Una bella notizia per il mondo degli juniores italiani è arrivata con la 21ª edizione del Giro del Friuli Venezia Giulia. Qualcosa di cui si sente la necessità da tempo, una corsa a tappe dedicata a questi ragazzi che crescono e anche in fretta. Si tratta di un passo per appianare quella che è la differenza con l’estero, dove questo genere di corse sono molto più frequenti. Andrea Bessega, della Borgo Molino Vigna Fiorita, si è aggiudicato la maglia di leader finale. E’ la sua prima vittoria in una corsa a tappe.
Partito dalla Francia
Bessega risponde al telefono che sono le 19,30, racconta l’esperienza vissuta in Friuli, la sua Regione, e scioglie la lingua.
«Arrivavo da una corsa a tappe in Francia – ci dice – ero con la nazionale al Trophée Centre Morbihan, una gara di Coppa delle Nazioni. E’ stata la mia prima esperienza in una corsa a tappe, mi ha dato consapevolezza nei miei mezzi. La grande differenza che ho notato è che in Francia la corsa era molto tirata, ho fatto molta fatica. Una cosa dovuta anche al fatto che si trattava di una gara di Nation Cup. Anche in quel caso era composta da tre tappe, ma distribuita in due giorni: il primo abbiamo fatto una tappa da 128 chilometri. La giornata successiva si è aperta con una cronometro individuale e poi, nel pomeriggio, la terza tappa da 115 chilometri».
Vincere in casa
Il corridore della Borgo Molino, classe 2006, è al suo primo anno nella categoria juniores. Ha le idee chiare su quello che gli piace, e l’esperienza che ha accumulato in queste due gare a tappe lo ha lasciato soddisfatto.
«L’esperienza con la nazionale – continua Bessega – mi ha insegnato molto: come imparare a gareggiare in questi scenari. Una cosa che poi ho trasportato al Giro del Friuli è il fatto di non finirsi subito, ma spendere bene le energie. A Morbihan dopo la prima tappa ero stanco, ho fatto una cronometro buona ma non eccezionale. Tra la mattina ed il pomeriggio mi sono riposato bene ed ho recuperato le forze, infatti ho vinto la terza tappa.
«Il Giro del Friuli si apriva con una cronometro a squadre, che siamo riusciti a vincere. La maglia l’ha indossata Cettolin. La tappa di Cimolais era dura ma siamo comunque arrivati allo sprint ed abbiamo lavorato per lui. Tant’è che ha vinto, mantenendo la leadership. A San Daniele il percorso era meno duro ma la fatica dei giorni prima ha fatto la differenza. Io sono rimasto con i migliori nonostante una caduta che mi ha obbligato a rincorrere. Alla fine sul traguardo sono passato per quinto ma ho indossato la maglia di leader».
Imprevedibilità
A parte la cronometro a squadre, Bessega non ha vinto tappe, ma si è portato a casa il Giro del Friuli. Ha giocato sulla costanza, ed ha notato che questo genere di corse aprono diversi scenari.
«Mettere nelle gambe tanti giorni di corsa – chiude – aiuta a migliorare, aumenta la condizione. In più si creano diverse situazioni, che permettono di capirsi e di scoprire nuovi limiti. Nelle corse di un giorno conosciamo tutti le caratteristiche degli avversari, quindi le gare hanno copioni più “impostati”. Nelle gare a tappe subentrano imprevisti differenti, come la stanchezza. Spero di farne sempre di nuove, ed anche l’occasione avuta con la nazionale è stata importante. All’estero se ne fanno tante e la differenza si vede».