Mondiali ed europei: straordinari in vista per Longo Borghini

29.08.2025
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Marco Velo sta seguendo il Tour de l’Avenir delle ragazze. Il conto alla rovescia dei mondiali è scattato da un pezzo. La recente apertura a un organico completo per le elite e (ad ora) la presenza di una under 23 nella gara a loro dedicata, rende l’osservazione del cittì molto dettagliata. Gli europei molto duri appena una settimana dopo impone una suddivisione attenta dei nomi, in base alle attitudini. Ma se Marco Villa può prevedere due gruppi distinti, per le ragazze la scelta è più obbligata e passa per un solo nome: quello di Elisa Longo Borghini.

«Beato lui che ha questa abbondanza – sorride Velo – io dovrò confermare l’80 per cento del blocco. Non ho tante ragazze per percorsi simili, per cui chi fa il mondiale sa che poi potrebbe fare anche l’europeo. Si rientra il lunedì mattina all’alba e chi fa la strada il mercoledì deve partire, perché il sabato si corre».

Velo è il cittì delle donne. Fino allo scorso anno era il tecnico delle crono: qui con Affini agli europei vinti ad Hasselt
Velo è il cittì delle donne. Fino allo scorso anno era il tecnico delle crono: qui con Affini agli europei vinti ad Hasselt
Si è detto che Elisa Longo Borghini sarà il nome di riferimento…

Le ragazze che fanno il mondiale sono state informate, però adesso è prematuro fare i nomi. Longo Borghini sarà il faro della nazionale, detto questo l’europeo e il mondiale hanno due percorsi che le piacciono tantissimo e che sono alla sua portata. Lei sa benissimo di avere questa responsabilità, ma è un’atleta che sa reggere queste pressioni. Lo ha dimostrato in tutti gli anni della sua carriera (in apertura l’arrivo della campionessa italiana nella Kreiz Breizh Elites Féminin vinta ieri a Callac, in Francia, ndr).

Chi corre la strada dovrà fare anche le crono? Longo Borghini non sembra intenzionata a farla.

Le cronometro da quest’anno sono una faccenda di Villa. Lei ad oggi non dovrebbe fare la crono, ma non so se Marco riuscirà a convincerla. Io non ho alcuna preclusione, perché arrivo dal settore crono. Con Marco ci siamo parlati e si arriverà alla decisione più giusta per tutti.

Che cosa sai del percorso della strada?

L’Europeo siamo andati a vederlo dopo la tappa di Valence al Tour, la seconda vinta da Milan. Per il mondiale invece non siamo andati, però sono riuscito ad avere dettagli precisi della salita. Non dico metro per metro, ma almeno cento metri per cento metri. Con Stefano Di Santo, l’ingegnere che fa le mappe del Giro d’Italia, abbiamo incrociato tutti i profili Strava della gara che hanno fatto sul percorso a inizio stagione e sono usciti dettagli delle salite del circuito finale. Le donne e gli under 23 lo faranno per undici volte. E’ un percorso duro, sono salite non durissime e non lunghe. Parliamo di 5-6 minuti, però una dietro l’altra, con un dislivello vicino ai 3.000 metri. Forse un po’ meno dei 3.200 che dichiara l’UCI.

Dopo aver annunciato di non voler correre il mondiale, Pauline Ferrand Prevot è tornata sui suoi passi
Dopo aver annunciato di non voler correre il mondiale, Pauline Ferrand Prevot è tornata sui suoi passi
E’ tanto più duro di Zurigo?

E’ disposto diversamente. Zurigo aveva salite più lunghe, queste sono più corte: sono 11 giri e quindi il dislivello è superiore. In più a Zurigo c’erano dei tempi di recupero maggiori. Quando arrivavi al lungolago, c’erano 4 chilometri di pianura. A Kigali è diverso, è molto più tecnico, più nervoso, oltre ad essere un mondiale lungo. Sono circa 165 chilometri.

La presenza di Pauline Ferrand Prevot è una brutta notizia oppure si poteva pensare che sarebbe venuta?

Forse non è il suo percorso, ma ho visto che nella prima tappa del Tour, ha accelerato ed è rimasta da sola. Se ci sarà una corsa dura, sarà una brutta cliente. Ci sarà da vedere se avrà recuperato dopo un Tour che secondo me per lei è stato estenuante. Il tempo per recuperare c’è tutto, però guardando gli uomini, non sempre chi è uscito dalla Vuelta al mondiale ha fatto la differenza. Il Grande Giro ti dà resistenza, ma ti toglie un po’ di potenza.

Per mondiali ed europei l’idea è di avere un solo leader o ci sarà un piano B?

Andremo con ragazze che hanno fatto bene altrove, ma è anche vero che al massimo livello non abbiamo grosse alternative al piano A. Sicuramente, come ho detto prima, la mia idea è quella di far correre tutte per una.

Silvia Persico, decisiva per il Giro di Longo Borghini, ha al suo attivo il bronzo ai mondiali 2022
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Più duro l’europeo oppure il mondiale?

Il mondiale non l’ho visto, se non su carta. Invece l’europeo è veramente duro. Sono due percorsi impegnativi, anche troppo, mentre secondo me bastava parlarsi e trovare un punto di incontro. Sapendo che ci sarebbe stato un mondiale tanto duro, si poteva immaginare un europeo che premiasse un altro tipo di corridore. Senza contare che se Pogacar li vincesse entrambi, nessuno vedrebbe la maglia di campione europeo. Forse non si sono resi bene conto della durezza dell’europeo. Quando siamo stati intervistati dopo il sopralluogo di luglio e abbiamo detto che ci è sembrato durissimo, ci hanno telefonato per dirci che avevamo esagerato.