Qualche buon motivo per seguire Kristoff alla Roubaix

11.04.2022
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Di Alexander Kristoff si è smesso da tempo di parlare, come se non avesse più niente da dire, anche se di corridori con il suo palmares nel gruppo ce ne sono davvero pochi. Per raccontare il gigante di Stavanger, che a 34 anni corre con la Intermarché Wanty Gobert e continua a vivere in Norvegia, basterebbe ricordare la Sanremo conquistata nel 2014, il Fiandre nel 2015, la Gand del 2019, le quattro tappe al Tour e adesso la Scheldeprijs, corsa per velocisti conquistata con 24” di vantaggio sul secondo.

Kristoff, campione europeo nel 2017 e bronzo olimpico a Londra 2012, cominciò un po’ a perdere consistenza al passaggio nel UAE Team Emirates. Senza responsabilità particolari, semplicemente per il tempo che passava o per un ambiente in cui non è riuscito a esprimersi. Per cui, passato nella squadra belga, per un motivo o per l’altro, ha ritrovato lo spazio e la voglia per emergere.

Il 2022 di Kristoff è iniziato con il piede giusto alla Clasica de Almeria
Il 2022 di Kristoff è iniziato con il piede giusto alla Clasica de Almeria

Conti pareggiati

Hilaire Van der Schueren, storico direttore sportivo del team, non vinceva una classica dall’Amstel Gold Race del 2016, quando ad alzare le braccia fu Enrico Gasparotto. Quest’anno prima Biniam Girmay e poi appunto Kristoff hanno pareggiato tutti i conti in un colpo solo. Dopo la sorprendente volata dell’eritreo nella Gent-Wevelgem, Kristoff si è preso il gusto di arrivare da solo.

«Lavoriamo su ogni aspetto dello sport – ha spiegato – ed è così che riusciamo a superare i nostri limiti. Non ho davvero nulla di cui lamentarmi. Stiamo vivendo una stagione fantastica come squadra. Prima Biniam che vince la Gand-Wevelgem, poi ho vinto io. E la stagione è ancora lunga, possiamo essere molto orgogliosi di questa stagione alle classiche. Lavoriamo bene insieme e ci concentriamo sui piccoli dettagli».

Kristoff ha vinto il Fiandre del 2015: con quei muri ha un feeling particolare
Kristoff ha vinto il Fiandre del 2015: con quei muri ha un feeling particolare

Un grande gruppo

Quando la Intermarché Wanty Gobert ebbe l’occasione di salire al WorldTour, oltre alla ricerca di corridori che le permettessero di rimanervi, mise mano in modo deciso proprio alla preparazione dei corridori e allo studio dei dettagli tecnici. E se il primo anno è stato di rodaggio, il 2022 è iniziato in modo importante. Il gruppo ha risposto nel modo giusto. Kristoff stesso aveva già vinto la Clasica de Almeria. Jan Hirt si è portato a casa una tappa e la classifica del Tour of Oman. Infine le vittorie di Girmay e Kristoff in Belgio hanno reso tutto più bello. Se c’è un aspetto su cui la squadra sta lavorando davvero bene – cosa non affatto scontata – è la creazione del gruppo, operazione sempre difficile quando avviene un innesto massiccio di nuovi corridori.

«Senza l’aiuto di Gerben Thijssen – ha detto Kristoff dopo la vittoria alla Scheldeprijs – non avrei mai potuto vincere. In questa squadra abbiamo molti corridori che sanno posizionarsi bene nel gruppo. Una cosa fondamentale, a mio avviso. Puoi essere forte quanto vuoi, ma se non sei nel posto giusto quando attaccano, sei fuori dai giochi. Gerben mi ha portato fuori in modo esemplare. Peccato solo che sia caduto, altrimenti il finale sarebbe stato anche più facile».

Nel 2018 con Aru e Martin al UAE Team Emirates, portando in dote la maglia di campione europeo
Nel 2018 con Aru al UAE Team Emirates, portando in dote la maglia di campione europeo

Sentirsi importanti

Il nuovo ambiente lo ha ringalluzzito, anche perché la UAE Emirates nel frattempo si è attrezzata con un gruppone fortissimo di scalatori e nella squadra del Tour per Kristoff non c’è più stato posto.

«Ovviamente questa è una squadra più piccola – ha detto – nessuno può negarlo. Ma di là non c’era la stessa attenzione per le classiche che abbiamo qui. Ecco perché per me arrivare alla Intermarché-Wanty non è stato un passo indietro. La UAE ha il grande obiettivo di vincere il Tour con Pogacar e tutto deve essere funzionale a questo. E le cose alla fine si erano fatte difficili, proprio perché è difficile trovare posto per me in una simile impresa. Quindi ho più motivazione. Da un lato sono più prezioso per la squadra di quanto fossi in UAE Emirates, che pullula di grandi campioni. E d’altra parte, sento più supporto per potermi dedicare alle corse che amo di più. Ho trascorso qualche giorno a casa – ha concluso – ma niente paura: tornerò per la Parigi-Roubaix».

In azione alla Roubaix del 2019: ha corso all’Inferno per 11 volte. Miglior risultato un 9° posto
In azione alla Roubaix del 2019: ha corso all’Inferno per 11 volte. Miglior risultato un 9° posto

Numeri da Roubaix

A Roubaix è arrivato due volte tra i primi 10, l’anno scorso è stato 14°. Sa andare sul pavé, basti considerare anche che in 11 partecipazioni al Fiandre, è stato per 8 volte tra i primi 10 e non è mai finito fuori dai 20. Se la cava anche bene quando piove: vivere a Stavanger accentua questa sua attitudine. E’ potente, ha il fisico giusto (è alto 1,81 e pesa 78 chili) e in questa stagione ha anche buone gambe. Potrà vincere? La Roubaix si gioca spesso sulla fortuna e ci sono favoriti più forti, ma Kristoff forse merita di essere considerato.