Chissà cosa passa nella mente di Alessandro Da Ros, della Sc Fontanafredda. Il giovane juniores sabato scorso conquistando il Trofeo Emozione, non ha solo vinto una corsa, ma si è anche guadagnato uno stage con la Bahrain Victorious. E questo, in prospettiva, potrebbe valere molto, molto di più.
Ma certo un trionfo è sempre un trionfo, tanto più se in salita. Tanto più se al termine di una corsa su un tracciato duro, come quello proposto dal Trofeo Emozione. Da Pordenone a Piancavallo con nel mezzo le salite di Clauzetto e Forcella Claupa, prima appunto dell’arrampicata finale dove vinse anche un certo Marco Pantani.


Idea tutta friulana
«L’idea – racconta Adolfo Sacchetto, presidente della società organizzatrice, Asd Emozione – è nata da me e dal mio socio, Andrea Favot. Io sono un educatore, lui è uno sportivo esperto di ciclismo e così abbiamo voluto unire l’utile al dilettevole. Volevamo offrire ai ragazzi non solo l’esperienza sportiva della gara, ma fargli vedere anche il mondo dei pro’».
Il gancio con la Bahrain Victorious non è stato immediato. Di mezzo ci sono stati altri due intermediari, uno dei quali è stato Alex Corazza, per quello che è un progetto tutto “made in Friuli”, come vedremo.
«Alex – riprende Sacchetto – è un bravissimo ragazzo che ha smesso di correre a causa della leucemia. E’ arrivato fino agli under 23. Lui conosceva bene Enrico Gasparotto. All’epoca Enrico non era ancora in Bora-Hansgrohe, ma con le sue conoscenze si è mosso presso diversi team e alla fine la Bahrain ha accolto questa nostra proposta.
«Dopo Artuso e Miholjevic, quest’anno è venuto Franco Pellizotti. Abbiamo chiuso il cerchio si può dire».


Fatica e vita
Sport come educazione, come insegnamento alla vita… questo conta moltissimo per Sacchetto nel suo Trofeo Emozione. La fatica insegna qualcosa, secondo lui, e anche se sul momento non la si capisce poi lascia qualcosa.
«Anche il percorso che proponiamo è duro non per caso – spiega Sacchetto – Questo perché la vita e lo sport sono complicati. E’ il legame che c’è tra loro. E noi vogliamo metterlo in risalto».
Secondo Sacchetto i ragazzi al via sono consapevoli di questa opportunità. E questo li aiuta a mettersi in gioco ancora di più.
Per il resto il Trofeo Emozione si propone di essere un po’ diverso dalle altre gare juniores, anche nell’organizzazione. L’accoglienza alla vigilia, i premi, i 200 volontari che per la maggior parte sono ragazzi anch’essi… Insomma si cerca di parlare un linguaggio differente.


Pellizotti in ammiraglia
E poi c’era appunto Pellizotti. Il “Delfino di Bibbione” ha preso la cosa sul serio e ha seguito la gara dall’ammiraglia, quella griffata Bahrain-Victorious chiaramente.
«Eh sì – racconta con piacere Pellizotti – ero in gruppo con la nostra auto. Andavo sulle fughe e nella salita finale ho seguito i primi quattro».
«Non so bene i dettagli di questo accordo, li ha curati tutti Miholjevic. E’ lui che si occupa di queste cose, però posso dire che per noi si tratta di un secondo colpo per quanto riguarda i giovani.
«Dopo l’accordo con il Cycling Team Friuli, che è la nostra continental, abbiamo stretto questo legame con il Trofeo Emozione che per noi è importante sul tema della ricerca dei giovani. Non abbiamo i budget di Jumbo-Visma, UAE Emirates o Ineos-Greandiers, però è un modo per dare un’occhio a qualche ragazzo, di farlo crescere con noi e soprattutto con la nostra mentalità. E’ un’opportunità per lui e per noi».
Percorso duro, ma a Piancavallo si saliva dal più dolce versante del lago di Barcis (foto Bolgan) Sulle rampe finali sono andati via in quattro. Nell’ordine: Brancalente, Volpato, Da Ros e Scalco… (foto Bolgan) Prima della volata finale vinta da Da Ros su Matteo Scalco
Percorso duro, ma a Piancavallo si saliva dal più dolce versante del lago di Barcis (foto Bolgan) Sulle rampe finali sono andati via in quattro. Nell’ordine: Brancalente, Volpato, Da Ros e Scalco… (foto Bolgan) Prima della volata finale vinta da Da Ros su Matteo Scalco
Che possibilità!
Al via di una corsa così impegnativa chiaramente il numero dei partenti non era altissimo. Anche Pellizotti ci spiega che vista l’altimetria molte squadre non hanno portato i (tanti) corridori veloci che hanno in rosa. Però il livello era molto buono.
«Prima del via – racconta Pellizotti – sono andato a salutare un po’ di gente, qualche amico, e a parlare con qualche direttore sportivo… Ho ritrovato, per esempio, Eros Capecchi, che era con la rappresentativa dell’Umbria e mi ha fatto un sacco piacere, e fatalità, ho parlato anche con il diesse del ragazzo che ha vinto.
«Il suo tecnico mi ha detto che stava bene. Mi ha detto che non era un super vincente, ma che si piazzava spesso e stava attraversando un buon momento di forma».
E adesso? Adesso Alessandro Da Ros completerà la sua stagione e a gennaio volerà in ritro con la Bahrain-Victorious.
«E’ il secondo anno che un ragazzo verrà con noi in ritiro – dice Pellizotti – Questo non significa che sarà dei nostri, sia chiaro. Lo scorso anno, Raffaele Mosca, venne con la sua bici e la sua divisa, però appunto visse questa esperienza. Fu in camera con Mohoric, se ricordo bene».