I risultati non dicono sempre tutto. Prendiamo ad esempio la stagione di Andrii Ponomar e della Petrolike. In particolare la presenza della squadra messicana alla Volta a Portugal che già di per sé è una gara atipica, articolata su 10 giorni, una delle più lunghe in assoluto al di fuori dei grandi giri. Guardi il cammino del team, noti che l’ucraino è uscito di gara dopo 5 tappe e pensi che sia stato un altro capitolo negativo della sua carriera. Nulla di più sbagliato, ma per capirlo bisogna ascoltare, conoscere.


Al ritorno dal Portogallo Andrea Peschi, diesse alla guida dell’ammiraglia nell’occasione lusitana, fa il punto e traccia un bilancio che, per il team, è positivo e illuminato dal successo di tappa dell’immancabile Jonathan Caicedo: «E’ una gara impegnativa, dove ci sono quasi tutti i giorni dai 35 ai 40 gradi, un caldo pazzesco. E dove le squadre portoghesi vanno molto forte, perché in base a risultati che fanno durante la Volta ao Portugal dipende tanto il loro sopravvivere, il budget che avranno. Noi è il secondo anno che partecipiamo, è andata bene sotto certi punti di vista perché abbiamo vinto la tappa più importante con Jonathan e abbiamo chiuso settimi in classifica con Cadena».
Non tutto però ha funzionato a dovere…
Effettivamente dall’altro lato della medaglia c’è che l’abbiamo terminata in 3 sui 7 con i quali siamo partiti. Due ragazzini giovani alla lunga sono crollati e Ponomar che era uno dei corridori sui quali puntavamo ha fatto una bruttissima caduta in discesa, fortunatamente senza gravi conseguenze. Peccato, perché sembrava essere in condizione, aveva anche tentato una bella fuga solitaria nella seconda frazione e ci avrebbe fatto divertire con il passare dei giorni.


Proprio a proposito di Ponomar, si era detto all’inizio stagione che chiamarlo era un po’ una scommessa per rilanciare un atleta che ha un indubbio talento. Finora come stanno andando le cose?
Non è stato molto fortunato. Ha fatto due o tre brutte cadute, fortunatamente con conseguenze poi limitate, ma questo ha fatto sì che non si potesse esprimere come avrebbe dovuto, sfruttando tutto il potenziale che ha dimostrato al Giro dell’Appennino, ossia di essere di essere un corridore di una classe superiore nel panorama della nostra Continental, perché comunque è arrivato secondo dietro a Ulissi e davanti a Velasco. Ha enormi doti, speriamo che la fortuna l’assista in questo finale di stagione.
Come lo vedi anche fuori dalle gare, concentrato, impegnato, che crede ancora nelle sue possibilità?
Crede molto in se stesso, così come crediamo noi sulla sua ripresa. Ma ci sono delle cose sulle quali bisogna lavorare a livello caratteriale, come si va a porre a volte su certe dinamiche. Comunque rispetto a quando è arrivato, è migliorato sotto tutti i profili quindi stiamo andando per la strada giusta. Il potenziale non lo scopriamo noi, quindi speriamo che con un po’ più di esperienza, di maturità e di fortuna riesca a tirar fuori quei risultati che gli competono.


In una squadra praticamente sudamericana, lui come si è integrato?
Fin dall’inizio bene, non c’è solamente lui che non è sudamericano, abbiamo tre italiani e un ragazzo irlandese. Andrii sin dal primo mese che abbiamo trascorso in Spagna con le prime gare a Maiorca si è subito dimostrato un ragazzo che ha la capacità di relazionarsi, anche a dispetto della lingua. Le prime difficoltà sono state superate brillantemente.
Nel suo caso pensi che anche tutto quello che è successo nel suo Paese, con il padre coinvolto nel conflitto abbia pesato anche in lui in questi anni?
E’ un ragazzo caratterialmente molto forte perché veramente dopo varie cadute che ha fatto altri magari si sarebbero arresi. Del coinvolgimento del padre del conflitto stesso me ne ha parlato, ma evitiamo l’argomento per non mettere come si suol dire il dito sulla piaga. Dimostra ogni tanto di avere delle preoccupazioni, ma che sono logiche per una situazione che attualmente è veramente drammatica nella sua nazione, quindi il sentimento che ha verso questa cosa viene camuffato spesso durante le gare, ma traspare in alcune occasioni.


Dove vi vedremo ora?
Intanto ben 4 nostri ragazzi sono in gara al Tour de l’Avenir con la nazionale messicana, noi come team faremo il GP di Kranj dove tornerà Ponomar dopo la caduta in Portogallo e tutto il calendario italiano dove contiamo di portare a casa risultati importanti. Finora abbiamo colto 7 vittorie che non è poco, ma vogliamo allungare la lista e magari Andrii può aiutarci in questo.