Conoscete Bike Aid? Mulubrhan è passato da lì

02.05.2023
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Spesso si è parlato del Team Qhubeka (oggi Q36.5) e di quanto sia stato importante nell’evoluzione del ciclismo africano. La creatura di Douglas Ryder non è però l’unica che ha agito in tal senso: dal 2005 esiste un team tedesco, Bike Aid, che è cresciuto lontano dai clamori del WorldTour, ma costruendo qualcosa di solido. Basti pensare che fra contribuenti e sponsor, sono oltre 1.200 coloro che a vario titolo partecipano all’evoluzione del team.

Tanti sono i corridori che sono passati fra le sue fila e uno di questi è ultimamente balzato agli onori delle cronache, l’eritreo Henok Mulubrhan, campione continentale da due anni e sul quale ha messo gli occhi un intenditore come Patrick Lefevere e che corre attualmente alla Green Project-Bardiani.

Anton Wiersma è il diesse del team, tocca a lui gestire in toto tutta l’attività
Anton Wiersma è il diesse del team, tocca a lui gestire in toto tutta l’attività

A raccontare qualcosa di più sulla storia e sulle motivazioni del team tedesco è il suo direttore sportivo, Anton Wiersma che da tempo ha dedicato tutte le sue energie alla causa.

«Bike Aid ha iniziato come semplice realtà locale – racconta – ma Matthias Schnapka e Timo Schaefer volevano farne qualcosa di più grande e dal 2014 la squadra è diventata professionistica, a livello continental. Timo ha lasciato il team per nuove esperienze lo scorso anno, Matthias è ancora con noi, con l’entusiasmo di sempre».

Come avviene la scelta dei corridori che entrano a far parte della squadra?

Abbiamo un team davvero diversificato, una vera multinazionale con una base di corridori tedeschi, ma anche francesi e olandesi e poi ci sono Dawit Yemane ed Eric Muhoza, rispettivamente provenienti da Eritrea e Ruanda. Onestamente riceviamo molte candidature, molte persone ci chiedono di unirsi al team. Noi li studiamo, li vediamo in corsa e fuori. Ad esempio abbiamo alcuni contatti in Africa che ci parlano dei corridori del posto, delle gare che fanno, il che è davvero prezioso per noi. Per i corridori tedeschi il nostro terreno di studio è la National League, la Bundesliga, dove corre il nostro team di sviluppo. Quest’anno sono stati promossi due ragazzi da lì.

Il team al Tour of Rwanda, dove ha colto buoni piazzamenti con Yemane e Muhoza
Il team al Tour of Rwanda, dove ha colto buoni piazzamenti con Yemane e Muhoza
In base alla vostra esperienza, quali sono i Paesi africani dove il ciclismo è già una realtà e quelli dove invece si può fare molto di più?

Domanda interessante. Naturalmente, il più facile da dire è l’Eritrea. Hanno già una grande storia con buoni ciclisti. Conosciamo tutti Daniel Teklehaimanot, che è stato il primo africano a indossare la maglia a pois nel 2015. Poi c’è il Sud Africa che ha già dei ciclisti davvero bravi e con strutture simili alla nostra. Ma ovviamente questo è un diverso tipo di Africa rispetto, ad esempio, al Kenya, senza una tradizione legata al ciclismo perché ci si dedicava alla corsa a piedi, ma dove ora c’è anche molta attenzione da parte, ad esempio, di Ineos, che sta lavorando sodo lì. E ci sono ancora molti Paesi in cui ci si può sviluppare molto di più.

Quali ad esempio?

Il Rwanda è ora piuttosto interessante e in forte espansione, con i Campionati del mondo in arrivo e con la più grande corsa statale UCI in Africa. Infatti è oggetto di grande interesse anche dal punto di vista economico.

Henok Mulubrhan ai tempi della sua permanenza nel Bike Aid Team. Per lui un futuro nel WT?
Henok Mulubrhan ai tempi della sua permanenza nel Bike Aid Team. Per lui un futuro nel WT?
Quanto è importante per la vostra attività l’apporto delle sottoscrizioni popolari promosso dal sito?

E’ importante che le persone capiscano il progetto che stiamo portando avanti. La comunità dietro di noi ci aiuta davvero in questo e sta anche donando denaro direttamente, andando in Africa per migliorare il ciclismo. Non possiamo pensare solo alla squadra, il nostro progetto è più ampio. E per questo speriamo che la comunità si ampli sempre di più.

Da voi è passato anche Henok Mulubrhan, oggi campione africano e pronto a entrare nel WorldTour. Che cosa puoi dirmi di lui?

E’ un corridore davvero speciale, ma soprattutto un bravo ragazzo, onestamente. Era nel Team Qhubeka, era in procinto di passare nel WT già allora, ma poi sono insorti i problemi ben noti. Henok ha sofferto quella situazione. Ci ha contattato chiedendoci se c’era un posto disponibile per lui nel team. Eravamo al completo, ma visto il suo talento, era davvero una grande opportunità. Con noi in realtà ha fatto solo due gare a tappe, ad Antalya e il Tour of Rwanda, ma aveva già destato una grande impressione. Poi si è trasferito alla Bardiani.

Eric Muhoza è ora uno degli elementi di spicco del team tedesco
Eric Muhoza è ora uno degli elementi di spicco del team tedesco
Ci sono stati altri corridori del Bike Aid Team che hanno poi avuto una carriera professionistica?

Sì, ad esempio Mekseb Debesay, anche lui eritreo, con noi dal 2014 e che dal 2016 al 2018 ha corso nel Team Dimension Data per poi tornare da noi e vincere il titolo africano nel 2019.

Chi sono ora i corridori del team che possono emergere?

Se guardiamo ancora agli africani, abbiamo Dawit Yemane ed Eric Muhoza, che hanno mostrato prestazioni davvero notevoli. Dawit ha vinto la classifica per scalatori in Algeria, è stato davvero entusiasmante da vedere e spero che in Europa possano crescere ancora di più. Tanto magari da ottenere un contratto con una squadra pro.

Wesley Mol, olandese di 24 anni, uno dei 5 stranieri del team teutonico
Wesley Mol, olandese di 24 anni, uno dei 5 stranieri del team teutonico
Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno?

Vogliamo aiutare e sviluppare corridori come Dawit ed Eric per raggiungere un posto più alto. E accanto a questo, abbiamo anche i nostri obiettivi sportivi, quindi vogliamo vincere. Ci siamo già andati vicini due volte quest’anno e a fine marzo abbiamo ottenuto un terzo posto alla Volta ao Alentejo in Portogallo con Pirmin Eisenbarth, giovane corridore tedesco che è scattato davvero bene. Quindi, sì, speriamo di poter ottenere un’altra vittoria.

Cosa rappresenta per te la vittoria di uno dei tuoi corridori?

E’ sempre una sensazione davvero speciale all’interno della squadra. Ogni anno abbiamo almeno 3-4 vittorie e questo porta una grande motivazione anche agli altri corridori. Se un corridore ha successo, fa crescere anche gli altri. Ciò porterà la squadra a raggiungere un livello superiore e quindi vedremo cosa riserva il futuro.