NAKLO (Slovenia) – Gusto, marchio taiwanese produttore di telai per bici da corsa, ha da poco aperto la sua prima sede europea, più precisamente a Naklo in Slovenia. Un paesino vicino alla città di Kranj dove si respira ancora un clima di tradizioni, colori e sapori tipici di questa parte di mondo. La sede europea di Gusto è stata inaugurata un anno fa e la sua modernità è quasi in contrasto con le strutture intorno, con ancora tante parti realizzate con il legno dei boschi circostanti.
All’interno della sede di Naklo viene ultimato l’assemblaggio delle biciclette che poi saranno distribuite sul mercato europeo. Un lavoro del tutto manuale della durata di un paio d’ore dove i tre meccanici: Andrej, Urban e Mark si dividono il carico. Da qui esce una ventina di biciclette al giorno.


Nuove prospettive
Gusto è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni, complici alcuni successi sportivi legati al Pogi Team Gusto Ljubljana, certamente, ma anche grazie alla qualità dei propri telai.
«La decisione di trasferire una parte dell’attività qui in Europa – racconta Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager – è abbastanza semplice da spiegare. Il ciclismo è un mercato globale, e operando in questo settore da tanti anni Gusto ha voluto espandere i propri confini. Per riuscire a lavorare con continuità con il mercato europeo era necessario stabilirsi nel Vecchio Continente e avere una sede centrale.
«Avere una sede europea – riprende Luka Zele – è importante anche per il mercato asiatico e per l’azienda stessa. Gran parte dell’industria e dell’attività sportiva si concentra qui da noi. Essere vicini agli atleti e ai consumatori ci permette di raccogliere rapidamente i feedback e parte del potere di acquisto che si trova in Europa».




Quali sono le differenze tra il mercato asiatico e quello europeo?
Il mercato asiatico è più orientato verso il ciclismo ricreativo. Un altro aspetto interessante è che in Asia non si vedono molte mountain bike, né biciclette gravel. Di conseguenza distribuire molte bici da strada sul mercato europeo significa prendere una fetta di clientela importante che è ancora affezionata a questa disciplina. Allo stesso modo è utile anche per l’immagine di Gusto in Asia, in quanto facciamo vedere come il nostro brand sia appetibile sul mercato mondiale di riferimento. La combinazione di questi due fattori significa che l’azienda sta crescendo nel suo complesso.
Essere legati da ormai dieci anni a una formazione continental che vantaggi vi ha portato?
Il rapporto tra la nostra azienda e il Pogi Team Gusto Ljubljana è piuttosto stretto. Diciamo che i corridori testano le nostre attrezzature, chiaramente a un livello superiore rispetto agli altri utenti. Un altro motivo che ci spinge a sponsorizzare un team è il marketing e il conseguente ritorno d’immagine, pensate cosa significa per noi il fatto che Pogacar abbia vinto il Tour de l’Avenir con una bici Gusto. Terzo e ultimo motivo è la presenza alle corse, non solo in Slovenia ma in tutta Europa. Da quest’anno anche in tutto il mondo.




Un team che nel frattempo è diventato sempre più internazionale…
Abbiamo avuto modo di creare e far vivere tante belle storie, aiutando molti atleti a raggiungere un livello superiore. Negli anni la squadra si è allargata e sono arrivati corridori australiani, taiwanesi e giapponesi. Anche molti membri dello staff sono passati poi nelle squadre migliori al mondo, nel WorldTour: Ineos, Q36.5 Pro Cycling, Visma Lease a Bike. Per noi avere queste storie da raccontare è un modo per far vedere che il nostro modo di lavorare funziona e sta portando i suoi frutti.
Quanto ha imparato Gusto dal mercato europeo?
In termini tecnici ci sono stati dei feedback importanti con il team. Alcuni piccoli accorgimenti, in particolar modo nel design, che ci hanno permesso di migliorare i nostri telai e le nostre biciclette.
Avete parlato di gravel e mountain bike, Gusto sta pensando di entrare in questo mercato?
L’azienda si è sempre concentrata sulle bici da strada e continuerà così. Allo stesso modo non si può mai sapere cosa comporterà il futuro. Al momento escludiamo il campo delle e-bike e delle mountain bike. E’ possibile vedere qualcosa sul gravel in futuro, che è più simile al ciclismo su strada per certi aspetti.


In che modo vi rapportate con i venditori?
Entrare in un mercato in cui sono già presenti marchi locali ben più noti del nostro non è facile ma abbiamo trovato il modo giusto, a mio avviso. Il rapporto diretto con il rivenditore ci permette di aiutarlo a crescere ed evolvere. Questo lo facciamo attraverso la cooperazione, e non con la competizione. Inoltre i nostri rivenditori non devono fare preordini, ma lavorano con le quantità disponibili e con gli ordini al momento.
Da qui anche l’esigenza di spostare la parte finale dell’assemblaggio in Europa?
Normalmente abbiamo tutte le biciclette disponibili in magazzino e produciamo ciò che viene ordinato con tempi di reazione rapidi. Assemblare in Europa in base alla domanda del mercato è un modo per essere presenti e competitivi.
E’ un sistema che può funzionare anche con numeri più alti?
Certamente, abbiamo già dei piani che ci permetteranno di sostenere una produzione più grande mantenendo lo stesso criterio di gestione degli ordini. Il nostro metodo di lavoro non richiede al negoziante di avere cento o duecento biciclette a magazzino, questa responsabilità ricade su Gusto come azienda. Si tratta di un sistema che ci rende unici e specifici sul mercato.