La preparazione invernale si fa anche grazie al power meter. Il motore dell’atleta viene mantenuto sempre caldo, magari a regimi ridotti, ma comunque attivo. L’utilizzo del misuratore di potenza offre dei vantaggi anche in questo momento della stagione, quando sarà terminata la fase di off-season e si ricomincerà a lavorare, sia pure a ritmi blandi.
Perché usarlo anche nei periodi lontani dalle gare? Quali sono i vantaggi legati all’impiego del power meter durante la preparazione invernale? Perché è utile il proprio misuratore (quello usato anche su strada/gravel) durante gli allenamenti indoor? E’ possibile passare da una disciplina ad un’altra usando gli stessi riferimenti?
Qualità e prestazione
Il power meter è uno strumento per misurare il carico esterno. Semplifica l’allenamento specifico e lo rende qualitativamente migliore, tanto su strada, nel gravel e nella mtb. Usare un misuratore di potenza ci fa capire come sfruttare al meglio i nostri watt, la nostra potenza e come avviene l’erogazione dell’energia, ancor di più in una fase della stagione dove si può essere lontani dall’agonismo e da picchi di forma.
Per entrare al meglio possibile nel tema abbiamo chiesto un approfondimento al dottor Andrea Giorgi, medico del VF Group-Bardiani, profondo conoscitore dei protocolli più moderni di allenamento, che assiste nella preparazione atletica diversi atleti di alto livello.
Fra strada e off-road
«Due attività con molte differenze – inizia Giorgi – soprattutto se consideriamo gli allenamenti specifici. Ogni disciplina ha delle caratteristiche ben precise che, stimolate, permettono di migliorare le prestazioni. Su strada c’è una grande componente legata all’endurance, invece nella mtb, nel gravel e nel ciclocross le componenti maggiori saranno i cambi di ritmo ad elevate intensità e l’irregolarità dell’ambiente. A prescindere, risulta fondamentale costruire una base solida di resistenza sulla quale lavorare, anche in quelle discipline che in qualche modo si discostano dall’endurance. Il corretto utilizzo del misuratore ci permette di rispettare le zone di lavoro.
«Il power meter è utile anche per costruite le fondamenta – continua Giorgi – a patto che sia uno strumento di qualità e che permetta di avere dati ripetibili. Lavoro con Favero Assioma da diverso tempo, gli atleti del team lo utilizzano. Un misuratore, meglio se permette di leggere i dati su entrambi i lati, soprattutto in ambito off-road, permette di avere valori immediati, rispetto alla frequenza cardiaca che ha sempre un ritardo fisiologico. Il power meter è lo strumento migliore quando si fanno le ripetute, le famose 30/30, 20/40 e 40/20, ancor di più per chi pratica gravel, mtb e cx, perché le oscillazioni dovute all’ambiente circostante influiscono non poco. Più il dato è accurato e meglio è. Più il power meter è immune alle sollecitazioni e più i dati saranno completi e semplici da tradurre (nel caso specifico, Assioma Pro MX è dotato di IAV Power System che analizzano e non subisce le pedalate irregolari, ndr)».
Sistema di misurazione IAV?
Acronimo di Istantaneous Angular Velocity, velocità angolare instantanea. E’ alla base del sistema di misurazione Assioma. Consiste nella rilevazione della variazione, anche minima, della pedalata. Il gesto che viene espresso gode di variabili soggettive (legate all’atleta e come pedala), ma anche all’ambiente circostante (su strada e a maggior ragione nell’ambiente sterrato) e diventa fondamentale integrare tutte le variabili possibili nel calcolo della potenza. Il wattaggio che vediamo sullo schermo, il suo calcolo, è il risultato della forza moltiplicata per la velocità angolare, due grandezze che quando si pedala variano in continuazione.
Assioma Pro MX utilizza il valore istantaneo della velocità angolare (non la media), aspetto tecnico che contribuisce ad azzerare gli errori, quando si tende a pedalare a stantuffo e/o in modo irregolare (ad esempio anche quando si è in fuorisella), quando si è stanchi, quando si pedala indoor e in caso di utilizzo delle corone ovali.
Perché Assioma Pro MX
Assioma Pro MX è un vero e proprio strumento di lavoro (adatto a tutti, perché è un pedale SPD a tutti gli effetti che integra un misuratore di potenza estremamente preciso). E’ sviluppato e prodotto per essere tanto affidabile, quanto robusto ed in grado di fornire una ripetibilità dei dati come pochi altri, soprattutto se consideriamo l’ambiente off-road con tutte le sue complicanze.
E’ pensato per durare nel tempo, grazie ad un corpo del pedale super robusto (la zona di aggancio della tacchetta è il lega di cromo-molibdeno con una durezza di 800HV, la maggiore in ambito pedali SPD), sostanzioso e compatibile, dove non è presente nessun componente elettronico. Infatti, tutto quello che riguarda la rilevazione dei dati è nascosto nel perno, ben protetta. E’ il power meter più leggero sul mercato.
I watt anche d’inverno?
«L’allenamento non è una scienza perfetta – dice Giorgi – è in costante evoluzione, così come gli strumenti creati per allenarsi. Un esempio: studi recenti hanno dimostrato che nei momenti considerati di off-season, delle ripetute di Vo2Max fatte secondo un protocollo specifico e due volte a settimana, aiutano l’atleta a mantenere un alto grado di efficienza e agevolano nel momento della ripresa vera e propria. L’atleta sarà meno affaticato e il suo fisico sarà meno stressato in vista della nuova stagione.
«Qualche stagione fa era impensabile un approccio del genere. Il power meter è indispensabile, va considerato il fulcro del training moderno. Grazie al power meter – conclude Giorgi – si entra sempre più nel dettaglio della pedalata, quanta forza viene impressa dall’atleta ed in che modo pedala. Si cerca di analizzare il gesto e migliorarlo dove è possibile per renderlo ancora più efficiente. Ci sono delle funzioni particolarmente utili a noi preparatori e non solo: la power phase, l’efficienza di coppia, l’uniformità della pedalata, funzioni ancor più utili se usate nel modo corretto durante le fasi lontano dalle competizioni».
Gesto corretto, performance migliore
In passato, quando non esistevano i power meter o presentavano dei limiti (legati anche ai device), la qualità del gesto era stimata o presunta. Si andava per sensazioni soggettive ed esperienza: non che fosse errato farlo, ma c’era ben poco di scientifico. Ora è possibile analizzare la pedalata, quantificarla e migliorarla grazie ad una serie di funzionalità alle quali si ha accesso tramite il power meter.
La funzione di bilanciamento tra arto destro e sinistro è visibile con Assioma Pro MX-2, ovvero il power meter con la rilevazione su entrambi i pedali. La Power Phase, citata dal Dottor Giorgi, cioè quanta forza forza viene espressa durante ogni singola rivoluzione e come, magari abbinandola a PCO (platform center off-set) ci fa capire le zone di spinta del pedale (funzione molto utile anche per posizionare le tacchette nel modo più corretto ed in base alle soggettività di spinta). Più la pedalata sarà uniforme, migliore sarà la qualità della prestazione, con una efficienza maggiorata e una stanchezza che arriverà più in la nel tempo.
Quali parametri considerare
«Nell’ottica della qualità e del miglioramento – spiega Giorgi – nulla deve essere escluso. Ritengo l’efficienza della pedalata, il valore di Vo2Max e la capacità di sostenerlo nel tempo, i tre parametri da mettere ai primi tre posti. Si guarda sempre più alla prestazione vera e propria. Si dà il giusto peso alla fisiologia. Per concludere è d’obbligo citare anche il ruolo che ricoprono oggi gli smart trainer, nell’ottica di una preparazione invernale di qualità.
«E’ consigliabile – conclude Giorgi – usare il medesimo strumento che verrà utilizzato anche all’esterno. Quando ci si allena al chiuso cambia leggermente la biomeccanica e la dinamica della pedalata ed il corridore non è influenzato da elementi esterni. Avere una sorta di punto fisso sul quale fare lavori di qualità, di alta intensità e intervallati, porta vantaggi non secondari».
In conclusione
Il power meter è cambiato molto nel corso dell’ultimo decennio. Da strumento esclusivo e con dei limiti evidenti, il misuratore è diventato un accessorio alla portata di molti, versatile, facile da usare ed interpretare, adatto all’impiego in diverse discipline (Assioma Pro MX è specifico per l’off-road, quindi gravel, ciclocross ed mtb xco, xcm).
Prima di tutto però, è lo strumento che permette di fare diversi passi in avanti quando si tratta di dare più qualità, specificità al training, nell’ottica del miglioramento e dell’analisi.