Europei e mondiali in pista e ancora europei su strada. Da metà luglio ad inizio ottobre, Maria Acuti ha fatto il suo giro in ottanta giorni da un evento internazionale all’altro con la maglia azzurra. Finora per la junior della Biesse-Carrera-Premac è stato un primo anno nella categoria pieno di soddisfazioni.
La 17enne mantovana ha dimostrato di avere un grande feeling col “tic-tac”: quattro vittorie contro il tempo e la seconda posizione al campionato italiano a crono le hanno permesso di guadagnarsi le chiamate in pista nell’inseguimento individuale e su strada nella crono individuale e nel Mixed Relay.
Il suo diesse Andrea Manzini dice che Acuti è cresciuta tanto dall’inizio della stagione anche a livello non sportivo, integrandosi bene e riuscendo ad aprirsi con le compagne. Le convocazioni in nazionale sono state una logica conseguenza e pure un riconoscimento per la sua squadra ed i suoi tecnici, che sono convinti in un suo ulteriore step di crescita nel 2026. Ne abbiamo approfittato per conoscere meglio Maria al rientro dall’europeo in Drome-Ardèche e da oggi impegnata nei campionati italiani in pista a Noto.


Andiamo a ritroso. Com’è andata l’ultima esperienza con la nazionale?
Innanzitutto sono molto contenta per le chiamate sia in pista che su strada. Il gruppo azzurro vale tanto. Il cittì Villa mi aveva detto che mi avrebbe portata in Francia. La crono individuale non è stata semplice. C’era tanto vento, poi il percorso era vallonato con un arrivo al termine di una salita dove probabilmente ho pagato la maggior parte del mio ritardo. Ho chiuso al 14° posto, ma sono felice della mia prestazione e dei dati espressi. Nel Mixed Relay invece siamo state sfortunate…
Cosa è successo?
Noi ragazze siamo partite col quarto tempo fatto dai maschi. Abbiamo trovato subito un buon passo, tanto che al primo intermedio eravamo già risalite al secondo posto. Purtroppo poco dopo Linda nel darmi il cambio a tirare ha preso una folata di vento ed ha ruotato Matilde (rispettivamente Sanarini e Rossignoli, ndr). Linda si è fatta piuttosto male finendo all’ospedale, mentre Matilde aveva solo botte anche se le girava molto la testa.




A quel punto cosa avete fatto?
Innanzitutto eravamo piuttosto scosse, ma dall’ammiraglia mi hanno detto di continuare da sola e di finire la crono con calma o comunque senza rischiare. Ripensandoci col senno di poi, è andata bene perché Linda e Matilde sono cadute ad alta velocità e potevano farsi molto più male. Peccato davvero, perché eravamo in grande recupero e il podio era praticamente sicuro.
A luglio e agosto invece eri stata con la nazionale il pista. Com’è andata?
In entrambe le occasioni ho fatto l’inseguimento individuale. Agli europei di Anadia in qualifica ho ottenuto il quinto tempo e sono rimasta fuori dalle finali. In vista del mondiale ad Apeldoorn sapevo che avrei dovuto migliorare postura e scelta dei rapporti, tenendo conto che la pista olandese è un po’ meno scorrevole rispetto a quella portoghese.


Al mondiale è andata meglio, giusto?
Sì, decisamente. Ho fatto il quarto tempo e mi sono potuta giocare la finale per il bronzo. Purtroppo ho chiuso quarta, ma sono contenta proprio per essere cresciuta rispetto al mese prima all’europeo. Mi sento migliorata nella gestione dell’ansia pre-gara. Ora sono più tranquilla, credo più in me stessa e sono tornata dal mondiale con più consapevolezze.
Raccontaci chi è Maria Acuti nella vita di tutti i giorni.
Sono nata a Borgo Mantovano, ma abito ad Ostiglia dove frequento la quarta classe al liceo linguistico. Studio inglese, francese e spagnolo e la media dei voti è buona. Mi piacciono molto le lingue straniere e dopo la maturità vorrei continuare a studiarle all’università. Mi piacerebbe impararle bene, magari attraverso materie sportive. Vedremo più avanti che indirizzo prendere.




Invece com’è nata la passione ciclistica?
Ho iniziato a correre da G0 (o PG, la categoria promozionale dei giovanissimi, ndr) con la Mirandolese vedendo mio fratello che già gareggiava nei G4. Da giovanissima sono stata in un po’ di società attorno a casa mia, poi da esordiente sono stata alla Valcar fino alla chiusura. Il primo anno da allieva l’ho fatto alla Gioca in bici Oglio Po, il secondo col Sovico-Vangi. Ora sono alla Biesse-Carrera-Premac e rimango qui anche l’anno prossimo.
Te la aspettavi così la prima annata da junior?
Ho dovuto prendere le misure alla categoria, anche perché ho avuto un po’ di difficoltà in inverno. Da maggio lavoro con il preparatore Michele Dalla Piazza e mi sto trovando bene. I miglioramenti sono arrivati subito. A crono ho sfruttato le mie doti da passista ottenendo buonissimi risultati. Mi aspettavo di fare qualcosa di più su strada.
Su cosa lavorerai per l’anno prossimo?
Devo migliorare in salita e abbiamo già stilato un programma invernale. Questo mi potrebbe permettere di tenere meglio in più gare e magari poter sfruttare lo spunto veloce in gruppetti ristretti. Vorrei vincere qualche corsa su strada, non solo a crono.


La stagione sta volgendo al termine. Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine?
In questi giorni correrò i campionati italiani in pista sia nell’inseguimento individuale che a squadre. L’intenzione è di vincere entrambe le gare. Ci sarà poi il campionato italiano cronosquadre e l’obiettivo è salire sul podio. Per il 2026 vorrei fare bene al Piccolo Binda, riconfermare la convocazione ad europei e mondiali in pista, dove dovrei entrare anche nel quartetto. Ed infine provare a guadagnarmi ancora una maglia azzurra ad europei o mondiali su strada sia per le crono che per le prove in linea.