Il Giro promuove Cafueri: «CX e strada? Non scelgo…»

14.11.2023
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Riguardando quella maglia bianca, linda e pulita e confrontandola con il tanto fango incontrato lungo il percorso di Follonica, a Tommaso Cafueri sono tornate in mente le immagini dell’europeo della settimana precedente. Era la sua prima uscita nella nazionale come under 23, era partito con tante ambizioni ed era finito indietro: 27° a 4’33” dal vincitore Jente Michels. Il portacolori della DP66 si è rifatto, ritrovando il sorriso dopo aver battagliato a lungo contro gli elite conquistando il simbolo del primato di categoria al Giro d’Italia.

Per Cafueri è un risultato importante, che conferma soprattutto la sua dimensione di corridore multidisciplinare e parlando con lui si nota come vada abbastanza contro quella tendenza di cui si era discusso con il patron del Giro ed ex cittì Fausto Scotti, ossia l’intenzione degli stessi ragazzi, influenzati o meno dai team, di privilegiare la strada.

Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)
Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)

I consigli del preparatore

«Io ci tengo troppo al ciclocross, ne sono innamorato – spiega – e anzi ho scelto il mio nuovo team per la strada, per approdare fra gli U23, mettendo in chiaro che volevo continuare a fare la doppia attività. Per fortuna non ci sono state voci contrarie, sono stato accontentato e questo mi ha dato una nuova carica». Cafueri, è notizia proprio di queste ore, va a rinforzare il roster della Zalf Euromobil Desirée Flor e il fatto che la sua doppia attività sia stata ben accettata è un segnale importante.

A differenza di tanti altri, Cafueri ha sfruttato la parte finale della stagione su strada proprio pensando all’attività invernale: «Mi sono preso un periodo di pausa ad agosto proprio per non arrivare troppo affaticato all’inizio di stagione – dice – le gare della seconda parte le ho affrontate pensando all’inverno, pur senza trascurare il risultato. Mi fido molto del mio preparatore Enrico Licini di 4Perfomance e i risultati ci danno ragione, infatti continuerà a seguirmi anche nella nuova avventura del 2024».

L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo
L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo

Follonica come il Grande Nord

Il cambio di categoria si fa sentire? «Sicuramente. Agli Europei la gara è durata oltre 56 minuti, è un po’ diverso rispetto a quanto ero abituato e ci vuole tempo per ricalibrarsi. Negli ultimi due giri ero davvero a corto di energie e sono quei due giri che cambiano tutto. Enrico comunque mi ha rassicurato, è solo questione di abitudine».

Proprio l’esperienza francese gli ha dato però lo spunto per capire quanto cambia il ciclocross appena si varcano i confini nazionali: «I percorsi cambiano molto, ma io non sarei così critico nei confronti italiani, ci stiamo avvicinando soprattutto in certe occasioni. Lo stesso tracciato di Follonica con tutto quel fango è diventato estremamente duro e all’altezza dei tracciati in Belgio e Olanda: si correva tanto a piedi. E’ chiaro che lì il fango è quasi un “must”, in Italia c’è più varietà, ma molti percorsi rispecchiano il vero ciclocross».

Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)
Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)

Tutto è nato su una mtb

Tracciati che Cafueri dimostra di gradire, come si è visto a Follonica: «Nel primo giro sono anche rimasto davanti per un po’, poi siamo andati via in 4, con Ceolin, Folcarelli e Cominelli. Io a un certo punto ho preferito non rispondere ai continui attacchi degli altri e andare col mio passo, pensando soprattutto alla maglia bianca. Essere primo in classifica è bello, a questo punto credo che proverò a difendere il primato sin dalla prossima tappa a Cantoira».

A questo punto però la domanda viene spontanea: Cafueri è più un ciclocrossista o uno stradista? Intanto si è appena saputo che nel 2024 correrà su strada con la Zalf, ma l’interrogativo resta.

«Me lo chiedono in tanti, per ora direi ciclocrossista in base alla mia storia. Io avevo iniziato con la mtb, poi dopo la categoria allievi mi hanno spinto a provare su strada e mi sono trovato subito bene, con qualche piazzamento il primo anno da junior e un secondo anno di livello maggiore con una vittoria al Giro del Veneto e il successo al Trofeo Commercio Industria e Artigianato a Rignano sull’Arno. Su strada mi sto ancora scoprendo, vado bene in salita e sul passo e sono anche abbastanza veloce, ma devo imparare tanto».

Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)
Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)

Gli specialisti del fango

Intanto a Follonica avevamo lasciato tre in lotta per il successo e la gara grossetana ha riportato in auge Cristian Cominelli, davanti ad Antonio Folcarelli sempre più in rosa, con Cafueri terzo. Un ritorno ai vertici anche fra le donne grazie a Rebecca Gariboldi, in crescita di condizione e che come Cominelli si esalta nelle condizioni di gara estreme, da ciclocrossista tipica, impedendo così la doppietta alla Cycling Café vista la piazza d’onore della Bulleri, mentre la terza, Lucia Bramati si è consolata con la conferma del simbolo del primato.