Alessandro Verre è ritornato in Basilicata. Si sta allenando sulle sue montagne e magari lì riesce anche a dribblare un po’ di caldo. Il corridore dell’Arkea-B&B Hotels si sta infatti preparando al lungo finale di stagione che lo aspetta.
Un finale di cui vogliamo sapere di più, soprattutto dopo aver portato a termine il suo primo grande Giro, la corsa rosa, che come è noto in un giovane non passa mai inosservata. Nel bene e nel male…
Alessandro come stai?
Bene dai, come detto sono tornato a casa dopo l’altura e dopo un paio di corse in Spagna. Ma fa molto caldo lo stesso, anche se da me un po’ me la cavo perché riesco ad andare fino a 1.500 metri di quota. Tuttavia anche lì ci sono 30 gradi. Però in generale sto meglio rispetto all’anno scorso di questo periodo.
Come mai?
Perché sono uscito bene dal Giro d’Italia. Sì, mi aspettavo qualche risultato in più, ma il buono del Giro me lo sto portando dietro anche adesso. Lo sento dalle sensazioni in bici, sento di avere fondo e forza. Quando vi dicevo che per i giovani è meglio la Vuelta è proprio perché non sai come reagirai al tuo primo grande Giro. Se è la Vuelta e finisci sfinito, poco male perché poi ti fermi e riparti l’anno successivo, ma se esci male dal Giro poi hai ancora parecchia parte di stagione da affrontare. Per fortuna mi è andata bene.
Chiarissimo. E come ti stai allenando dunque?
Non troppo a fondo, anche perché tra una settimana correrò al Giro di Polonia e poi con questo caldo meglio non fare troppe ore. Magari faccio un’ora, anche un’ora e mezza in meno, ma con più lavori. E poi comunque ero stato sullo Stelvio a 2.700 metri di quota e da lì ero sceso per fare il Giro dell’Appennino e anche quello ha contribuito a fare intensità. Dopo la corsa ligure ci sono tornato. E comunque il solo fatto di stare lassù aiuta.
Quando parli di lavori cosa intendi, Alessandro?
Faccio esercizi di cambi di ritmo visto che si avvicina una gara come il Polonia. Ma in generale cerco di lavorare molto su questa caratteristica. E come detto ho sfruttato molto il blocco Stelvio, Appennino, poi ancora Stelvio e le due gare in Spagna a seguire: Castilla y Leon e Villafranca.
Adesso quale sarà il tuo programma? Hai detto del Polonia, ma farai anche la Vuelta?
No, in teoria dopo il Polonia dovrei fare soprattutto le gare del calendario italiano.
E ti dispiace non farla?
Certamente mi sarebbe piaciuto farla, però non ero neanche così convinto che andare in Spagna sarebbe stata la mossa giusta. A quel punto sarebbero stati tantissimi giorni di gara a fine stagione. E poi tutto sommato il calendario italiano mi piace, così come in generale mi piace correre in Italia. Tra le tante corse che dovrò fare c’è anche il Giro di Toscana col Monte Serra che mi stuzzica. Conosco quella salita e quelle strade.
Fare la Vuelta sarebbe stato anche fare il secondo grande Giro in stagione, un buon test non credi? Ti stimolava questa cosa?
In realtà non ci ho pensato, forse perché già sapevo di non andare e che il mio grande obiettivo di stagione era il Giro. E poi in un team numeroso come il nostro è anche giusto far ruotare i corridori.
A proposito di corridori, ti aspettavi che il tuo compagno Kevin Vauquelin andasse così bene?
Sì, perché è un po’ che Kevin va forte e sta migliorando costantemente. Il discorso è sempre lo stesso, la differenza di crescita tra Italia ed estero. Ho sempre detto che a noi serve più tempo.
Perché? Spiegaci meglio…
Parte dalla gestione delle categorie giovanili, anche se proprio adesso mi sembra che stia cambiando la mentalità. Faccio un esempio con gli juniores del CPS Professional Team di Clemente Cavaliere con cui sono ancora in contatto (Verre correva in questa squadra, ndr) ed ho ottimi rapporti. Li vedi che molti di loro non sanno ancora bene cosa devono fare, cosa vogliono fare da grandi. I coetanei stranieri invece vi assicuro che sanno già tutto: alimentazione, allenamenti, cura dei dettagli e quando ci parli ti rendi conto di avere di fronte gente che davvero va in bici, che è già mentalizzata.
Torniamo a te, Alessandro. A fine stagione scadrà anche il tuo contratto con l’Arkea: come sei messo in tal senso?
Non ne so ancora nulla, tutto è in divenire. Vediamo se si resta qui o quel che accadrà…