Kwiatkowski, una volata da casa alla Scozia

05.08.2023
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KATOWICE – Era il 2014 e un ventiquattrenne ben poco conosciuto, Michael Kwiatkowski, vinse il campionato del mondo. Quell’edizione si svolgeva a Ponferrada, in Spagna. La formazione degli spagnoli era ancora quella formidabile di Valverde, Purito, Luis Leon Sanchez… Basta pensare che lasciarono a casa, non senza qualche polemica, un certo Contador. Si diceva che il percorso non fosse abbastanza duro per lui.

In quegli anni, quando il Belgio non era così forte e l’Olanda non aveva Van der Poel, c’era ancora il giochino del “fiammiero” fra Italia e la Spagna appunto: Tirate voi! No, tocca a voi! E in questo giochino delle parti quel ragazzo semisconosciuto realizzò un’azione senza pari.

Kwiatkowski scattò a sei chilometri dall’arrivo. Apparentemente neanche troppo forte, ma spingeva un rapporto lunghissimo. Sembrava, all’epoca, un corridore attuale. Risultato: lo rividero all’arrivo.

Ebbene il mondiale che partirà fra qualche ora ricorda molto quell’edizione iridata, almeno nell’approccio per “Kwiato”. Anche se quel tracciato era più duro.

Ponferrada, il giovane Kwiatkowski si laurea campione del mondo davanti a Gerrans e Valverde
Ponferrada, il giovane Kwiatkowski si laurea campione del mondo davanti a Gerrans e Valverde

Tenere duro

Kwiatkowski è arrivato al Tour de Pologne con la gamba formidabile del Tour de France. Fino a metà gara il motore era era ancora settato “sui giri” della Grande Boucle.

Poi c’è stata una lenta, ma inesorabile inversione di rotta: la fase down, come l’hanno definita nel suo staff. La condizione non è infinita e Michael ha iniziato un po’ a calare. E lo si è visto nella quinta tappa, quella vinta da Van den Berg. E’ vero che l’olandese è un velocista, ma è stato nettamente più brillante.

Però questo non vuole e non può tarpare le ali a chi è abituato a lottare. A guadagnarsi con estrema fatica ogni risultato. E’ stato così in quel mondiale 2014, è stato così all’ultimo Tour de France quando ha vinto sul Grand Colombier… E tutto sommato anche nella crono di Katowice non è andato male.

«Per me contava molto questo Giro di Polonia – ha detto più volte il polacco – ho dato il massimo. Dopo il Tour non ho corso, chiaramente, visto quello che mi aspettava. Ho dedicato attenzione al riposo e alla dieta. Soprattutto ho cercato di dormire molto».

Czeslaw Lang con Kwiatkowski, volo raggiunto in tempo anche grazie al patron del Polonia
Czeslaw Lang con Kwiatkowski, volo raggiunto in tempo anche grazie al patron del Polonia

Sotto scorta

Il mondiale è un obiettivo. Ma questa volta il corridore della Ineos Grenadiers correrà da solo. La Polonia è scesa nel ranking per Nazioni, è trentunesima, e quindi può schierare un solo atleta.

«Kwiato – ci spiega Cioni – è motivato per il mondiale. Certo che ci pensa. Alla fine dopo il Tour e dopo questa corsa gli viene abbastanza naturale tirare dritto sin lì. Va in Scozia per fare bene. Non è facile certamente».

«Io sono “easy”, tranquillo – ci ha detto Kwiato la mattina prima della crono di Katowice – e lo sono sia per la crono che per il mondiale. Certo, sarà un po’ dura andarci. I tempi sono stretti. Il Polonia tra una cosa e l’altra finirà alle 19,30 e alle 21 ho l’aereo per andare in Scozia». 

Pensate che Kwiato, dopo aver parlato con Lang, il patron del Tour de Pologne, ha ottenuto una scorta della polizia per raggiungere in tempo l’aeroporto.

«Io credo di avere tutto sotto controllo. Sinceramente non vedo grossi problemi con questo brevissimo intervallo di tempo tra il Polonia e il mondiale. E’ una questione di atteggiamento mentale e fisico, basta solo pianificare tutto».

Al Polonia, al centro in maglia bianca. Kwiato si è arrabbiato nel giorno in cui ha vinto Majka, reo a suo dire di uno sprint non regolare
Al Polonia, in maglia bianca. Kwiato si è arrabbiato nel giorno in cui ha vinto Majka, reo a suo dire di uno sprint non regolare

A Glasgow da solo

Kwiatkowski è molto bravo a correre sulle ruote. In gara sa destreggiarsi bene. A proposito, la caduta nella tappa finale non sembra aver lasciato strascichi. Il suo staff, ma anche altri corridori, ci dicono che Michal è un senatore del gruppo. Stare da solo in squadra per lui non sembra un problema dunque.

«Non penso troppo, non mi stresso. Mi concentro solo su ciò che so fare meglio. Quindi dormo, penso al recupero, alla dieta… Vivrò questo sabato un po’ come il giorno di riposo di un grande Giro».

«Non ci saranno grandi tattiche. Vero, correrò da solo, ma magari questo mi permetterà di concentrarmi meglio su me stesso. Farò il massimo… come sempre. Credo che con un po’ di fortuna e la capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, si possa fare una bella gara».