Buratti il primo inverno con la Bahrain e l’esordio al Down Under

17.01.2024
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Nicolò Buratti risponde al telefono mentre si trova dall’altra parte del mondo, in Australia. Ieri è iniziato il Tour Down Under, la nostra chiamata, però, risale alla vigilia della prima corsa WorldTour della stagione. Appena Buratti alza la cornetta va in scena un simpatico siparietto: «Buonasera» ci dice lui. Noi con un sorriso gli rispondiamo «Buongiorno» facendogli notare che la giornata in Italia è appena cominciata. Battute a parte il discorso passa subito alla stagione che sta per iniziare, la prima iniziata fin da subito nelle fila della Bahrain Victorious

«Sto bene – ci racconta Buratti – siamo venuti ad Adelaide presto, il 2 gennaio. Ci siamo presi due settimane per adattarci al clima e al fuso orario. Abbiamo assaggiato la competizione al Criterium del 12 gennaio e finalmente inizia la stagione. Dico “finalmente” perché sono due settimane che stiamo qui e non vedevo l’ora di iniziare».

L’inverno 2023 è stato il primo in maglia Bahrain per Buratti, dopo il suo arrivo nel team ad aprile dello stesso anno
L’inverno 2023 è stato il primo in maglia Bahrain per Buratti, dopo il suo arrivo nel team ad aprile dello stesso anno

Clima australiano

«Ero già stato in Australia per i mondiali – dice Buratti – ma era differente. Si trattava di una corsa in linea e tutto era più caotico. In questi giorni mi sono goduto di più l’ambiente: il mare, il caldo e tutto quello che c’è. Passare dal freddo di casa ai 30-35 gradi non è male, pedalare in pantaloncini è una bella goduria. Siamo andati a fare un bagno nell’Oceano, abbiamo visitato una riserva naturale dove abbiamo visto canguri e altri animali tipici. Anche i paesaggi sono particolari e belli. Adelaide è una grande città, ma a misura di ciclista, in più a una decina di chilometri fuori dal centro ci sono colline e paesaggi molto belli dove pedalare».

Nelle due settimane passate in Australia prima del Down Under è stato sfruttato anche per vivere il territorio
Nelle due settimane passate in Australia prima del Down Under è stato sfruttato anche per vivere il territorio
Hai finito la stagione tardi, in Giappone, e già riparti… 

Vero, ma ho staccato il giusto, per due settimane. Poi piano piano ho rincominciato, in modo tale da arrivare preparato al ritiro di dicembre. Il Tour Down Under non era nei piani, facevo parte delle riserve, ma una volta in ritiro mi hanno avvisato che avrei corso. Non c’è stato troppo preavviso ma sono soddisfatto di come sto. 

La preparazione è cambiata?

Chiaramente è stata modificata in relazione a questo appuntamento. Ora sarei dovuto essere al ritiro in Spagna, ma essere qui non mi dispiace, anzi. Per essere pronto alla gara ho alzato un po’ i ritmi in allenamento, aumentando il carico di lavoro. 

Che inverno è stato, visto che era il primo in maglia Bahrain…

Buono, a dicembre abbiamo lavorato bene. Conoscevo tutti, avendo fatto tre quarti di stagione con la Bahrain nel 2023. Però partire da zero è un’altra cosa. A livello di allenamenti ho aumentato le ore rispetto allo scorso inverno. Per essere pronto al Tour Down Under ho fatto più intensità in un periodo nel quale non ero abituato. 

Una pedalata al mare in pantaloncini e maglietta, mentre in Italia le temperature sono vicine agli 0 gradi
Una pedalata al mare in pantaloncini e maglietta, mentre in Italia le temperature sono vicine agli 0 gradi
Com’è stato?

Non mi sono trovato male, non ero abituato e quindi facevo molta più fatica anche a wattaggi bassi. Poi mi sono adattato e mi sento bene, pronto. 

Meglio essere in corsa o al ritiro?

All’inizio ero preoccupato nel venire qui senza troppo preavviso, la notizia è arrivata velocemente e avevo paura mi precludesse un po’ i prossimi impegni. Invece devo dire che sono sereno. Sono qui al caldo, corro e la cosa non mi dispiace affatto. 

Sul braccio sinistro i segni della caduta di Buratti durante la prima tappa del Tour Down Under
Sul braccio sinistro i segni della caduta di Buratti durante la prima tappa del Tour Down Under
Che aspettative hai per il Tour Down Under?

So che la condizione non sarà al 100 per cento, ma non sono preoccupato. Dovrò stringere i denti, consapevole che non punterò a risultati particolari. La corsa è impegnativa, è un categoria WorldTour. Si andrà forte, ma le distanze sono contenute: si rimane intorno ai 140 chilometri per tappa. Sforzi da 3 ore o 3 ore e mezza. 

La gamba com’era dopo il Criterium?

Buona, per quel che può valere una gara di un’ora. Siamo andati a tutta e sono soddisfatto di come ho risposto. Ora tocca pedalare e guardare avanti, il 2024 è appena iniziato.

P.S. Durante la prima tappa del Tour Down Under, Buratti è stato vittima di una caduta negli ultimi 10 chilometri. «Una scivolata in discesa – ci ha detto – ho qualche escoriazione e un po’ di botte ma nulla di grave. Lo possiamo definire un incidente del mestiere (dice ridendo, ndr). E’ stata una prima tappa molto calda, con media di 40 gradi e massime di 45. Questo ha reso il tutto più difficile, i ritmi non sono stati elevati, ma il caldo ha comunque inciso sulla fatica».