Grande comfort e un pieno supporto in ogni sua parte, queste sono le caratteristiche fornite nell’immediato dalla sella Repente Prime 3.0, ma non finisce qui. A queste si aggiunge una libertà di movimento che non ha pari e l’efficienza nelle fasi di spinta ringrazia. Il valore aggiunto di questa sella? La sella stessa che non è corta ed ha una lunghezza tradizionale. L’abbiamo provata.
Repente, concentrato di soluzioni
Il modello Prime 3.0 sotto molti punti di vista è un concentrato di soluzioni tecniche del marchio veneto, perché ci sono i due rail in carbonio unidirezionale T700 e la scocca costruita grazie alla tecnologia LCF. La struttura è resistente ed elastica al tempo stesso, ma in fase di seduta, anche dopo tante ore di sella non dà mai la sensazione di abbassarsi in maniera eccessiva. Inoltre è utile ed efficace anche in fase di smorzamento, ad esempio quando si percorre un tratto di strada sconnesso.
La Repente Prime 3.0 ha la cover sostituibile (tecnologia RLS), che separa la parte superiore dalla scocca. C’è il design Ergo Shape. A prescindere dalla larghezza (quella da noi testata è da 142 millimetri, ma è disponibile anche la versione da 132) il movimento dell’anca, della muscolatura interna alla coscia e di conseguenza tutta l’azione dell’arto inferiore, godono di massima libertà, senza sacrificare il supporto e la stabilità. L’efficacia di spinta e di trazione ne guadagnano.
Le due parti di cui si compone la sella: scocca e cover La vite del sistema RLS, per fissare lo scafo alla cover
Non solo una sella col buco
Il canale anatomico c’è ed è evidente, eppure è difficile inserire la Prime 3.0 nella categoria delle selle con il buco. Tutta la parte del naso è “piena”, con una lunghezza di 9,5 centimetri, imbottita il giusto e ben sostenuta grazie ad una EVA di ottima consistenza e con una larghezza di 4,4. Sembra più larga, invece è perfettamente in linea con le misure della categoria.
Lo scafo, vicino al canale anatomico è ben nascosto e protetto dalla cover. In questo punto il supporto è eccellente, grazie alla combinazione di un’imbottitura omogenea e di uno scafo che non tende mai ad abbassarsi in modo eccessivo. E poi c’è il piccolo spoiler che funge anche da giunto, bello da vedere, con la funzione meccanica di stabilizzare la sella. La copertura è in microfibra resistente all’acqua e alle abrasioni, mentre il foam è in EVA superleggera.
Lo scafo, un blend tra materiale plastico e carbonio a fibra lunga Rail e scocca, due materiali differenti I rail in carbonio UD
Lo scafo, un blend tra materiale plastico e carbonio a fibra lunga Rail e scocca, due materiali differenti I rail in carbonio UD
Alcuni numeri della Repente Prime 3.0
Ha una lunghezza di 275 millimetri, per una larghezza di 142 (versione test). I due rail in carbonio hanno un diametro di 7×9 millimetri, una misura classica e specifica per le selle in carbonio. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 159 grammi. Il prezzo di listino è di 179 euro, eccellente se consideriamo l’elevata qualità del prodotto.
Le nostre impressioni
La Prime 3.0 di Repente è la sella che ti aspetti, perché tutto porta a considerare che una sella così ben fatta, curata e confezionata, non possa che essere comoda e ampiamente sfruttabile, ben oltre le caratteristiche soggettive. Il fattore che emerge in primissima battuta è il grip del rivestimento, che limita tantissimo lo scivolamento, senza creare attriti e fastidi. E poi il supporto, percepibile in ogni parte, anche e soprattutto vicino al canale anatomico. Qui il primo vantaggio che merita una menzione particolare: le selle con il buco e/o il canale di scarico sono un mondo a parte.
Per funzionare a dovere devono essere costruite in modo da non trasmettere quella sensazione di sfondamento, proprio vicino al foro, lasciando libero (per quanto possibile, perché ci sarebbe da considerare anche l’imbottitura della salopette) il pavimento pelvico, che ha comunque bisogno di sostegno. Questa sella Repente, in fatto di supporto, sembra una sella tradizionale di alta caratura, senza il buco.
Il profilo laterale dove si nota la forma della zona larga La zona più larga scende verso il basso La microfibra è cucita vicino al canale
Il profilo laterale dove si nota la forma della zona larga La zona più larga scende verso il basso La microfibra è cucita vicino al canale
Il peso si scarica nella zona più larga
Ci sono da considerare le tuberosità ischiatiche (ribadendo che abbiamo testato la Prime 3.0 da 142), ma una sella che invita a sfruttare a pieno la zona larga di appoggio, è una sella “buona”. E poi ci sono quella sorta di “alette” laterali che scendono verso il basso, si piegano quel tanto che basta per adeguarsi al corpo e all’azione della gamba, senza limitare il gesto e la profondità della pedalata.
Si mantiene un contatto ottimale con la sella, in maniera costante, al pari di un prodotto che si adatta nel modo adeguato. Sembra di avere una sella spoilerata nella sezione posteriore, che asseconda anche l’azione dei glutei quando si sta seduti per lunghi periodi (ad esempio durante le salite lunghe). Ci siamo trovati a nostro agio con la sella perfettamente in bolla.
La zona del naso La larghezza del naso Il ponticello posteriore, blocco unico con lo scafo
La zona del naso La larghezza del naso Il ponticello posteriore, blocco unico con lo scafo
In conclusione
Al di la dell’aspetto tecnico, che vede nella possibilità di cambiare la cover comunque un dettaglio da non trascurare, la Repente Prime 3.0 è il risultato di tanti dettagli ricercati e messi insieme. Questi stessi dettagli permettono di sfruttare un prodotto dalle prestazioni superlative, sicuramente versatile e anche sostanzioso. La sella non dà mai la sensazione di essere un giocattolo, pur avendo un peso ridotto (non estremo) e un’imbottitura in EVA non eccessivamente spessa.
Crediamo che la longevità sia parte del pacchetto, ma è pur vero che andrebbe utilizzata e valutata (sotto questo aspetto) per un periodo molto più lungo. E poi c’è quello scafo, sottile e elastico, che si adegua, ma non cede mai. Il rapporto tra la qualità della sella ed il prezzo di listino? A nostro parere ben al di sopra della media della categoria, perché 179 euro non sono molti, per una sella Made in Italy di questa fattura.