Anche nel 2022 Salice a fianco del team Drone Hopper

05.01.2022
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Nei giorni scorsi il team Drone-Hopper-Androni Giocattoli ha ufficializzato sui propri canali social che anche per la stagione 2022 sarà Salice Occhiali a fornire alla squadra caschi e occhiali. L’azienda guidata da Anna Salice metterà a disposizione del team prodotti top di gamma come il casco Vento e gli occhiali 022 e 023.

Gli occhiali forniti al team Drone Hopper si abbinano perfettamente con il casco Salice Vento. Qui Simone Ravanelli
Gli occhiali forniti al team Drone Hopper e il casco Salice Vento

Insieme da sei anni

La partnership tra Salice Occhiali e la squadra diretta da Savio e Bellini, con Giovanni Ellena in ammiraglia, dura da ben cinque anni. Nel 2022 saranno pertanto sei gli anni di una collaborazione che si è dimostrata ricca di soddisfazioni per entrambe le parti. Per farci raccontare qualcosa in più su questa felice esperienza ci siamo rivolti a Paolo Tiraboschi, che ancora oggi, seppure in pensione, riveste il ruolo di ambassador Salice con gli atleti e i team sponsorizzati.

«Nella mia lunga esperienza lavorativa – spiega – ho avuto la fortuna di costruire una bella amicizia con Gianni Savio e Giovanni Ellena anche quando lavoravo per altri marchi e non avevamo rapporti diretti di lavoro. Nel 2015, ci siamo incontrati a Eurobike. Erano alla ricerca di un partner tecnico affidabile per la nuova stagione. Ne ho subito parlato con Anna Salice e da lì è iniziata la nostra collaborazione».

Fornitura completa

Per la nuova stagione gli atleti della Drone Hopper-Androni Giocattoli riceveranno a testa rispettivamente due caschi e 3 paia di occhiali. Per quel che riguarda il casco, uno sarà dedicato agli allenamenti a casa e uno alle gare. A questi due si aggiungerà un modello specifico per le cronometro. Ad atleti e staff sarà inoltre fornito un occhiale per il tempo libero. Si tratta del modello 3047, estremamente comodo e fashion. Durante la stagione sarà lo stesso Tiraboschi a curare di persona il riassortimento della fornitura tecnica in dotazione alla squadra.

Il feedback dell’atleta

Lavorare a stretto contatto con atleti professionisti è un’esperienza estremamente utile anche per i fornitori tecnici che possono ricevere dagli stessi atleti feedback utili per migliorare i propri prodotti. A raccontarci qualcosa in merito per quel che riguarda la Drone Hopper-Androni Giocattoli è lo stesso Paolo Tiraboschi.

«In tutti questi anni – spiega – ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni atleti davvero preparati, attenti a quali prodotti fossero chiamati ad indossare in gara. Per citarne alcuni, mi vengono in mente Francesco Gavazzi, Marco Frapporti e Simon Pellaud. Fra gli ultimi meritano sicuramente una citazione i colombiani Jhonatan Restrepo e Daniel Munoz, disponibili e molto preparati. Da loro ho ricevuto indicazioni sulla vestibilità degli occhiali e sull’importanza di avere lenti perfette per ogni condizione meteo o di visibilità».

Chiudiamo la nostra chiaccherata con Paolo Tiraboschi chiedendogli come mai ancora oggi, seppure in pensione, continui a lavorare con Salice Occhiali.

«Con Anna Salice – sorride – ho costruito un bellissimo rapporto. Lavorare ancora per Salice, anzi per la signora Anna, è un modo per ringraziarla e restituirle tutto ciò che mi ha dato in tutti questi anni».

Salice

Bike-room: la start-up che vende le bici dei campioni

30.10.2021
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Abbiamo parlato spesso delle attrezzature delle squadre a fine stagione: dalle scarpe fino alle ammiraglie. Questa volta passiamo alle biciclette. Che cosa succede a fine stagione alle bici dei team? Una volta era il momento degli affari, senza grande controllo. Chi conosceva il meccanico era avvantaggiato, gli altri si rivolgevano al team. Da qualche mese a questa domanda risponde Bike-room, una start up che si occupa di tutto il processo di riqualificazione e vendita dei mezzi. Il progetto è ambizioso e ce lo raccontano Alessandro Confalonieri e Flaviano Frugeri. Il primo è il responsabile marketing, mentre il secondo è responsabile della certificazione e meccanico della nazionale donne elite.

Wilier Zero di Gorka Izaguirre ricondizionata nell’officina di Bike-room

Parla Frugeri

«Di recente abbiamo venduto una bici dell’Astana utilizzata in gara da Izaguirre – racconta Frugeri – ma sul sito c’è anche il telaio celebrativo fatto da De Rosa con la livrea di campione d’Europa, che avevano preparato anticipatamente, ma che non hanno avuto la fortuna di utilizzare.

«Io porto la mia esperienza in un ambiente giovane e stimolante, i ragazzi con cui lavoro sono tutti sotto i 30 anni e pieni di idee e voglia di fare. Grazie ai miei numerosi anni di lavoro ho molti contatti con i team ed i marchi e li aiuto in questo campo. In più sono responsabile delle certificazioni».

Un ruolo inedito

Sì, non è mai esistita questa figura, ma ora che è un business è fondamentale. Devi garantire all’utente finale che la bici che sta utilizzando è proprio quella del corridore.

Flaviano Frugeri, responsabile della certificazione per Bike-room, la sua grande esperienza è molto utile per la giovane start-up
Flaviano Frugeri, responsabile della certificazione per Bike-room, la sua grande esperienza è molto utile per la giovane start-up
Andate ad ispezionare prima le bici?

Andiamo sul luogo e vediamo le biciclette su cui abbiamo l’accordo e diamo una prima valutazione. I team WorldTour hanno 4-5 bici per corridore, quindi capita che ritiri bici perfette e mai usate che di conseguenza paghi di più. Magari prendi quelle che hanno corso una gara sola, come la Parigi-Roubaix e sono pressoché immacolate. In altri casi, con squadre continental o professional, la bici è più usurata e quindi la manutenzione da fare è più approfondita.

Come lavorate sulle bici una volta che le avete in mano?

Controlliamo subito i cuscinetti, i freni e i copertoni. Una cosa che cambiamo quasi sempre è il nastro manubrio e le leve dei freni che gli atleti “mangiano”.

Sul telaio come agite?

Per quello abbiamo delle lampade che ci permettono di vedere se ci sono danni strutturali, ma devo dire che i meccanici dei grandi team sono e devono essere perfetti. Io ne so qualcosa (dice con una risatina, ndr).

Per il ricambio dei componenti?

Ora abbiamo qualche difficoltà come tutti a causa della mancanza di materia prima. In generale siamo in accordi commerciali con i principali marchi di componentistica e prendiamo le forniture direttamente da loro. Un lavoro di prima qualità.

Dopo la rimessa a nuovo, la bici è pronta per lo shooting e la pubblicazione sul sito
Dopo la rimessa a nuovo, la bici è pronta per lo shooting e la pubblicazione sul sito

Un po’ di storia

«Esiste una Bike-room pre e post Covid», inizia Alessandro Confalonieri, responsabile marketing. «Siamo nati alla fine del 2019 e inizialmente vendevamo tramite drop shipping bici di alta gamma di tutti i tipi, ma con un focus particolare sulla strada racing. Poi la pandemia ha modificato il mercato delle bici rendendole introvabili, abbiamo così deciso di ridisegnarci. Grazie all’opportunità offertaci da De Rosa, uno dei nostri primi partner. Tramite loro siamo riusciti ad avere le bici del team Nippo-Fantini, a ricondizionarle e rivenderle con la nostra ideologia, quindi tramite drop shipping».

Il drop shipping è la vendita tramite store on-line di merce. Permette alle aziende che lo praticano di non avere un magazzino fisico, ma di appoggiarsi direttamente alla casa produttrice per la spedizione e la logistica.

Com’è stata la risposta del pubblico?

Al di sopra delle nostre aspettative. C’è una parte emozionale non indifferente nel nostro lavoro, molte persone comprano perché hanno piacere di utilizzare bici usate dai corridori professionisti.

L’esigenza è anche quella dei team.

Le case produttrici vogliono tracciare e avere uno storico dei telai e delle bici, questo è favorevole anche per il cliente finale perché ha un certificato di autenticità.

Come organizzate l’acquisto delle bici dai vari team?

Non è detto che trattiamo con i team. Gli accordi tra le squadre e le case produttrici sono diversi e tutti singolari: noi trattiamo con chi ha in mano i mezzi a fine stagione. Possono essere le squadre, il marchio, oppure gli sponsor. L’accordo verte su quante bici riusciamo ad aggiudicarci e di quale serie, se quelle più utilizzate o quelle rimaste sul tetto dell’ammiraglia.

E lavorare on-line è difficile in un mercato come quello delle bici?

Siamo forse gli unici in tutta Europa a fare un lavoro del genere. E poi essendo un sito, abbiamo una piattaforma globale di vendita. Il nostro mercato principale è quello asiatico o del Nord Europa.

E come ve lo spiegate?

Il fatto che vendiamo molto in Asia è legato all’esclusività dei nostri prodotti ed al fatto che in questi Paesi si cerchi il prodotto made in Europe o addirittura made in Italy. Nel Nord Europa, invece, sono più abituati a comprare on-line e quindi è più facile che si fidino. In Italia il mercato è legato al commerciante, ma siamo in grande crescita perché la gente vede che lavoriamo bene.

Nel futuro? Allargherete i vostri orizzonti?

Ci sono nuovi marchi in arrivo come Bottecchia di Androni, Olmo di MGK Vis e le nuove bici del team Cofidis, ma è un mercato che cambia giorno per giorno. Il consiglio è quello di stare all’erta che sul nostro sito le opportunità arriveranno.

Tanti team ma pochi pezzi, quasi limited edition…

Sì, per questo c’è una lista di attesa per ogni bici o telaio alla quale i clienti interessati si possono iscrivere. Le richieste sono talmente alte, che c’è la possibilità di pre-ordinare o pre-acquistare il tutto.