Il soggetto è avere una bici aerodinamica, la bici protagonista è Drali Iridio. Una bici che mette da parte qualsiasi compromesso, è dedicata a chi ama spingere forte e tenere la velocità alta, una di quelle biciclette da “trattare male” per sfruttarne a pieno le potenzialità. Iridio è uno di quei mezzi che, più gliene dai e più ti dà.
Muscolosa, voluminosa e scolpita, oggettivamente bella e con molti dettagli di pregio, ricercati e distintivi che la rendono unica. L’abbiamo provata e ci ha colpito positivamente in diverse situazioni.


La Drali Iridio del test
Una taglia 54 con un valore alla bilancia (rilevato e senza pedali) di 7,3 chilogrammi netti, considerando anche i due portaborraccia RaceOne (non in carbonio). Un peso comunque molto contenuto se consideriamo anche le ruote Fulcrum Speed 57, un vestito perfetto per questa bici, che al tempo stesso non è votato ad una leggerezza pronunciata (è necessario sottolineare che le Speed 57 sono leggere, pur avendo un’altezza di 57 millimetri, con un peso dichiarato di poco meno di 1500 grammi). Le ruote sono gommate Continental GP5000 (copertoncino) da 28 con camera d’aria in butile.
Trasmissione Shimano Dura Ace 52-36 e 11-30 (senza power meter), la sella di Selle Italia SLR kit carbonio. Il reggisella full carbon specifico per Drali Iridio, il cockpit integrato Drali anch’esso in carbonio (bello da vedere ed anche in questo caso perfettamente in linea con il concept espresso dalla Iridio). Il prezzo di listino parte dal kit telaio ed è di 5290 euro.




















Le peculiarità di telaio e forcella
Drali Iridio adotta una fibra in alto modulo (HM) con laminazione esterna MRB. Partendo dal tubo sterzo che adotta il suffisso Speed Taster. Adotta una sorta di rastrematura/svasatura centrale che si ispira ai telai in acciaio degli anni novanta e smorza leggermente la muscolarità della Iridio. Design e forme dei tubi sono influenzate dai dati NACA, con variazioni sul tema dovute alla personalizzazione fatta in casa Drali. Il seat-post è una lama se osservato frontalmente ed è assecondato da un blocchetto di chiusura integrato/nascosto nell’orizzontale. E’ disponibile con due arretramenti, 24 e zero off-set. Un buon range di scelta e la disponibilità dell’arretramento zero, a nostro parere, è fondamentale per questa categoria di bici e considerando le tendenze attuali della biomeccanica.
Il passaggio per le gomme, anteriore e posteriore è garantito fino a 34 millimetri di larghezza. Non in ultimo la forcella tutta in carbonio, con foderi sottili e arrotondati frontalmente che nella parte bassa mostra un design asimmetrico e le asole di sede dei perni sono ben fatte, integrate in modo ottimale.








Due anni di sviluppo e un blend di soluzioni
Per contestualizzare ancora meglio la Iridio abbiamo chiesto anche a Manuel Colombo di Drali, strettamente coinvolto nel processo di evoluzione dell’azienda lombarda, così come nello sviluppo di bici e tecnologie produttive.
«Tutto il processo che coinvolge la Iridio – spiega – dal suo disegno alla produzione, è complesso e molto articolato. La bicicletta non è completamente prodotta in Italia come la Opale, ma è una sorta di blend produttivo italo/asiatico. Siamo intervenuti utilizzando le nostre skills in quei punti dove siamo realmente bravi. Ci siamo avvalsi di un partner asiatico, capace di mettere sul piatto standard produttivi e di tecnologie di altissima caratura per sviluppare quelle sezioni dove le tecnologie a noi disponibili non ci permettevano di raggiungere l’eccellenza.
«Questa scelta – prosegue Colombo – non è stata dettata dal risparmio. Inoltre, Drali Iridio è stato ed è per noi un esercizio che va ben oltre il proporre una bici aero concept, ma ha l’obiettivo di accontentare l’utente considerando aspetti tecnici che non sono esclusivamente legati alla sola aerodinamica».




La nostra prova, i nostri feedback
E’ rigida e si sente parecchio, super performante anche per quello che concerne le geometrie. Ha un angolo del piantone molto dritto e uno sterzo piuttosto verticale che contribuisce ad accorciare il passo complessivo della bici al di sotto del metro di lunghezza. Per essere una taglia 54 di categoria aero, la Iridio è una bici corta. Agile e super scattante in diverse situazioni, ma è sulla capacità di mantenere alta la velocità il frangente dove fa la differenza. E’ bella tosta sull’anteriore, quanto sulla sezione centrale e in tutto il retrotreno.
Paga qualcosa in salita quando le pendenze vanno in doppia cifra per lunghi tratti, ma diciamo che non è il suo ambiente ideale e non è pensata per stare troppo tempo con il naso all’insù. Per avere una sorta di doppio confronto, l’abbiamo usata anche con ruote da 55 (le DT Swiss ARC 1100 Dicut di nuova generazione), oltre ad averla provata con un profilo da 45. Pensiamo al tempo stesso che proprio un cerchio da 45 sia il limite da considerare per la Iridio, scendere ulteriormente significherebbe snaturare il carattere della bicicletta.
Stabilità da primato, quasi inaspettata in discesa e nei cambi di traiettoria repentini. Inaspettata non perché la bici si mostri fuori equilibrio, semplicemente perché la rigidità ha un prezzo e una bici aerodinamica non è scontato che sia così stabile, precisa e anche facile da portare alla corda (in tutta sicurezza) come lo è la Iridio.




In conclusione
Gran bel mezzo, bici aero superlativa e super tirata in fatto di resa tecnica. Rigida e tanto grintosa, con una geometria marcatamente corsaiola che non lascia nulla al caso, non lascia nulla per strada. Non è una bici da passeggio ed una di quelle biciclette da vestire con l’abito adeguato, ovvero le ruote medie/alte. La performance che mette sul piatto va ben oltre il valore della bilancia e per sfruttarla al pieno delle potenzialità bisogna avere qualche malizia, far correre la bici e avere qualche watt aggiuntivo nelle gambe per stare su di giri.