Niente di normale. Al Tour è tutto grande: la gioia e il dolore

22.07.2023
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Quelle lacrime Mohoric se le porterà dentro finché campa. Lui al Giro di Svizzera non c’era, ma quando ha vinto la tappa di Novo Mesto al Giro di Slovenia e l’ha dedicata a Gino Mader, le sue dita puntate al cielo hanno forse tenuto a bada l’emozione. Ma il Tour è un’altra cosa. In un Tour così veloce, tutto viene spinto all’estremo. La fatica. La fiducia e la sfiducia. Tutto può essere esaltazione e sofferenza. Le sue parole dopo il traguardo in parte le avevamo riportate ieri, ma oggi vogliamo leggerle più in profondità. In qualche misura ci hanno convinto a farlo le parole di Bennati, sul fatto che Mohoric abbia vinto prima con la testa e poi con le gambe. Che cosa voleva dire?

«Essere in grado di seguire l’attacco decisivo – ha raccontato lo sloveno – è stato come sbloccarsi. Quando Asgreen se n’è andato, non lo so, mi è parso così incredibilmente forte. Il giorno prima era andato all’attacco e aveva vinto la tappa, eppure era di nuovo in testa con la determinazione per rifare tutto da capo. E io davvero nei giorni scorsi ho sentito di non essere all’altezza. Invece questa volta l’ho seguito».

Il Col de la Loze è stato una sofferenza, Mohoric lo ricorda con dolore e smarrimento
Il Col de la Loze è stato una sofferenza, Mohoric lo ricorda con dolore e smarrimento
Quanto è duro questo mestiere?

E’ difficile e crudele. Soffri molto per allenarti, sacrifichi la tua vita, la tua famiglia e fai di tutto per arrivare qui pronto. E poi dopo un paio di giorni ti rendi conto che al Tour tutti sono così incredibilmente forti. A volte è difficile seguire le ruote. L’altro giorno sul Col de la Loze ero davvero completamente stanco e vuoto. Eppure sai che devi arrivare in cima, tagliare il traguardo e farlo di nuovo il giorno successivo.

Cosa ti spinge?

Guardo i ragazzi del personale che si svegliano alle 6. Vanno a correre per un’ora e finiscono il lavoro a mezzanotte. Stanno ogni volta a cambiarci le gomme o i rapporti, lo stesso i massaggiatori. Eppure certi giorni ti senti fuori posto, perché tutti sono così incredibilmente forti che fai fatica a tenere le ruote. Sapete a cosa ho pensato oggi per tutto il giorno? Speriamo che quel ragazzo là davanti che sta tirando soffra almeno quanto me…

Quando Asgreen è scattato, sei riuscito a prenderlo…

Sapevo di dover fare tutto alla perfezione e ho fatto del mio meglio. Non solo per me stesso, ma anche per Gino e per la squadra. A volte mi sono sentito quasi di averli traditi, perché non sono riuscito a vincere. E’ solo lo sport professionistico, tutti vogliono vincere. E ovviamente se volevo vincere anche io, dovevo prendere la ruota di Casper e poi provare a batterlo nella volata più corta, dentro gli ultimi 50 metri.

Dove hai trovato la determinazione?

Non lo so. Ho sempre detto che non voglio avere rimpianti quando torno al pullman della squadra. Lo so che non vinco spesso, perché non sono forte come gli altri. Però riesco a mantenere la calma e la concentrazione nei momenti cruciali (Bennati aveva ragione, ndr). E quando Asgreen ha fatto quell’attacco in salita, ho sofferto molto. Però sapevo che era una mossa decisiva e in qualche modo ho trovato la forza mentale per seguirli fino in cima e stare a ruota. Sono stato anche altruista. Ho cercato di dare il mio contributo per tenere lontano il gruppo, perché se non lo avessi fatto, non saremmo arrivati.

Nel gruppo c’era anche il tuo compagno Ben Wright.

A un certo punto mi è dispiaciuto per lui, perché sapevo che non avrebbe avuto possibilità allo sprint, ma ha comunque insistito per portare avanti la fuga, perché anche lui voleva vincere. Quando negli ultimi metri ha attaccato, perché sapeva che era la sua sola possibilità, ero sicuro che Kasper avrebbe reagito perché era di gran lunga il più veloce. E io ho semplicemente seguito la sua ruota e praticamente mi ha lasciato passare. Non ho uno sprint forte, ma dopo una giornata difficile come questa, non si sa mai. E adesso sono felice per me stesso, per la squadra e per tutto quello che è successo nell’ultimo mese.