Per certi versi è una sorpresa: a ottobre il calendario internazionale ritrova una vecchia conoscenza, il Tour de Langkawi, riportando il grande ciclismo in Malesia. La corsa a tappe asiatica, assente dal calendario da oltre due anni (l’ultima edizione fu una delle ultime gare del panorama ciclistico che si disputò prima dell’esplosione del Covid), riannoda la sua storia dal prossimo 11 ottobre, in una collocazione nuova seppur antica, perché fino a qualche anno fa il periodo autunnale era quello nel quale si svolgeva il corrispettivo della manifestazione dedicato alla mtb, andato poi cancellato definitivamente dal panorama delle ruote grasse.
Un corposo contributo alla riproposizione del Tour de Langkawi lo si deve a Jean François Quenet, giornalista francese che ha collaborato in maniera continuativa con gli organizzatori locali per allestire la prova.
«Ho cercato di dare consigli utili – dice – per riportare il ciclismo in un Paese dove la bici è molto amata e la cancellazione del Tour era stata sentita come un forte prezzo pagato alla diffusione del virus. Cambia il periodo, forse anche le prospettive della cosa, ma non cambia la passione».
Che situazione troveranno le squadre che parteciperanno alla corsa malese?
Un Paese tornato progressivamente alla normalità, anche se, rispetto a quello che si vede in Europa, la paura per il ritorno del Covid è forse maggiore. L’uso delle mascherine è raccomandato al chiuso e la gente tende a continuare a utilizzarle, soprattutto nei luoghi pubblici e nei centri commerciali. Per le squadre le regole saranno le stesse che nelle altre gare, bisognerà quindi dimostrare di essere vaccinati.
Rispetto al passato la gara, a parte il periodo di effettuazione, quanto è cambiata?
Non molto direi. La principale novità, che ho personalmente voluto e consigliato, è l’introduzione di una lunga e aspra salita nella tappa conclusiva, che diventerà una sorta di apoteosi del Tour. Il giro si svilupperà in 8 tappe, partendo dalla capitale Kuala Lumpur per poi raggiungere la penisola di Langkawi. Ci sarà un’altra tappa ondulata, diciamo che nel complesso sarà una corsa un po’ più dura che nel passato, ma a ben guardare i cambiamenti non sono stati poi tanti.
Che accoglienza ha avuto il ritorno del Tour de Langkawi fra i team?
Direi molto positiva, abbiamo avuto un buon supporto al nostro lavoro, anche dopo che era chiaro che non si poteva riproporre la gara nella sua data tradizionale. A dir la verità eravamo già pronti a allestire il Tour a giugno, ma l’Uci ha sconsigliato caldamente la sua introduzione considerando quanto il calendario fosse già affollato. A ottobre c’è più spazio e questo favorirà anche la partecipazione di molte formazioni, considerando anche che il Tour de Langkawi fa parte dell’Asia Tour che raggruppa le principali prove del Continente.
Che clima troveranno i corridori?
Quello tipico tropicale, con temperature intorno ai 30 gradi, ma tanta umidità. Può piovere ogni giorno da quelle parti, non sai mai che cosa ti aspetta…
Che riscontri avete avuto da parte della popolazione locale?
L’attesa è tantissima, questo è poco ma sicuro. In tanti chiedevano il ritorno del Tour, sin dallo scorso anno, quando la situazione sanitaria non era ancora sufficientemente sicura per allestire l’evento. La Malesia è un Paese dove esiste una forte cultura della bicicletta, a Kuala Lumpur la diffusione dell’utilizzo della bici come mezzo di spostamento è pari a quella delle principali città europee e il ciclismo è uno degli sport più seguiti.
A poco più di un mese dall’effettuazione della gara, che risposte avete avuto da parte dei team?
L’interesse è molto alto. Saremo ormai agli sgoccioli della stagione e le squadre ancora coinvolte nella lotta per la retrocessione dal World Tour saranno tutte impegnate, questo è sicuro, a cominciare dalla Movistar che ha già dato la adesione. Ci saranno le formazioni asiatiche come Uae Team Emirates e Astana proprio perché il Tour de Langkawi fa parte dell’Asia Tour, inoltre ci sarà il Terrenganu Polygon, la principale squadra multinazionale malese, poi il China Glory (squadra che dal primo agosto ha tesserato Matteo Malucelli, ndr), e dovrebbe essere della partita anche la Drone Hopper, Savio ci ha detto che avrebbe aderito anche se si gareggiava a giugno.
Che cosa ci si potrà attendere allora?
Un grande spettacolo, come sempre. Io l’ho seguito sin dal 1996, dalla sua prima edizione saltandone solamente una, posso dire di conoscerlo anche meglio degli stessi organizzatori…