Dal Tropico del Cancro ad una stazione sciistica nel cuore dell’Europa. Dal Teide a Gstaad senza soste intermedie. Dopo più di tre settimane di altura sul vulcano di Tenerife, Marta Cavalli fa rotta sul Tour de Suisse Women, che parte domani e terminerà domenica 15 giugno.
In ritiro la cremonese della Picnic PostNL ha macinato chilometri assieme alle compagne Francesca Barale e Pfeiffer Georgi, impostando l’imminente parte centrale della stagione che sarà poi l’ingresso della seconda. Dalle sensazioni alla giornata tipo, Cavalli ci ha raccontato come arriva al prossimo foglio-firma.






Marta come hai affrontato queste settimane di altura?
E’ sempre particolare allenarsi sul Teide. I primi giorni vanno vissuti con calma, cercando di adattarsi. Si parte sempre con uscite a battiti bassi per non stressare il proprio fisico. Abbiamo dormito oltre i 2.200 metri di quota, ma ogni settimana facevamo lavori specifici di intensità ad altitudini diverse e crescenti. Al Teide è tutto accentuato, è quindi necessario dare riscontri costanti e quotidiani.
In che modo?
Al termine di ogni giornata abbiamo fatto un report. Ci siamo sempre consultati con i coach, gli allenatori, il nutrizionista e altre figure. E’ tutto sotto controllo, di stress mentale non ne abbiamo avuto sotto quel punto di vista.


Qual era la giornata tipo?
Sveglia e colazione naturalmente, poi si partiva in bici verso le 10. Gli allenamenti sono andati in base alla tabella che avevamo. Abbiamo alternato blocchi anche da 5 ore, con poche soste o pause caffè, ad uscite da circa 3 ore inserendo esercizi in palestra nel pomeriggio. I massaggi li facevamo solo nelle giornate di riposo, mentre negli altri giorni avevamo un programma di stretching da svolgere in autonomia, con qualche attrezzo.
Col cibo invece come eravate organizzate?
Avevamo il nostro chef che ci preparava tutto in modo personalizzato, specie il pranzo di fine allenamento. In base al lavoro che avevamo fatto in bici, era lui che ci preparava il giusto mix tra carboidrati, proteine e grassi per recuperare. Stessa cosa per la cena in vista del giorno successivo. Durante le attività del pomeriggio era previsto anche una sorta di merenda, anche quella collegata all’allenamento.
Hai lavorato su qualcosa in particolare nelle uscite in bici?
L’intenzione è stata quella di recuperare la grossa mole di lavoro che abbiamo sviluppato. E contemporaneamente velocizzare il lavoro stesso. Di base si partiva con un ritmo medio all’inizio per poi alzarlo, parallelamente alla potenza sui tratti in salita a fine allenamento per simulare un finale di gara. Su questi adattamenti le sensazioni sono sempre crescenti o andate migliorando.




C’è stato il rischio di “monotonia” in questo ritiro?
Fare altura sul Teide significa fare quasi sempre gli stessi itinerari. Si può scendere da due versanti, nord o sud, che poi a loro volta hanno una ulteriore diramazione. Noi tre ragazze partivamo sempre assieme ai tre ragazzi del team maschile (Onley, Barguil e Van den Broek, ndr) poi ci dividevamo per seguire i nostri programmi. Tuttavia con loro abbiamo allenato anche la discesa. Ci siamo trovati in una di queste strade larghe facendo 22 chilometri di discesa a più di 65 chilometri orari di media dandoci i cambi anche a 125 pedalate al minuto. E’ stato importante curare anche questo aspetto perché impari sempre qualcosa di nuovo nel guidare la bici.
Come rientra Marta Cavalli dal Teide?
Non era la prima volta che ci andavo, ma l’anno scorso era un contesto diverso, dove stavo recuperando dall’infortunio. Personalmente ho fatto fatica all’inizio, come sempre, ma negli ultimi giorni avvertivo una gamba diversa. Le prime uscite da 3 ore mi sembravano infinite, invece gli ultimi allenamenti li terminavo bene e con buone sensazioni. L’esperienza mi ha insegnato che è meglio finire i ritiri con un po’ di margine.


Ti aspetti qualcosa in particolare dalle prossime gare?
Domani corro il Tour de Suisse e vediamo che riscontri avrò, senza essermi fissata alcun obiettivo. Successivamente starò a casa prima di concentrarmi sul campionato italiano in linea e sul Giro d’Italia Women. Andrò a provare la crono di Bergamo perché mi piace e perché sarà importante farla bene. Ho puntato tanto su questo ritiro. Solitamente nella seconda parte di stagione vado meglio, spero di raccogliere presto i frutti.