Le renne, i salmoni, l’aurora boreale e i piani di Zana

17.12.2024
4 min
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ALTEA (Spagna) – Dopo i primi cinque minuti a chiacchierare con Filippo Zana, veniamo a sapere che il vicentino e la sua compagna sono stati in vacanza in Finlandia. La curiosità è tanta. Perciò, mettiamo da parte per un attimo il ciclismo e diventiamo turisti da tastiera. Lui sorride e tutto sommato gli farà anche piacere non parlare di sella, pedali e tabelle.

«Ci piaceva l’idea di fare una cosa un po’ diversa – racconta – e soprattutto volevamo vedere l’aurora boreale. E’ stato bellissimo. Ogni giorno facevamo piccole camminate, in un giro che è partito da Rovaniemi ed è arrivato quasi a Capo Nord. I primi giorni era… freschino, intorno ai 10 sotto zero, poi è cambiato ed è risalito a 6-7 gradi sopra lo zero. E’ stato molto strano, lo diceva anche la gente di lì. Non potrei viverci, perché non c’è niente. A me piace la natura, è stato bello, ma fa buio dal primo pomeriggio, non ce la farei».

Filippo Zana, classe 1999, è professionista dal 2020. Nel 2022 è stato campione italiano
Filippo Zana, classe 1999, è professionista dal 2020. Nel 2022 è stato campione italiano

Alcol test di mattina

L’aurora l’hanno vista più di una volta e l’esperienza è stata completata da vari assaggi di tipicità, dal salmone alla renna, passando per varie preparazioni.

«Ho assaggiato tutto tranne l’orso – ammette Zana – mentre la renna la fanno in tutti i modi possibili. Ce ne sono branchi a perdita d’occhio. La fanno a spezzatino, ma anche il filetto. E i filetti sono anche quelli di salmone, che fanno anche in una zuppa alle erbe che è molto buona. E poi bevono molto, direi troppo. Basti pensare che ci hanno fermato alle 11 del mattino e mi hanno fatto un alcol test…».

Leader per caso

Fin qui le vacanze, durate per tre settimane, ma il clima del ritiro ci richiama all’ordine. Ci sono i massaggi che premono, una stagione da riassumere e una da ricordare. La ripresa degli allenamenti è passata per una prima settimana a dir poco blanda e per un aumento progressivo delle ore e della concentrazione.

«Il 2024 è stato un anno di esperienza – ricorda – mi sono ritrovato a fare il capitano al Giro d’Italia dopo la caduta di Dunbar. Inatteso, certo, ma mi ha insegnato tanto. Ho capito che se un Grande Giro non lo prepari, si soffre. Mi ha fatto crescere? Forse sì, ma è stato davvero duro, fisicamente e mentalmente. Ero partito per puntare a qualche traguardo parziale, ma se devi fare classifica, sei meno libero di muoverti. Per cui se dovessi fare nuovamente il Giro puntando alla classifica, quantomeno vorrei arrivarci diversamente. Abbiamo vissuto un giorno per volta, mentre per fare classifica serve un’altra programmazione».

Il Giro di Zana è stato un continuo tenere duro per salvare una buona classifica
Il Giro di Zana è stato un continuo tenere duro per salvare una buona classifica

Manca la vittoria

La sintesi è che in questo ciclismo che va a mille all’ora, prima si capisce di che pasta si è fatti e prima si trova il proprio posto. A stare nel mezzo del guado, si rischia di perdere la rotta.

«C’è stata un’accelerazione molto brusca da dopo il Covid – riflette Zana – e l’aumento di tutto è diventato esponenziale. Forse l’evoluzione maggiore l’ha avuta l’alimentazione. Ora tutti hanno il nutrizionista, mentre a sentire i racconti appena poco prima non c’era nulla di tutto questo. Unitamente alle preparazioni e ai nuovi materiali, questo ha fatto crescere le velocità e i ritmi. Basta guardare la media del Giro d’Italia, la più alta da anni.

«Per questo, per il corridore che sono e il modo in cui ho vissuto il Giro, avrei preferito andare a caccia di tappe. Mi è mancata la vittoria, ho fatto dei piazzamenti alla Vuelta, ma vincere è un’altra cosa. A volte serve anche fortuna, stargli dietro, essere più pronti. E ho capito che ormai non si va più alle corse per prepararsi. Quando attacchi il numero devi essere competitivo e arrivarci con la preparazione giusta, perché ogni volta trovi qualcuno che a quella corsa ci punta».