GOLE DEL FURLO – Dyora R, il nuovo completo estivo ad alte prestazioni di Assos, pensato per le cicliste più competitive. Altamente aerodinamico e traspirante, si adatta alle forme del corpo, creando una forte sensazione di comfort. Abbiamo avuto l’occasione di provarlo nel suggestivo scenario delle Gole del Furlo, lungo uno dei bellissimi itinerari proposti da Marche and Bike (Acqualagna, in provincia di Pesaro Urbino).
Dyora R è la nuova collezione femminile della linea Equipe RS S11 di Assos (la stessa usata dalle squadre professionistiche, come la nazionale svizzera e il Tudor Pro Cycling Team). Caratterizzato da tagli vivi, il kit si prefigge di diventare come una seconda pelle, con l’obbiettivo di minimizzare il più possibile l’attrito dell’aria. Inoltre è confezionato con tessuti ad alte prestazioni, sia in termini di traspirabilità che di asciugatura.
La fase finale di questo test si è svolto nelle Gole del Furlo, tenendo la sede di Marche Bike come punto di partenzaLa fase finale di questo test si è svolto nelle Gole del Furlo, tenendo la sede di Marche Bike come punto di partenza
Bib Shorts S11, zero cuciture
In particolare, la salopette DYORA R BIB SHORTS S11 è realizzata in Type.911. Si tratta di un tessuto indemagliabile resistente alle abrasioni, altamente idrofobico e ad asciugatura rapida, che previene l’accumulo di sudore e il relativo aumento di peso che ne deriva. In aggiunta, il fondello è realizzato con materiali in schiuma a compressione integrati, per un modello racing da 9 mm traspirante.
E’ modellato con la tecnologia Thermoformed, che previene ed elimina il problema delle piaghe ed abrasioni. DYORA R BIB SHORTS S11 facendo parte di una linea racing, è leggermente più lungo del modello regular fit standard. La sua aerodinamicità è data, oltre che dai tessuti, dal suo stile senza cuciture.
Tre tasche nella parte posteriore della maglia Assos in tessuto AirCellLa bretella ha geometria A-frame che impedisce gli abbassamentiIl pantaloncino ha taglio vivo che aderisce come una seconda pelleIl pantaloncino resta in posizione grazie a questi insertiLe maniche sono più lunghe per l’aerodinamica e non si arrotolano inavvertitamenteSi pedala per tutto il tempo avendo indosso la sensazione di una seconda pelle e di asciuttoTre tasche nella parte posteriore della maglia Assos in tessuto AirCellLa bretella ha geometria A-frame che impedisce gli abbassamentiIl pantaloncino ha taglio vivo che aderisce come una seconda pelleIl pantaloncino resta in posizione grazie a questi insertiLe maniche sono più lunghe per l’aerodinamica e non si arrotolano inavvertitamenteSi pedala per tutto il tempo avendo indosso la sensazione di una seconda pelle e di asciutto
La maglia in tessuto AirCell
DYORA R JERSEY S11 utilizza come tessuto principale AirCell, un materiale ultraleggero con elevata traspirabilità. La maglia rimane in posizione durante le pedalate grazie alla tecnologia PILtec Plug-In. E’ una leggerissima striscia di tessuto ultra traspirante abbinata a micro tasselli in silicone presenti sull’orlo posteriore. Inoltre, le maniche nastrate e la zip creano una finitura a basso ingombro che non provoca attriti e ne aumenta la resistenza.
Una seconda pelle
La sensazione è quella di avere seriamente addosso una seconda pelle. In particolare, la salopette avvolge completamente il corpo, senza però esercitare pressione in vita nelle posizioni più aerodinamiche. Il fondello rimane ben stabile in ogni movimento, fornendo sicurezza e comfort immediato.
La maglia è talmente leggera che sembra di non sentirsela addosso. Le maniche rimangono perfettamente in posizione, evitando il fastidiosissimo e antiestetico effetto della “manica arrotolata”. Oltretutto, considerando che la maglia utilizzata nel test è di colore nero, la prova di traspirabilità può considerarsi superata a pieni voti! Infatti, a fine pedalata ci si sente freschi e puliti, come prima di iniziare. DYORA R JERSEY S11 è perfetto per le lunghe pedalate estive, anche nelle tinte più scure.
Assos Dyora R è disponibile in 3 colorazioni per la salopette e in 5 differenti colori per la maglia, dalle taglie XS alla 2XL. Il prezzo è di 190 euro per la salopette e 150 euro per la maglia.
GOLE DEL FURLO – C’è un angolo delle Marche poco conosciuto, si trova a Nord Ovest della regione, nell’entroterra dell’Appennino umbro-marchigiano. Strade nascoste ai più, alle pendici del Monte Catria, Nerone e Petrano. Le avevamo in parte raccontate in relazione alla rinascita dopo il terremoto del 2016, ma oggi il focus è un altro. Nomi di borghi come Apecchio, Piobbico, Frontone… che potranno non dirvi nulla perché fuori dalle rotte tradizionali, piccoli centri collegati da stradine, dove incontrare un’auto spesso è un’impresa. Quale miglior zona, allora, per creare un anello ciclabile che li abbraccia tutti?
La Ciclo Appenninica Alte Marche è realtà: 200 chilometri che lambiscono anche il territorio umbroLa Ciclo Appenninica Alte Marche è realtà: 200 chilometri che lambiscono anche il territorio umbro
Come in Nord Europa
Il progetto ora c’è, è realtà e si chiama Ciclo Appenninica Alte Marche (CAAM, questo il sito web), una ciclovia di 200 chilometri che vede come Ente capofila l’Unione Montana di Catria e Nerone e che gira intorno ai tre monti sopracitati, lambendo il confine con l’Umbria.
Il percorso è interamente tabellato ad ogni bivio e in ognuno dei nove comuni toccati dall’anello ci sono delle piccole quanto comode “bike station”. Vi si possono ricaricare le e-bike (previa registrazione al sito), consultare cartelli con altimetrie e planimetrie ed usufruire di attrezzi per la manutenzione d’emergenza delle vostre bici. Una chicca che richiama gli standard nordeuropei e che strizza l’occhio al ciclista esigente tanto quanto alla famiglia che si accinge ad intraprendere la sua prima vacanza a pedali.
La Bike Station di Acqualagna permette di eseguire la manutenzione e, iscrivendosi, la ricarica per e-BikeLa Bike Station di Acqualagna permette di eseguire la manutenzione e, iscrivendosi, la ricarica per e-Bike
Le Gole del Furlo
La tappa di partenza del nostro tour, che percorreremo in due frazioni, è fissata in una delle località più suggestive della zona, ovvero nelle Gole del Furlo, un gioiello che la natura si è divertita a creare grazie alla forza erosiva del fiume Candigliano.
Proprio allo storico Bar Furlo ci attende il nostro compagno di viaggi, un testimonial d’eccezione che risponde al nome di Giacomo Pieri, detto “Zico” per i suoi trascorsi calcistici. Giacomo è un cosiddetto “ultracycler”, che vanta diversi “Everesting”. Sarà per questo che siamo rincuorati quando scopriamo che a pedalare, almeno per il primo giorno, ci sarà anche sua moglie Emanuela…
Il tempo di un caffè e siamo già in bici, lasciandoci alle spalle le gole ed una pittoresca galleria scavata nella roccia dai romani intorno al 70 d.C.
Le Gole del Furlo e la galleria romana, lungo la via Flaminia, con l’iscrizione che celebra la realizzazioneGuide d’eccezione in questa prima esplorazoone sono Giacomo Pieri, detto “Zico”, e sua moglie EmanuelaLa Gola del Furlo è un canyon che è stato scavato nei millenni dal fiume Candigliano (affluente del Metauro)Dal 2001, con decreto del Ministero dell’Ambiente, è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del FurloLe Gole del Furlo e la galleria romana, lungo la via Flaminia, con l’iscrizione che celebra la realizzazioneGuide d’eccezione in questa prima esplorazoone sono Giacomo Pieri, detto “Zico”, e sua moglie EmanuelaLa Gola del Furlo è un canyon che è stato scavato nei millenni dal fiume Candigliano (affluente del Metauro)Dal 2001, con decreto del Ministero dell’Ambiente, è stata istituita la Riserva naturale statale Gola del Furlo
Arte e tartufi
La prima tappa è Acqualagna che, oltre ad aver dato i natali ad Enrico Mattei, visionario presidente dell’Eni, lega indissolubilmente il suo nome al tartufo bianco. Infatti sussiste un percorso dedicato che unisce la visita al Museo con quella in azienda fino alla degustazione dell’oro bianco nei vari ristoranti, per un’esperienza totalmente gratificante sia dal punto di vista visivo, olfattivo e gustativo.
Ci dirigiamo verso sud e in una decina di chilometri raggiungiamo Cagli che è proprio la località dove vivono Zico ed Emanuela. Qualche loro compaesano li saluta e fa sempre piacere raggiungere i piccoli centri urbani come questo in bicicletta, proprio per respirare una dimensione più spiccia della socialità.
«Questa è la piazza del teatro», dice Zico mentre ci concediamo una sosta sugli scalini antistanti l’edificio. Ma ciò che ci colpisce è il Torrione Martiniano del 1481, oggi centro di scultura contemporanea. Un giro in bici attorno al Torrione ci lancia verso la prossima tappa, assaggiando la prima salita di giornata che ci porta a pedalare intorno ai 600 metri di quota, lasciando l’ambito collinare per uno più decisamente montano.
Dopo il valico nei pressi di Rocca Leonella, una discesa mediamente tecnica porta a PiobbicoSiamo in una porzione di Marche con la durezza delle montagne e il fresco delle sue faggeteSi arriva a Piobbico, ecco Ponte e Castello BrancaleoniDopo il valico nei pressi di Rocca Leonella, una discesa mediamente tecnica porta a PiobbicoSiamo in una porzione di Marche con la durezza delle montagne e il fresco delle sue faggeteSi arriva a Piobbico, ecco Ponte e Castello Brancaleoni
Il paese dei brutti
Le strade si fanno più isolate e secondarie, si incuneano talvolta in delle valli strette (siamo alle pendici del Monte Nerone, la cui vetta supera i 1.500 metri) che ricordano un altro scenario marchigiano, quello dei Sibillini, lasciando trasparire il potenziale cicloturistico di questa CAAM.
Dopo il valico nei pressi di Rocca Leonella, una discesa mediamente tecnica ci porta a Piobbico, conosciuto come il “paese dei brutti” (sic!) a causa di un’associazione nata nel 1879 col preciso scopo di trovare marito alle “zitelle” del paese. Il borgo è dominato dall’alto dal Castello Brancaleoni, che sarebbe meglio definire un palazzo date le 135 stanze che contiene al suo interno. Noi riempiamo le borracce in una fontanella accanto al ponte in pietra che supera il Fiume Candigliano e proseguiamo il nostro giro in bici verso Apecchio.
In Piazza Matteotti a Cagli, si trovano il Palazzo Maggiore e il Palazzo del Podestà, edificati nel 1289Sul valico di Acquapartita, il Ristorante Martinelli e i suoi funghi sono una tappa da valutareNon solo funghi, ma anche caciotta: i sapori della montagna hanno radici profondeSulla maglia di chi ci ha servito la ricetta del dolce tipico bostrengoIn Piazza Matteotti a Cagli, si trovano il Palazzo Maggiore e il Palazzo del Podestà, edificati nel 1289Sul valico di Acquapartita, il Ristorante Martinelli e i suoi funghi sono una tappa da valutareNon solo funghi, ma anche caciotta: i sapori della montagna hanno radici profondeSulla maglia di chi ci ha servito la ricetta del dolce tipico bostrengo
Il valico di Acquapartita
E proprio ad Apecchio ci attende una sosta molto… golosa. Assaggiamo difatti un dolce della tradizione: il Bostrengo di Apecchio, il dolce del ciclista, a base di pane raffermo, noci, fichi, mela… tanto che la ricetta la si può leggere stampata sulla t-shirt che indossa il cameriere del locale dove ci fermiamo. Un energetico favoloso per chi va in bici! Un sorso di fresca birra artigianale del posto è quello che ci vuole per affrontare la “Cima Coppi” della ciclovia, il valico di Acquapartita posto a 860 metri di quota che raggiungiamo dopo 8 chilometri al 5 per cento di pendenza.
Più arcigna la successiva salita, sebbene più corta, quella che porta a Mòria, una serie di tornanti in 2 chilometri e mezzo al 10 per cento di pendenza media chiudono la prima tappa del nostro tour nelle Alte Marche. Fin qui è stata una vera scoperta e non vediamo l’ora che sorga di nuovo il sole per la seconda parte del nostro viaggio!
Dopo aver scoperto il primo anello di Fermo Rebirth, ecco gli altri due. Zone più aspre. Eppure capaci di rubarti il cuore con le strade e le loro vette
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