Intolleranze e mode: viaggio nelle trappole della nutrizione

20.10.2021
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L’idea c’è venuta due giorni fa, parlando con Battistella dopo la vittoria alla Veneto Classic. In piena euforia per il primo successo da professionista, Samuele ci disse di aver risolto la gastrite che lo aveva tormentato al Giro d’Italia (in paertura nella tappa di Canale, la peggiore per lui) e che essa derivava da intolleranze alimentari finalmente rintracciate. Ma davvero un’intolleranza alimentare può essere così invalidante?

Lo abbiamo chiesto a Erica Lombardi, dietista dell’Astana-Premier Tech che assieme agli allenatori del team ha contribuito a rimettere in sesto Battistella fino alla sospirata vittoria.

«Il caso di Samuele – spiega la toscana – è solo uno degli esempi di quello che succede nel ciclismo e nello sport in generale. C’è una grande confusione fra le allergie e le intolleranze. Le prime provocano una reazione del sistema immunitario fino anche allo shock anafilattico, le seconde danno reazioni di altro tipo e meno violente. Le prime sono legate alla semplice assunzione, le seconde al superamento di una quantità critica».

Togliere il glutine è una moda: può essere necessario, ma non tutti hanno la stessa risposta
Togliere il glutine è una moda: può essere necessario, ma non tutti hanno la stessa risposta

Il discorso è noto e insieme complesso. Le due grandi allergie sono quelle alle proteine del frumento (grano) e del latte (che sono immunomediate). Le due più grandi intolleranze sono quelle al glutine (celiachia) e al lattosio che si ricercano rispettivamente con biopsia in ultimo e breath test (test del respiro). Per le altre intolleranze la situazione è più complessa, ma si passa comunque per l’intervento del medico.

Si potrebbe anche procedere per tentativi, come spesso accade. Ma se si ha a che fare con un atleta professionista e il problema viene fuori durante la stagione, c’è poco tempo da perdere e non si può prescindere, come accaduto per Battistella, da una diagnosi che quelle intolleranze le ha effettivamente individuate.

Sganciandoci dal caso specifico, sono discorsi che si sentono sempre più spesso. Perché di colpo salta fuori l’intolleranza?

Perché ci sono le mode. E una di queste è quella che più fuorvia i corridori che iniziano a seguire diete con prodotti artificiali e non specifici. Adesso si tende a togliere il glutine e poi magari ne parliamo. Ma tutti i prodotti senza glutine e anche quelli senza lattosio sono arricchiti con altri ingredienti. Le bevande di avena o di riso con cui viene sostituito il latte contengono sale, olio e altri ingredienti che le rendano appetibili. Quali conseguenze hanno questi ingredienti sull’organismo dell’atleta? In alimentazione bisogna cercare di costruire, l’atleta deve essere nutrito. Togliere e basta porta spesso problemi.

Nelle bevande alternative al latte vengono usati ingredienti per renderle appetibili
Nelle bevande alternative al latte vengono usati ingredienti per renderle appetibili
Si tende a togliere il glutine…

Il glutine è la parte proteica del cereale, magari può servire. Si tolgono cose che magari non sono contemplate nella tua nutrigenomica e…

Aspetta, scusa, definisci nutrigenomica per favore?

In parole semplici, ci sono due tipi di studio di cui tener conto: la nutrigenetica e la nutrigenomica. La prima è la branca scientifica che indaga su quanto la costituzione di un individuo possa influire sulla sua dieta. La nutrigenomica, invece, fa il percorso opposto. Cioè indaga su come la dieta influenzi le predisposizioni genetiche dell’individuo. Ogni persona ha risposte diverse rispetto a quello che mangia. Togliere a tutti lo stesso nutriente non ha lo stesso effetto.

Come l’allenamento?

Esatto, si deve personalizzare. Non è che se tutti vanno in altura hanno la stessa risposta, no? Il dietista serio è quello che parlando con l’atleta individua la giusta combinazione in base alle sue caratteristiche. Si devono guardare gli orari in cui mangia, il ritmo circadiano degli ormoni… Bisogna guardare cosa mangia, con cosa viene abbinato. Se mangi sempre uguale e salta fuori una reazione anomala, allora c’è un problema.

Erica Lombardi è la dietista toscana dell’Astana, ma segue anche altri atleti (foto Instagram)
Erica Lombardi è la dietista toscana dell’Astana, ma segue anche altri atleti (foto Instagram)
Ci sono dietisti meno seri?

Il corridore per tanti è un cliente e non un paziente, cui cercano di vendere qualsiasi cosa. Tolgono il latte e per compensare mettono due volte il pesce, che però potrebbe contenere mercurio. Non esiste il cibo buono che fa bene in assoluto, dipende da come viene usato. Fanno diete senza glutine e basso contenuto di carboidrati, perché così impone la moda, poi appena assumono un minimo di carboidrati si riempiono d’acqua. L’alimentazione del corridore va definita e deve essere ripetibile, perché non sempre hanno dietro il dietista e il cuoco.

Battistella si era… inceppato per un’intolleranza?

E anche per altri fattori. Le intolleranze c’erano e un medico le ha diagnosticate, si è trattato poi di verificare la quantità soglia. Non si trattava di eliminare, ma di dosare. Per un corridore, l’equilibrio gastrico è fondamentale. Il fegato e lo stomaco devono essere in perfetto ordine. Bevono tanto. Mangiano tanto. Subiscono sbalzi termici e scossoni di strade irregolari, come sul pavé. Poi c’è il fattore emotivo, perché ci sono studi anche sulle emozioni legate al cibo. Lo sfogo per un’intolleranza in questi casi sono reazioni gastro-intestinali. Infiammazioni intestinali, che rischiano di diventare croniche e sono invalidanti.

Come ci si accorge se un corridore ha questi problemi?

Serve il medico, superficialmente si può fare un’anamnesi nutrizionale, ma non arrivi alla causa esatta. Ce ne possiamo accorgere durante una corsa a tappe perché siamo sempre lì, ma poi si deve passare sempre dal medico per escludere i vari fattori e capire se le cause siano organiche o psicologiche. Purtroppo combattiamo quotidianamente con questi miti e falsi miti che nel ciclismo dilagano.

Perché?

Perché i corridori sono sempre in cerca di qualcosa che li faccia andare più forte, senza rendersi conto che la soluzione il più delle volte passa dalle cose più semplici. Vi faccio l’esempio di Marta Bastianelli. Ha solo dovuto mettere ordine nella dieta e nella distribuzione dei pasti e ha ricominciato ad andare fortissimo. Senza chissà quali accorgimenti cervellotici. La semplicità è la chiave di tutto.