Un evento a Bolzano poco prima di Natale, il 20 dicembre, per raccontare Just Ride. Così Daniel Oss ha dato appuntamento ai suoi tifosi nello SPORTLER Bike, strizzando l’occhio a Sportful di cui è ambassador, per raccontare il suo viaggio di quest’anno. Era il 2016 quando dopo il Giro d’Italia il trentino prese la bici e partì nel suo viaggio che sollevò qualche stupore. Con quale voglia un professionista si rimette in bici per una settimana dopo aver corso il Giro?
«Non è un segreto – risponde Daniel ridendo – che Just Ride sia nato da una filosofia fatta di leggerezza, rispetto all’attività agonistica fatta a livelli altissimi. Volevo sdoganare la diceria per cui un corridore che va a farsi un giro con le borse è uno che vuole abbandonare. E’ esattamente il contrario. Uno che va a farsi un giro in bici vuole tornare con meno stress nel mondo in cui lavora e che di solito gli richiede la massima concentrazione. Andare in vacanza non è solo volare su una spiaggia alle Seychelles. Si può fare anche quello, anzi l’ho sempre fatto anch’io a Zanzibar. Just Ride è però il modo per continuare a essere attivo. Negli anni capisci che è bello fare anche altro, come andare in bici in questo modo. Conoscere altri lati dell’attività che svolgo da anni».
Così l’evento del 20 dicembre adesso ve lo spoileriamo un po’ noi, in questa serata di chiacchiere spagnole mentre in Trentino fa un freddo cane e qui si esce in maglietta e pantaloncini.
Quest’anno Just Ride ha lasciato l’Italia…
Siamo andati in California, abbiamo fatto la Coast Ride, la classica da San Francisco a San Diego. E abbiamo realizzato un video per farlo vedere in giro, magari fuori dai soliti canali social. Volevamo arrivare dove magari anche Sportful avesse interesse. Per cui a Bolzano faremo vedere il video e poi ci sarà una chiacchierata. Una serata open, non c’è un biglietto d’ingresso. Sarà solo l’occasione per conoscersi e parlare. Vorrei rispondere alle domande, quello che viene, insomma…
Un po’ l’opposto di Just Ride che nasce come pedalata solitaria, no?
L’idea che c’è sempre stata dietro a Just Ride non è mai stata quella di coinvolgere tanta gente da un punto di vista fisico. Era una cosa che volevo fare da solo e non avrei mai voluto avere tanta gente o un gruppone intorno. Il gruppo c’era però sui social, anche grazie ai miei amici da cui Just Ride è sempre stata documentata. Ne abbiamo sempre parlato sui social, sapete quanto è potente Internet in questo senso?
Perché la California?
Con le prime volte ho girato tanto per l’Italia. Poi, dopo averne parlato con Sportful, abbiamo pensato di fare una cosa un po’ più americana, un po’ diversa ma pur sempre conciliabile con il mio lavoro. Quest’anno avevo in concomitanza la possibilità di andare in altura con Peter (Sagan, ndr) nello Utah e così sono partito una settimana prima per fare questa cosa.
Che cosa ti sei portato via da laggiù?
Di quelle strade ho sempre avuto bellissimi ricordi, perché ho sempre partecipato al Tour of California. Anche agli albori di Peter ed era proprio una figata pazzesca. Sono passato anche in posti come Morro Bay, che ricordavo benissimo. Ci avevamo vinto anche una tappa e io avevo preso anche la maglia a pois. Lo scalatore più pesante della California! Tutta la costa, l’Ocean Road da San Francisco e anche il ponte che avevamo fatto in gara. La California è gigante, l’America è gigante.
Hai fatto qualche incontro memorabile?
Ho conosciuto anche tanta bella gente. Abbiamo fatto dei featuring con Chris Cosentino, un cuoco che collabora con Sportful e abbastanza famoso a San Francisco. Ho ritrovato anche il mio amico Virgilio, che si è trasferito da Roma in California trent’anni fa e ha fatto carriera come imprenditore digitale. Oppure Steve Caballero a San Diego, il famoso skateboarder. Lui non sapeva chi fossi, per me era un mito…
Abbiamo visto foto di una Specialized dalla colorazione inedita.
Non l’avevamo fatta per Just Ride, ma l’ho usata perché aveva un senso. Un anno e mezzo fa, Specialized ha lanciato un nuovo modello che si chiama Aethos. E’ molto chiara nei colori, molto pastello, molto leggera. Noi volevamo farla brandizzare e così l’abbiamo portata da un verniciatore di Padova. La Lumar Colors che li fa per tutti.
Che cosa gli hai chiesto?
Di rappresentarci la montagna, l’acqua con un lago, il mare, l’erba. E’ tutto stilizzato. C’è un coniglietto, perché a me piace la polenta e con il coniglio. Ho usato questa bici che è una bici da strada. Gli ho montato solo delle ruote un po’ più larghe per essere sicuro di non bucare. Non mi serviva la velocità e a Los Angeles abbiamo fatto uno switch dall’asfalto per andare su un background di strade sterrate. Delle collinette fighissime da fare con la gravel.
Quanto sei stato fuori?
Il tutto è durato 5 giorni. E’ stata quasi una corsa a tappe, ma siamo riusciti anche a fare qualche giro in più a Los Angeles. Sono andato alla torre di Hollywood, abbiamo anche fatto un po’ i turisti. In fondo erano vacanze, no? Ma adesso basta spoiler, ci vediamo il 20 dicembre a Bolzano!