Un inglese sul Bianco. Impresa di Golliker a Pré de Pascal

13.07.2023
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COURMAYEUR – Il Monte Bianco si può toccare con un dito dalla radura di Pré de Pascal. Il ghiacciaio del Miage ogni tanto – sin troppo spesso ahinoi – scarica blocchi di ghiaccio. Il boato rimbomba per tutta la Val Veny rompendone il tipico silenzio della montagna. Poco dopo a rompere questo silenzio è il fiatone di Joshua David Golliker che, ciondolante, si arrampica sino a quota 1.912 metri di questo spettacolare arrivo del Giro della Valle d’Aosta. Un inglese sul Bianco, un po’ come i pionieri dell’alpinismo. Tra l’altro oggi la tappa è partita proprio davanti la casa delle guide alpine di Courmayeur.

Se ieri l’antipasto era stato leggero, oggi ecco una prima tappa cattiva, durissima. Al via ci si chiedeva perché ci fossero poche squadre italiane presenti a questa gara. Una delle motivazioni addotte da più direttori sportivi è che la corsa è troppo dura e pochissimi team nostrani hanno l’uomo adatto per un tracciato tanto esigente. Forse è così, forse no, ma di certo il Valle d’Aosta non è mai stato troppo morbido.

Non solo salite, il Valle d’Aosta si conferma corsa dura sotto ogni aspetto (foto Alexis Courthoud)
Non solo salite, il Valle d’Aosta si conferma corsa dura sotto ogni aspetto (foto Alexis Courthoud)

E’ sempre Fdj

Chi invece l’uomo ce lo aveva (e chissà se lo sapeva) era la continental della Groupama-Fdj. Negli ultimi due anni i ragazzi di Jerome Gannat, il diesse, avevano dominato. Ma era un’altra squadra. Una squadra piena zeppa di campioni: da Germani a Martinez, da Gregoire a Thompson…

«Non è quella squadra – ci aveva detto stamattina Gannat – però Rolland Brieuc può far bene e forse anche un altro ragazzino». E l’altro ragazzino non ha fatto bene: ha fatto benissimo.

Joshua Golliker si è reso protagonista di un finale strepitoso. E non solo lungo la scalata finale. L’inglese è scattato quando stavano per riprendere la fuga, ad una decina di chilometri dall’imbocco della salita. Si pensava lavorasse per gli altri visto quanto spingeva forte nel fondovalle.

«Mi è sembrato un buon punto per scattare – racconta Golliker mentre aspetta di andare sul podio – c’era qualcuno della vecchia fuga e ho deciso di spingere forte. In questo modo potevo andare del mio passo e così attaccare la salita con un po’ di margine».

«Cosa pensavo durante la scalata? A niente. Ho spento il cervello e mi concentravo solo sulla cadenza». Una cadenza alta, sempre sulle 80 rpm con il 36×34 come rapporto più leggero sulla sua Lapierre. Una cadenza ottima considerando che spesso si pedalava al 13 per cento con una punta del 20.

Ragazzino terribile

Golliker è un primo anno, è del 2004, così come i primi tre di oggi. E certe prestazioni a questo livello assumono ancora più valore. 

«Joshua ha corso in Francia lo scorso anno – racconta Gannat – con una squadra di Tolosa (Team 31 Jolly Cycles, ndr) ed ha anche vinto. Lo abbiamo adocchiato e alla fine lo abbiamo preso».

«Sì, un po’ sono stupito anche io che sia riuscito a vincere, ma poco. Questa mattina vi avevo detto che avevamo due ragazzi, ebbene l’altro era lui. La scorsa settimana eravamo in ritiro da queste parti e abbiamo provato le tappe di questo Valle d’Aosta. Ho visto che pedalava bene, che stava crescendo molto di condizione. Questo poteva essere un arrivo adatto a lui».

«E poi ha giocato bene le sue carte. Lo scatto in quel punto intermedio nel fondovalle non è stato casuale. David è molto forte, ma non ha la botta secca, non ha il cambio di ritmo. In questo modo è potuto andare via di passo».

Certo che se va così, potrebbe anche tenere la maglia gialla. Ma tutto è da scoprire e lo stesso diesse francese sembra “viverla alla giornata”.

Ultimo chilometro. Faure Prost scatta e guadagna qualche secondo sui diretti avversari. Da segnalare il ritiro di uno dei favoriti: Finlay Pickering
Ultimo chilometro. Faure Prost scatta e guadagna qualche secondo sui diretti avversari. Da segnalare il ritiro di uno dei favoriti: Finlay Pickering

Faure Prost scalpita

Ma dietro i big hanno lasciato fare solo in parte. Va detto che le squadre dei favoriti hanno corso come i pro’. Un grande controllo, ranghi compatti e sgasate potenti nel finale.

E tra i favoriti c’è senz’altro Alexy Faure Prost, francese della Circus-ReUz. Nei 1.500 metri finali ha mangiato oltre 30” a Golliker.

«Oggi sono arrivato secondo dietro a un corridore che ha fatto una buona azione – ha detto Faure Prost – Per me lui non è una novità. L’anno scorso ha corso in Francia, quindi lo conoscevo e so che quando sta bene può fare grandi numeri. Magari non mi aspettavo li facesse a questo livello. Ma è anche vero che ai piedi della salita aveva già un buon vantaggio e ormai era tardi per noi».

Per molti Faure Prost è tra i favoriti, se non il favorito. Lui accetta questa affermazione, ma dice anche che ci sono altri atleti che possono fare bene e poi sono talmente giovani e il percorso è talmente duro, che è difficile fare previsioni. Però…

«Però le gambe stavano bene. Credo di averle sbloccate del tutto nell’ultima salita. Sono fiducioso per i prossimi giorni».

La sfida è appena iniziata, ci aspettano ancora tre giorni di fuoco. Durissimi, affascinanti. E la sensazione è che la Groupama-Fdj venderà cara la pelle.