BORGO VAL DI TARO – «It’s a… Lidl emotion this victory». E’ la stessa Elisa Longo Borghini, giocando col nome del nuovo sponsor della sua squadra, a dare l’incipit per parlare del suo successo. E ne ha ben donde la campionessa italiana perché ormai ci ha preso davvero gusto a vincere gli sprint ristretti.
Nella quarta tappa, la più lunga del Giro Donne, le battute di giornata sono l’ex calciatrice Ewers (la prima ad accendere la miccia e già due volte seconda dietro la Longo ad Emilia e Tre Valli 2022) e la maglia rosa Van Vleuten, che guida la generale proprio sulle due rivali. A 40” chiude il grosso del gruppo regolato da Wiebes, mantenendo quasi fede alle proprie dichiarazioni della vigilia per il successo parziale.
Elisa c’è
A parte due cronosquadre vinte, quella in Val Taro per Longo Borghini è la seconda affermazione personale al Giro Donne. L’altra era stata in Puglia alla penultima frazione dell’edizione 2020 davanti a Van der Breggen. Elisa la possiamo considerare una sostanziosa parte di quel resto del mondo che combatte sempre contro le olandesi di cui facevamo riferimento ieri.
«Per oggi – spiega Longo Borghini mentre ancora sorride per la divertente battuta iniziale – ringrazio le mie compagne, il nostro staff e mando un saluto a Luca Guercilena, il nostro general manager, che è a casa. Questo successo ha un sapore particolare perché è la prima in maglia tricolore con il nuovo marchio del team. E’ stata una giornata un po’ strana. Non avevamo pianificato nulla, dovevamo solo salvare le energie per la tappa di domani e quelle successive. Invece avete visto tutti com’è finita».
Occhi aperti
Quando dopo il gran premio della montagna di Bardi è partita la Ewers in gruppo hanno aspettato di capire come evolvesse la situazione. SD Worx e Jumbo-Visma volevano tenere la fuggitiva a tiro rispettivamente per Wiebes e Vos (poi quarta e quinta). Ma quando la statunitense della EF Education Tibco SVB ha avuto più di un minuto di vantaggio ed era maglia rosa virtuale, gli scenari sono cambiati. Ed ecco la gara ha preso un’altra piega.
«Era chiaro – continua Longo Borghini che indossa anche la speciale maglia azzurra di miglior italiana in classifica – che Annemiek (Van Vleuten, ndr) non avrebbe lasciato la leadership ad Ewers. Di conseguenza mi aspettavo un attacco sull’ultimo gpm e così ha fatto. Ho guardato i suoi movimenti, ho visto che ha messo davanti la sua squadra (la Movistar, ndr) e mi sono messa alla sua ruota. E l’ho seguita.
«Nella tappa di Marradi – prosegue – non ho avuto una gran giornata ma non ho pagato un conto troppo salato come a Cesena l’anno scorso. Il Giro è estremamente aperto. Domani c’è il tappone, è un altro giorno del Giro Donne. Noi della Lidl-Trek abbiamo buone possibilità. Gaia (Realini, ndr) è una grande scalatrice ed io terrò sempre gli occhi aperti, vedendo come va giorno per giorno. Il Passo del Lupo è lontano dal traguardo, ma può certamente spaccare la corsa. Si è visto nel corso degli anni che non c’è paura di attaccare da lontano. In ogni caso onestamente ci penseremo domattina a questa tappa regina».
Lavoro ai fianchi
Seppur si siano corse tre tappe (la cronometro iniziale è stata annullata), l’impressione è che Longo Borghini stia prendendo sempre più le misure a Van Vleuten (e di conseguenza al resto delle rivali) per sferrare un colpo decisivo tra salite e discese. Ogni momento può essere quello buono. Come un pugile che lavora ai fianchi il suo avversario e cerca di stenderlo prima della quindicesima ripresa.
«La tappa di Canelli – conclude – non è da sottovalutare ma la tappa della Liguria è molto dura. Lì verrà scritta definitivamente la classifica generale. Non credo che nelle ultime due tappe in Sardegna cambierà qualcosa. Si farà tutto prima».