Nelle interviste dopo la sua straordinaria vittoria al Giro delle Fiandre, Elisa Longo Borghini non ha lesinato commenti al miele nei confronti del suo direttore sportivo Ina-Yoko Teutenberg, che a suo dire era stata una perfetta regista, dandole i tempi e tracciando sempre la giusta via interpretativa della corsa. Non è la prima volta che in casa Lidl-Trek si sottolinea come la tedesca sia un valore in più, potendo mettere nel conto la sua lunga esperienza raccolta sulle strade di tutto il mondo.
Prima che dirigente, Ina Teutenberg è stata un personaggio importante nel ciclismo femminile, quando ancora era lontano dai fasti odierni, era visto come qualcosa di profondamente diverso da quello degli uomini. Iridata junior nel 1990, Teutenberg, sprinter sopraffina, ha colto in carriera più di 200 vittorie, portando a casa 13 tappe al Giro d’Italia, 6 al Tour de France, un oro iridato a squadre e un bronzo individuale, due titoli nazionali e tanto, tanto altro. Compreso anche un Giro delle Fiandre, la stessa gara rivinta 15 anni dopo, ma in tutt’altra veste.
Sempre impegnata per la sua squadra, Teutenberg è piuttosto schiva con la stampa, ma per una volta ha voluto dire la sua, dopo essere stata chiamata in causa dalla sua pupilla. Riservando anche qualche risposta tagliente…
Rispetto alla tua carriera da ciclista, il lavoro come manager della Lidl-Trek che cosa ti dà di più e di meno?
E’ difficile dirlo in poche parole, considerando che vengo da una giornata fatta di 12 ore di viaggio trascorse fra smartphone e Pc nei momenti di passaggio. Non ci si ferma mai e questo è molto diverso da prima, ci sono mille cose a cui pensare per cui non c’è tempo per dire se è meglio o peggio. E’ solo diverso.
Quanto è cambiato il ciclismo femminile rispetto a quando correvi?
Tanto e non saprei dire se del tutto in meglio, perché oggi c’è un po’ troppa vicinanza al ciclismo maschile, troppa similitudine. Ad alcuni questo piace, ad altri no. Noi facciamo quello che fanno gli uomini, ma con molti meno mezzi a disposizione. E’ sicuramente cresciuto molto rispetto a quando mi sono ritirata, è oggi uno sport molto più televisivo e quindi più seguito, più popolare. Ma con le sue contraddizioni.
Dopo la vittoria nelle Fiandre, Elisa Longo Borghini ha detto che fondamentale è stata la strategia studiata con te. Pensi anche tu sia stata decisiva?
A dir la verità non so perché l’ha detto. Non penso di essere stato il perno della sua prestazione, quando vinci lo fai perché hai le gambe migliori, conta poco quello che ti dicono dalla radiolina. E’ vero però che con Elisa abbiamo parlato molto. In primavera, prima delle classiche, ci siamo sedute e abbiamo analizzato quello che l’aspettava. Volevamo vincere una delle corse principali del calendario e farlo con lei, la sua vittoria mi ha riempito di felicità pensando a tutto quello che aveva passato lo scorso anno. La tattica ha un peso, è vero, ma molto di più è la motivazione insita nel corridore.
Lo scorso anno la Sd Worx sembrava imbattibile, avete studiato le corse del 2023 per trovare le giuste risposte?
Penso che ci sia troppa enfasi su come la Sd Worx funziona e non funziona. Voglio dire, dobbiamo concentrarci su noi stessi, dobbiamo farlo senza guardare al di fuori, contando su quel che possiamo fare. Abbiamo buone atlete, le abbiamo sempre avute e dobbiamo ottenere il meglio da loro. Ciò non ha nulla a che fare con come vanno le altre. Lo scorso anno la differenza così marcata era data dal fatto che abbiamo avuto molta sfortuna, una pioggia di infortuni e quindi non potevamo mai arrivare alle gare con la squadra migliore. Quest’anno è diverso, oltretutto siamo nella stagione olimpica con un evento che cambia tutto. L’importante è che quest’anno abbiamo una squadra sana e forte.
Rispetto alle corse maschili, fra le donne c’è più o meno strategia?
Non mi piace fare paragoni, è semplicemente differente. E’ un discorso che sento spesso ed è davvero noioso. Voglio dire, il calcio maschile e quello femminile sono diversi ma non significa che l’uno sia migliore o peggiore dell’altro. E’ semplicemente diverso.
Com’è la situazione del ciclismo femminile tedesco e perché c’è tanta differenza ad esempio con l’Olanda?
Bisognerebbe chiederlo alla federazione tedesca, a come lavorano nel settore giovanile per favorire la crescita di nuovi talenti. Io mi occupo di altro…
Tua nipote alla Ceratizit e tuo nipote nel devo team Lidl ti chiedono mai consigli?
Non li vedo così spesso. Anche mio nipote, nella squadra development, fa un’altra attività. So però che ha molte persone intorno a lui. Non ha bisogno di chiedermi troppe cose.
Con Balsamo e Longo Borghini studi modi differenti d’interpretare la corsa o lasci loro la scelta?
Sono cicliste con caratteristiche differenti e quindi dobbiamo puntare con loro a gare diverse. E’ importante che per ogni gara ci sia una strategia di base studiata pensando al singolo elemento, perché Balsamo correrà in un modo, Longo Borghini in un altro. E’ importante però che la squadra segua un canovaccio, altrimenti non funzionerebbe davvero.
E’ più difficile impostare una squadra per una classica o per un grande giro?
Penso che sia difficile in entrambi i casi. Certamente in una corsa a tappe devi assicurarti di avere tutti lì per tutto il tempo, che i tuoi leader siano protetti e devi guardare all’obiettivo singolo e a quello complessivo. I ruoli cambiano magari da una tappa all’altra. E’ un impegno non da poco, al quale dobbiamo contribuire tutti, chi corre e chi è fuori.