Albanese e i piccoli passi in avanti fatti con l’Arkea

24.02.2024
4 min
Salva

Al Tour des Alpes Maritimes si è messo in luce Vincenzo Albanese, il quale ha conquistato due terzi posti e il secondo nella classifica finale. Una corsa a tappe breve, appena due frazioni, però insidiose, con tanto dislivello. Un terreno dove Albanese ha stupito, più gli altri che se stesso a dire la verità (in apertura foro Getty Images). Il neo corridore dell’Arkea-B&B Hotels si trova a casa, risponde al telefono in uno dei brevi momenti di vita domestica. 

«Sono in giro per commissioni – ci dice dalla macchina – ho una settimana libera (risata, ndr) dove posso sbrigare delle faccende da comune cittadino. Sabato (oggi, ndr) parto di nuovo, per andare a correre la Faun Drome Classic. Sarà una trasferta breve, lunedì sarò già di ritorno perché settimana prossima ho Laigueglia e Strade Bianche».

Nella prima tappa Albanese ha resistito sulle salite e si è giocato la vittoria in volata
Nella prima tappa Albanese ha resistito sulle salite e si è giocato la vittoria in volata
Intanto in Francia sono arrivati due bei piazzamenti…

Il bilancio è positivo: due terzi posti e il secondo nella generale al Tour des Alpes Maritimes. Le tappe erano molto mosse, non semplici. La prima, in particolare, era piuttosto impegnativa. La seconda, invece, era più tranquilla. In questo momento sto parecchio bene, non ho paura delle salite, in particolare di quelle trovate proprio in Francia.

Che salite erano?

A fine gara mettevano sempre 3.000 metri di dislivello nelle gambe. Non facile, però mi sono trovato parecchio bene. Le sensazioni erano buone. Le salite erano le mie, dove riesco a esprimermi al meglio. Tra i 5 e i 7 chilometri. E’ capitato di affrontarle già in partenza, ma ho risposto ottimamente

Nella seconda tappa solo Cosnefroy e Paret-Peintre hanno anticipato Albanese
Nella seconda tappa solo Cosnefroy e Paret-Peintre hanno anticipato Albanese
Hai lottato con corridori più leggeri di te: nella seconda tappa ti hanno anticipato Cosnefroy e Paret-Peintre, che pesano 5 chili in meno. 

In questi anni, specialmente negli ultimi tre, sono migliorato parecchio su questi percorsi. Ho trascurato più gli sprint e ho migliorato la resistenza in salita. Ormai nel ciclismo moderno serve andare forte in salita. Attenzione però, non mi sono snaturato, mantengo comunque un buono spunto veloce. Cosa che, in uno sprint ristretto, mi permette di giocarmi la vittoria. 

Sono cambiati i tuoi allenamenti?

Non particolarmente. Ho fatto più e più volte queste salite di media distanza, mi sono abituato a pedalarci sopra. Qualche lavoro specifico l’ho aggiunto e ho perso qualche chilo. Faccio pochissima palestra, quindi mi manca un po’ di esplosività. Non sono nato velocista puro, quindi è stato facile decidere di concentrarmi sulle salite. 

E’ cambiato altro?

Nel tempo sono cresciuto fisicamente. Cinque anni fa non ero strutturato in questo modo. Piano piano ho aumentato il dislivello in allenamento e la resistenza. 

L’Arkea in testa al gruppo, dietro di loro, ben coperto c’è Albanese
L’Arkea in testa al gruppo, dietro di loro, ben coperto c’è Albanese
Rispetto al 2023 sono cambiate delle cose?

Non tante. Mi sento meglio io. Sono cresciuto di un gradino fisicamente, sto bene. Nel ciclismo non si inventa nulla, bisogna allenarsi al massimo e fare una dieta ben bilanciata. In squadra siamo seguiti molto bene, cosa normale rispetto ad una professional. Essere nel WorldTour vuol dire avere più mezzi e materiali, ma anche un personale specifico che ci segue e che lavora per te. 

Anche in gruppo la differenza si vede?

In gara contano le gambe, questo sempre. Non è che attaccare il numero su una maglia WorldTour o professional non cambia, sei sempre te. 

Nel WT la qualità della rosa è migliore e questo permette una migliore gestione della corsa (foto Instagram Tour des Alpes Maritimes)
Nel WT la qualità della rosa è migliore e questo permette una migliore gestione della corsa (foto Instagram Tour des Alpes Maritimes)
Però in gruppo ci sono delle gerarchie…

Se metti una maglia WorldTour stai davanti. Al contrario, se hai addosso una maglia di una professional stai dietro. Per le posizioni è importante: prendere una salita tra i primi venti o in fondo al gruppo cambia. In certe gare, soprattutto quelle mosse, una buona posizione permette di risparmiare. Anche se, va detto, che ora il nonnismo è meno. Se uno va forte in testa al gruppo ci può stare anche con la maglia di una professional.

Un conto è da solo, un altro è con la squadra accanto.

Vero. Al Tour des Alpes Maritimes ero l’uomo di punta e avere quattro compagni che ti tengono davanti ti proteggono fa tanta differenza. In Francia la nostra squadra era giovane, quindi mancava un po’ di esperienza, ma le qualità ci sono. Lo step in più è anche in questo: se corri in una WorldTour, in teoria, la qualità della rosa è migliore. Non è sempre detto, ma dovrebbe essere così. Insomma, correre con una squadra WT ti dà tante piccole cose, che aiutano a esprimersi meglio.