E’ diventato evidente ieri, leggendo le convocazioni della pista: accanto al nome di Elisa Balsamo è indicato quello della Trek-Segafredo e non più quello delle Fiamme Oro. La campionessa del mondo si è dimessa dalla Polizia di Stato, probabilmente alla luce del contratto e per coerenza con lo status di professionista, dando seguito alle parole profetiche di Rubens Bertogliati a proposito di team WorldTour e gruppi sportivi militari.
«Le trattiamo come professioniste – aveva detto lo svizzero a proposito del suo UAE Team Adq – anche se in Italia questa figura non è contemplata, per cui tante ragazze sono inserite nei corpi militari. Sono professioniste al top e con quei gruppi sportivi si riesce a lavorare, ma occorrerà mettere dei paletti per risolvere la cosa nell’interesse delle ragazze. Spero che dal 2023-2024 l’UCI risolva questa anomalia, il professionismo dovrà essere uguale per tutti».
La notizia era nell’aria da un po’, ma per una sorta di riguardo si era deciso di non parlarne. La stessa scelta a suo tempo fu di Giorgia Bronzini, quando la Forestale venne assorbita dai Carabinieri e per continuare a correre da professionista, la piacentina dovette lasciare l’Arma.
Che cosa sta succedendo? La svolta WorldTour minerà uno dei capisaldi dello sport italiano? E in che modo all’interno della Polizia di Stato è stata accolta la decisione di Elisa? Da quel che si capisce parlando con Nicola Assuntore, responsabile dello sport e tecnico del team di ciclismo, il fatto che se ne parli non suscita grossi entusiasmi. E proprio questo fa pensare che il colpo non sia stato lieve.
Che cosa è successo?
Elisa era nelle condizioni di rimanere e, parlando a titolo personale dato che la seguivo dall’inizio, mi è dispiaciuto molto. Ha fatto la sua scelta e ovviamente le auguriamo una grande carriera e di guadagnare molto bene. Ci siamo sentiti, ma visto che non c’erano margini di trattativa, alla fine non c’è ancora stato un incontro. Un vero fulmine a ciel sereno.
Cambia qualcosa nella vostra politica?
Abbiamo iniziato nel 2015, quando il ciclismo femminile era in una nicchia. Le ragazze percepivano rimborsi di 600-700 euro e solo le più forti guadagnavano meglio. Entrare in Polizia era il modo per avere una prospettiva futura di lavoro: diventando un giorno agenti o tecnici nel gruppo sportivo che è cresciuto molto. Per cui iniziammo con la pista e poi la strada, puntando su una serie di ragazze che sono cresciute come Longo Borghini e altre che magari sono state al di sotto delle attese. Ma è lo sport, fa parte del gioco. Con noi corrono ancora Barbieri, Bertizzolo, Cavalli, Confalonieri, Fidanza, Guazzini e Longo Borghini.
Adesso però c’è il WorldTour…
Le ragazze stanno vivendo questa equiparazione con gli uomini per gli stipendi e qualche tempo fa abbiamo iniziato a pensare che lo status di professionista fosse in conflitto con l’appartenenza a un corpo di Polizia. Per cui intervenne il presidente Di Rocco che fece un accordo con l’UCI per consentire il doppio tesseramento. Una particolarità dello sport italiano, questo è vero.
Il sistema funziona?
Alle Olimpiadi di Tokyo, le Fiamme Oro hanno vinto 20 medaglie con 21 atleti (qui il report della Polizia di Stato, ndr). Circa il 50 per cento delle medaglie dell’Italia. Se fossimo una Nazione, nel medagliere mondiale saremmo stati al 17° posto, prima di Spagna e Ungheria. Non abbiamo problemi a seguire atleti di altissimo livello, ma quell’accordo finisce nel 2022 e ora dovremo parlare con il presidente Dagnoni e il segretario generale Tolu per capire se sia rinnovabile. La scelta spetta a loro, non nascondo che a noi piacerebbe arrivare a Parigi 2024.
Il vostro focus sono i Giochi?
Nell’ordine: Olimpiadi, mondiali ed europei. Abbiamo sempre invogliato le nostre atlete a fare la doppia attività su strada e pista. Anzi, per le pistard la strada è comunque una necessità tecnica. Per un po’ avevamo pensato anche di fare un gruppo sportivo autonomo, ma c’erano troppi impedimenti. In ogni caso il nostro logo è un leone stilizzato che tiene in mano una fiaccola olimpica e sotto ha i cinque cerchi. Con l’avvento del WorldTour ci sarà da fare qualche valutazione.
Quali impegni hanno con voi le atlete?
Quello di utilizzare la nostra divisa ai campionati italiani e partecipare al ritiro in altura che di solito facciamo all’inizio dell’estate. Nasciamo per dare supporto all’attività della nazionale e facciamo in modo di non andare mai a sovrapporci a quella dei team.
Come è stata accolta dai vertici più alti l’uscita di Elisa Balsamo?
Ho parlato con il Dirigente Superiore Francesco Montini, il presidente dei Gruppi Sportivi delle Fiamme Oro. Lui è sempre stato lungimirante, ha portato le Fiamme Oro a essere la prima polisportiva in Italia, se non del mondo, con 24 medaglie olimpiche in 7 mesi. Per una sua intuizione abbiamo preso con noi anche Stefania Costantini del curling femminile, tesserata e poi arruolata. Speravamo in una medaglia alle Olimpiadi Invernali di Pechino, non pensavamo addirittura all’oro. E abbiamo parlato molto anche del ciclismo femminile, davanti alla decisione di Elisa, che per ovvi motivi abbiamo preferito non pubblicizzare troppo. Qualunque agente di Polizia può restituire l’uniforme, mettere le tre firme necessarie, prendere la liquidazione e uscire. Ma siamo la Polizia di Stato, non vogliamo diventare la squadra di passaggio fra juniores ed elite, per poi vederle andare se un altro team offre di più.
Cambierà qualcosa?
Investire diventa difficile, se le supporti per anni, diventano forti e te le portano via. Mi dispiace per le nuove leve che non avranno le possibilità avute da altre ragazze in passato. Ci siamo un po’ raffreddati. Gli ultimi ingressi sono stati quelli di Guazzini e Fidanza, ma già un paio di anni fa. Sono cambiate anche altre cose.
Quali cose?
Anche l’uscita di Salvoldi andrà capita. Con lui si era iniziato un bel progetto che ha dato ottimi frutti. Dino è un grande talent scout, un ottimo allenatore e un… pessimo gestore del gruppo. Siamo amici, ci sentiamo spesso e non sapete quante volte gliel’ho detto in faccia. Le ragazze erano arrivate al punto che le Olimpiadi e il mondiale per loro si svolgevano a Montichiari per guadagnarsi il posto. Hanno saputo i nomi per la madison di Tokyo a mezzanotte del giorno prima. La Guazzini doveva esserci. Vittoria sarà il futuro della pista e deve essere secondo me il punto di forza della madison: nessun’altra è in grado di preparare gli sprint come lei. Come Wiggins con Cavendish.
Dovrete parlare con Villa, niente di troppo difficile insomma…
Infatti ci andrò presto. Per noi non cambia nulla, salvo che accanto al nome di Elisa Balsamo non ci sarà più il nostro. Per fortuna sappiamo che le altre ragazze, da Longo Borghini a Confalonieri, passando per Marta Cavalli e Rachele Barbieri, sono intenzionate a restare. Anche Vittoria Guazzini, che di recente ha cambiato procuratori. Alla Trek-Segafredo abbiamo ancora Elisa Longo Borghini e Luca Guercilena tiene a questo rapporto, tanto da mettere il logo della Polizia sulla maglia del club. Allo stesso modo speravamo di arrivare con Elisa Balsamo a Parigi 2024, purtroppo però non sarà così.