Garmin Power Guide, la training technology è divertente

11.01.2023
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Ci siamo messi alla prova utilizzando la funzione Garmin Power Guide presente sul nostro Edge 1040 Solar. Power Guide permette di creare una strategia dello sforzo e se utilizzata nel modo corretto aiuta a comprendere meglio come gestire l’erogazione dei watt nei vari momenti ed in base alla planimetria del tracciato.

La Power Guide si associa e si sviluppa su un percorso caricato in precedenza sul dispositivo (creato direttamente da Garmin Connect, oppure da app esterne come ad esempio Komoot). Questo fattore può essere un enorme vantaggio per diverse categorie di utenti, che anche grazie ai numeri si pongono degli obiettivi stagionali.

Quando i valori rientrano nel range della Power Guide, nessuna cifra va in rosso
Quando i valori rientrano nel range della Power Guide, nessuna cifra va in rosso

Per ciclisti evoluti

Strategia dello sforzo non significa andare costantemente a testa bassa, oppure troppo piano a guardare l’erba dei fossi. Per strategia dello sforzo si intende essere coscienti, capire ed interpretare quanto il nostro motore riesce a performare su quella tipologia di tracciato nel lasso di tempo, creando anche delle sovrapposizioni con la ripetibilità dei numeri. Non è nulla di banale, anzi, proprio l’aspetto legato all’accostamento e valutazione delle nostre prestazioni all’interno dello stesso tracciato, ci facilita il compito di valutazione del nostro stato di forma, dove migliorare e anche il modo di gestione dell’attività. La Power Guide ci aiuta a creare uno storico.

E’ utile per chi si allena senza tabelle specifiche, ma è un ciclista evoluto ed utilizza una serie di strumenti (come ad esempio il power meter). Può essere un gran punto di riferimento per chi usa la Garmin Power Guide nelle uscite di distanza come una sorta di allenatore virtuale e prima di ogni altra cosa sfida se stesso.

La schermata principale prima di iniziare l’allenamento
La schermata principale prima di iniziare l’allenamento

La fatica è un valore ed è personalizzabile

All’interno della Garmin Power Guide lo sforzo è considerato una sorta di linea orizzontale, semplice, ma anche importantissima ai fini della gestione dell’allenamento. La sua personalizzazione influisce in modo esponenziale sulla qualità complessiva dell’allenamento, su come il nostro corpo metabolizzerà il training nelle ore successive, sui tempi di recupero e ovviamente anche sul nostro stato di salute.

L’intensità può essere modificata durante la corsa. Un bel vantaggio che ci permette di segmentare ulteriormente l’allenamento e metterci alla prova. Possiamo andare a tutta per le prime due ore, facendo una sorta di specifico al medio, alla soglia e con qualche puntata in fuori soglia, per poi continuare ad un ritmo più blando mettendo in saccoccia un’uscita lunga dalla qualità elevata. Oppure possiamo impostare un valore al pari di una Z2 o Z3 bassa per le prime 4 ore, aumentando fino alla soglia negli ultimi 60 minuti e testare le reazioni del nostro fisico (ma anche della testa). Giusto per fare un paio di esempi.

A prescindere dal grado di intensità, il valore di FTP non cambia (quello impostato sul profilo e sul device). In termini numerici cambiano prima di tutto la potenza media stimata, la percentuale di sforzo e il tempo di percorrenza. La differente impostazione di gestione dello sforzo, ovviamente influisce anche sulla funzione Stamina, ovvero su quanta energia rimane nel serbatoio alla fine dell’allenamento.

Facile da vedere e interpretare

La Garmin Power Guide è semplice da impostare, da vedere ed interpretare in ogni momento della corsa. Certo, lo schermo ampio del 1040 aiuta parecchio, ma l’immediatezza della funzione è qualcosa di esemplare. Per semplificare ulteriormente, l’attività è suddivisa in settori in base al cambio di quota (split). All’interno di un percorso programmato di oltre 200 chilometri, gli split possono superare anche le 100 unità.

La schermata specifica della Power Guide è strutturata grazie a 7 campi: la lunghezza del segmento, i valori specifici legati a quello split e la planimetria. C’è una parte del mappale e la potenza media totale del giro prevista dalla Power Guide, sovrapposta alla nostra potenza media erogata. Ci sono la velocità e la pendenza.

L’impostazione del percorso attiva in automatico il navigatore, con le conseguenti indicazioni di ricalcolo del tracciato. Inoltre la Power Guide collima in modo perfetto con la funzione Climb Pro, in modo da gestire la profusione dello sforzo anche nel corso delle ascese. Con particolare riferimento alle ascese più lunghe, il parallelo delle due funzioni (Power Guide e Climb Pro) fa capire l’enorme importanza del “fondo medio”, che molti identificano come Z3.

Un ecosistema completo

In diverse occasioni abbiamo citato il termine ecosistema di Garmin, ovvero quell’insieme di strumenti che ci aiuta ad analizzare le performances e anche lo stato del benessere. A nostro parere una funzione come la Garmin Power Guide ci fa comprendere il mondo di possibilità che offre tutto quello che si cela dietro l’ecosistema fisico, ovvero quello che si può toccare.

Tante funzioni, tanti dati e numeri, grafici e possibilità di valutazioni che originano confronti e valutazioni. Grazie a queste cifre molti di noi sono in grado di interpretare le prestazioni soggettive, cosa che era impensabile solo qualche stagione fa. Questo non significa che la Power Guide e/o la app Garmin Connect sostituiscono le analisi del preparatore. Di sicuro possono alzare il livello medio di conoscenza dell’utente finale, che sia il ciclista fai da te, ma anche quello del pedalatore evoluto che vuole approfondire ulteriormente la conoscenza dei numeri che lo riguardano, confrontandosi con le proprie sensazioni e dando una forma a queste ultime.

Uno split della Power Guide all’interno di un segmento di salita
Uno split della Power Guide all’interno di un segmento di salita

Utile anche per il preparatore

Sviluppare una tabella, oppure delle sedute specifiche che si adattano all’obiettivo dell’atleta, considerando le caratteristiche planimetriche del tracciato (perché la Power Guide prende forma caricando un tracciato sul dispositivo), che sia una gara, oppure un periodo di competizioni consecutive? Perché no. Non è detto che sia semplice, ma di sicuro è possibile farlo e una funzione come la Garmin Power Guide lo rende possibile con qualità e dovizia di particolari strettamente legati alla prestazione fisica. Inoltre, l’insieme di fattori che si crea, permette di far collimare la strategia dello sforzo, ad una strategia ottimale di interpretazione della gara.

Garmin Edge 1040 Solar, più funzioni e maggiore efficienza

09.06.2022
6 min
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Il Garmin Edge 1040 Solar non è solo un nuovo bike device gps, ma è un dispositivo che dà ufficialmente il via ad una nuova generazioni di prodotti. Ci sono tante funzioni e alcune di queste sono un ulteriore passo in avanti nella gestione dei dati relativi alla performance.

I profili delle attività sono customizzabili tramite la app Garmin, direttamente dallo smartphone e gli stessi profili vengono ripresi dai dispositivi Garmin personali già inseriti nell’account. Cambia la struttura dell’aggancio al supporto, che ora è in alluminio e poi c’è una enorme autonomia del dispositivo. Entriamo nel dettaglio.

La sezione frontale è molto ridotta
La sezione frontale è molto ridotta

Edge 1040 Solar sfrutta la luce

Il suffisso Solar ben identifica questo nuovo dispositivo dell’azienda canadese e proprio la funzione che sfrutta l’energia solare è solo l’apice di un prodotto con tante conferme, molte novità e davvero intuitivo. Lo schermo (PowerGlass) touchscreen dell’Edge 1040 è una sorta di pannello di accumulo che porta ad avere una capacità fino a 100 ore di utilizzo in modalità save o di risparmio energetico (utilizzando questa modalità in condizioni di luce intensa, si prolunga l’autonomia di 42 minuti ogni ora), fino a 45 ore nel caso di un impiego intenso al massimo delle potenzialità.

Anche la configurazione della app è stata cambiata
Anche la configurazione della app è stata cambiata

Power Guide, funzione interessante

Grazie all’insieme dei dati offerti e alla facilità di lettura, ma anche di interpretazione della funzione, Garmin Edge 1040 integra una sorta di preparatore e direttore sportivo. La funzione, previa impostazione dei dati di base corretti, permette di sfruttare e adattare la performance in base al percorso, gestendo al tempo stesso lo sforzo. Quale può essere il vantaggio? Si possono sfruttare al meglio i numeri a favore della prestazione, facendoli collimare con le sensazioni del corpo e con la reale condizione fisica. Vogliamo considerare questa funzione come un suggeritore? Sì è così e si riduce il rischio di dare merito “solo” alle cifre.

Anche la funzione Stamina

Possiamo categorizzare questa funzione come una sorta di carico interno e specifico del nostro organismo, capace di monitorare in tempo reale il livello di stanchezza. Stamina è di fatto un altro strumento che ha l’obiettivo di minimizzare il rischio di sovraccarichi di lavoro e overtraining.

Schermo touch e tre pulsanti integrati

Il classico pulsante laterale in alto a sinistra, per accensione e spegnimento è accompagnato da due bottoni alla base del device. Il primo a sinistra ha il compito principale di dare il “LAP” durante la seduta di training specifico, il secondo (a destra) è utile per azionare manualmente lo start dell’attività.

La porta di ricarica del cavo è centrale, in mezzo a questi due pulsanti (non è sotto la scocca) e adotta il cavo del tipo USB-C.

L’ecosistema Garmin si amplia

Se dovessimo elencare tutte le funzioni e le migliorie del Garmin Edge 1040 Solar, non basterebbe un solo articolo. Qui entra in gioco quello che chiamiamo l’ecosistema Garmin, che oltre al dispositivo comprende i sensori esterni: power meter, Varia Radar, Garmin app e sensori cardio e tutti quei dispositivi collegabili in Ant+, con tutte quelle funzioni che arrivano anche dal passato. E poi c’è tutto quello che riguarda la navigazione e la precisione delle mappe, aggiornate costantemente.

I numeri del nuovo Edge

Ha un peso dichiarato di 133 grammi con uno schermo di 3,5”. E’ alto poco meno di 12 centimetri per una larghezza di 5,9 centimetri. Lo spessore totale è di 2 centimetri. Il prezzo di listino è di 749,99 euro e comprende il supporto/staffa road classico, uno specifico per l’off-road (adatto anche al gravel). E’ disponibile anche una versione “non Solar” ad un prezzo di 599,99 euro (quella Bundle con sensore di velocità, fascia cardio e cadenza ha un prezzo di 699,99 euro).

Una volta montato anche con la Varia Light
Una volta montato anche con la Varia Light

Parola a Ross Stirling

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il responsabile del reparto ricerca e sviluppo di Garmin, Ross Stirling.

Per quello che concerne lo sviluppo del prodotto quale è il passaggio più complicato?

Tecnicamente non esiste un passaggio più complicato di un altro. Uno dei fattori più importanti è ascoltare e capire le esigenze dell’utenza, creare dei prodotti in grado di fornire sempre più informazioni, ma al tempo stesso facili da usare. Un sistema nella sua totalità e complessità deve essere intuitivo e fruibile. L’impegno di Garmin è anche questo e credo che l’Edge 1040 è anche questo.

Il 1040 è un esempio di semplificazione e chiarezza grafica
Il 1040 è un esempio di semplificazione e chiarezza grafica
Ci sono ulteriori margini di sviluppo nella categoria dei bike device, oppure stiamo raggiungendo l’apice?

Lo sviluppo di un device non è solo una questione di tecnologie, ma è anche di opportunità. Non credo che abbiamo raggiunto l’apice dello sviluppo, semplicemente perché le necessità dell’utilizzatore cambiano in continuazione e i processi di ricerca e sviluppo si adattano proprio alle richieste dell’utente.

Il ciclismo è diventato un mondo di numeri, non credi che questo fattore possa diventare un limite?

No, i numeri non sono un limite e la dimostrazione arriva anche da una serie di nuovi utenti che il ciclismo ha abbracciato nell’era del Covid e post pandemia. Di sicuro il ciclismo e la bicicletta sono un esempio di quanto la tecnologia è entrata nello sport e abbia cambiato il modo di muoversi, allenarsi e performare. Se i numeri usati nello sport sono una cosa relativamente nuova per le generazioni più anziane, dobbiamo pensare che saranno la normalità per quelle future.

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