedevano di allenarli. Il gruppo è andato aumentando e pedalando con loro mi è rivenuta la voglia. Alla fine il numero di tesserati per il Team Loda Millennium ha superato i 200… Di loro una trentina fanno le Granfondo agonisticamente, la maggior parte per divertirsi e visitare i posti.

Loda Belgrado 2021
In una gelida giornata a Sarajevo (BIH) Loda ha conquistato nel 2021 il titolo mondiale di Granfondo amatori
Loda Belgrado 2021
In una gelida giornata a Sarajevo (BIH) Loda ha conquistato nel 2021 il titolo mondiale di Granfondo amatori
E tu?

Non posso farci niente, io nella bici ho sempre visto qualcosa di agonistico. Non è che faccia nulla di particolare, mi tengo solo in forma e quando corro cerco di fare il meglio. Così sono arrivate vittorie e addirittura un titolo mondiale di categoria, a Sarajevo. Ma ve lo immaginate Nicola Loda campione del mondo?

Raccontaci…

Era stata una gara mica da ridere, 2.500 metri di dislivello, pioggia e freddo e il bello è che vedevo tanta gente in gara con pantaloncini…. Per fortuna tolsero un giro per il maltempo, a un certo punto si è messo anche a nevicare.

E ora?

Si va avanti, qualche gara alla domenica, dove spesso capita di incontrare i vecchi amici. Poi ci sono i ragazzi. Spesso mi chiedono di quando correvo, del mio passato e io spiego loro che, prima ancora che le tabelle, conta la vita sociale, il fare gruppo, i successi ho imparato che nascono da lì. Ma sapete quand’è che li vedo davvero sorridere? Quando dico loro che dopo le gare, tornando a casa, ci fermiamo da McDonald’s…