Ludovico Mellano risponde con voce ferma e pacata, senza averlo faccia a faccia sembra di parlare con una persona ben più grande dei diciotto anni che porta sulla carta d’identità. I baffi appoggiati sopra le labbra, spessi e folti, danno un senso di vissuto. Sotto a questi però brilla un sorriso giovane, dolce e che racchiude speranze e sogni di un ragazzo al suo primo anno under 23. Marino Amadori, il cittì della nazionale, lo ha voluto con sé all’Orlen Nations Grand Prix. Mellano non lo ha deluso, vittoria di tappa (in apertura foto Tomasz Smietana) e secondo posto in classifica generale.




Un impegno dopo l’altro
Gli impegni e i giorni quando si è giovani passano velocemente, il ragazzo che è arrivato tra gli under 23 con il devo team della XDS Astana ora è alla Ronde de l’Isard. In Francia farà ancora esperienza e metterà chilometri nelle gambe. Al Giro Next Gen non ci sarà. Mellano stringe le spalle, sa che non tutte le esperienze possono arrivare al primo anno. Questa se la godrà più avanti.
«Ora correrò in Francia – ci ha raccontato alla vigilia della Ronde de l’Isard – perché la squadra ha voluto testarmi in questo tipo di gare. Non so nemmeno io come reagirò a sforzi più lunghi e su salite così impegnative. E’ comunque un bel banco di prova e sono curioso di vedere come andrà (nella giornata di ieri, venerdì, Mellano ha vinto la terza tappa della corsa francese, ndr)».


Per essere il tuo primo anno da under 23 sei partito davvero forte…
Sì, ho cominciato a correre in Grecia a inizio marzo. Si è trattato di una partenza “soft” con un livello non troppo elevato se lo paragoniamo alle gare in cui mi sono messo alla prova ora. E’ stato un buon test per scoprire come ci si muove in gruppo e per vedere la mia reazione su distanze ben più impegnative rispetto alla categoria juniores.
Com’è andata?
Non ho sentito troppa differenza. Tra gli under 23 le gare si svolgono in maniera molto più ordinata e questo mi ha permesso di arrivare nei vari finali con forza nelle gambe per fare gli sprint. Penso che il merito sia da attribuire al nuovo metodo di allenamento.
Raccontaci…
Durante l’inverno ho fatto molti chilometri, concentrandomi tanto sul volume. Anche i lavori specifici sono diventati ben più impegnativi e intensi. Al momento il mio preparatore è Alberto Nardin, abita vicino a casa mia (Cuneo, ndr) e spesso mi segue durante le uscite. Per me è una cosa ottima.


Nello specifico cos’è cambiato?
Ho introdotto molti più lavori sulle salite, quindi sforzi medio-lunghi. Negli allenamenti specifici, come i 30/30 o i 40/20, mantengo un’intensità più alta a fine ripetuta. Quindi una volta finito l’ultimo scatto mantengo un ritmo abbastanza alto, per simulare la gara. All’inizio è stato faticoso ma il mio corpo si è adattato bene, tanto che con il passare del tempo ho sentito una gamba diversa, piena.
Ti aspettavi di raccogliere subito questi risultati?
L’inverno l’ho passato bene, questo ha sicuramente contribuito in maniera positiva alla mia condizione. Correre con periodi strutturati, e non ogni fine settimana, mi ha permesso di avere dei picchi di forma. Al Piva e al Circuit des Ardennes sentivo di stare bene, infatti sono arrivati degli ottimi risultati. Proprio dopo la prima gara in Francia, Marino Amadori mi ha contattato dicendomi che ci sarebbe stata la possibilità di correre in Polonia con la nazionale under 23. Nello stesso periodo sarei dovuto andare con i miei compagni in altura, ma la possibilità di vestire la maglia azzurra era troppo ghiotta.




Sei anche riuscito a vincere…
E’ sempre bello. Riuscire a farlo all’esordio in una nuova categoria è uno stimolo importante e una bella soddisfazione da togliersi. Sinceramente mi aspettavo di fare bene, dagli allenamenti vedevo numeri davvero incoraggianti. Già dalle Ardenne avevo visto che se avessi voluto emerge avrei dovuto spingere quei watt.
Però un conto sono i numeri e un altro le sensazioni in gara.
In Francia e al Piva ho capito di doverci credere e che se lo avessi fatto mi sarei potuto giocare le mie chance. Ecco, non credevo di poter vincere, ma di entrare tra i primi con un bel piazzamento sì. Sicuramente è stato un ottimo step in vista del futuro.
E adesso?
Dopo la Ronde de l’Isard farò la maturità e infine mi tufferò nella seconda parte di stagione.