Bonifazio, la bici e la difficile arte di rifarsi una vita

17.01.2025
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A Diano Marina ci sono 15 gradi e l’inverno si sopporta bene. Niccolò Bonifazio è appena rientrato da due ore di bici e dice di aver fatto la giusta quantità di fatica. Tutto il resto dell’essere corridore non gli manca, così precisa ridendo con quel parlare a strappi e battute che lo ha accompagnato in ciascuno dei tanti anni da corridore. Sulla bici c’è salito che aveva otto anni e ne è sceso a fine stagione che ne aveva 31, con 21 vittorie nel paniere. Persino giovane, secondo gli standard di qualche anno fa, forse meno rispetto ai ragazzini di cui s’è popolato il gruppo.

La vita dell’ex

Com’è la vita dell’ex? Com’è smettere dopo un anno come l’ultimo, in cui il sogno del Giro d’Italia è crollato portando con sé i destini dei corridori della Corratec? E che cosa significa doversi inventare un futuro a 31 anni? Lui si fa una risata quando gli chiediamo se abbia già pensato a che cosa farà da grande e inizia a parlare.

«Sono grande ormai, mi sa – dice il ligure, ritratto in apertura da Claudia Girardiho trent’anni, ma noi corridori abbiamo un vissuto intenso. E’ una cosa che tanti sottovalutano. Me ne accorgo adesso che esco con i ragazzi della mia età e noto le differenze. Le gare sono in giro per il mondo, siamo sempre in giro: è la vita dello sportivo. Siamo andati dovunque, abbiamo corso dovunque, ci siamo trovati in mille situazioni complicate. Si cresce prima, si matura alla svelta. Quindi cosa vorrei fare da grande? Adesso sto collaborando con un’azienda che si chiama Officine Mattio. Ci saranno degli eventi, delle novità per i prossimi mesi e per un po’ farò parte di questo gruppo e poi vedremo se continuare. Diciamo che è una fase di passaggio, anche per capire bene le cose».

Niccolò Bonifazio, classe 1993, è passato pro’ nel 2014 con la Lampre. Dopo Bahrain, Trek, TotalEnergies, Intermarché e Corratec
Niccolò Bonifazio, classe 1993, è passato pro’ nel 2014 con la Lampre. Dopo Bahrain, Trek, TotalEnergies, Intermarché e Corratec
Te la sei presa comoda?

Diciamo che ho preso un periodo sabbatico. Non ho pressioni, non voglio iniziare qualcosa se non mi piace ed è bello poterlo fare. Qui in Liguria non c’è molto, Diano è un paese, quindi la vita è tranquilla. Si sta bene. In generale va tutto bene. La vita da non ciclista è qualcosa di nuovo, soprattutto perché per me il ciclismo è durato tanto. Ho fatto tutte le categorie, mentre adesso ti trovi corridori che iniziano a 15-16 anni e per forza sono più freschi. E’ cambiato un po’ tutto, no?

Avresti continuato ancora un po’ se avessi trovato le condizioni giuste?

A dire la verità, con le condizioni giuste, sì. Ho sempre dimostrato di saper vincere, però le squadre vogliono volti sempre nuovi. Io cosa posso dire? Nell’ultimo Giro d’Italia che ho fatto, nel 2023, ho fatto dei buoni piazzamenti. L’anno prima avevo vinto. Magari in qualche caso sarebbe bastato indirizzare meglio le energie, ma non ho rimpianti. Cosa vuoi farci? Undici stagioni sono abbastanza…

Ti sei già abituato alla vita da non ciclista?

Eh no, ci vorrà ancora un bel po’. Ho provato a stare senza bici per tre mesi e alla fine ci sono rimontato sopra. In ogni altro tipo di sport che fai, a livello energetico non consumi come la bici. Posso correre per dieci chilometri, posso andare per quattro ore in palestra, ma non è come pedalare. E’ proprio un lavoro diverso fisicamente ed è anche un fatto psicologico. Pedalare è un piacere, lo fai con gusto, non so come spiegarmi. C’è l’aria, c’è il vento, sei connesso con la natura: una cosa che negli altri sport è un po’ più difficile.

Finito di correre, Bonifazio ha iniziato a collaborare con Officine Mattio (immagine Instagram)
Finito di correre, Bonifazio ha iniziato a collaborare con Officine Mattio (immagine Instagram)
Forse è anche il modo di non troncare completamente con quello che hai fatto per una vita?

Adesso posso dire di sì, in realtà però per i primi due mesi è andata bene. Poi ho iniziato a perdere un po’ di muscolo e ho cominciato ad andare in palestra, passando da 70 a 80 chili. Non ho messo su grasso, ho provato a fare cose differenti per non andare in bici. Però alla fine sono dovuto tornare. Ho già fatto due uscite e ho proprio una sensazione di piacere, devo continuare ad andare. Piano piano forse un giorno staccherò…

Tuo fratello Leonardo aveva un negozio di bici e ha smesso anche lui. Farete qualcosa insieme?

Aveva un negozio qui a Diano, poi l’ha ceduto al socio per ricominciare a correre. Adesso invece lavora anche lui per Officine Mattio, in Piemonte. E’ un bel progetto, loro ragionano molto su scala mondiale, non solo sull’Italia. Stanno crescendo piano piano, è un bel prodotto molto apprezzato all’estero. Tante cose in Italia non sappiamo apprezzarle, ma in giro per il mondo il Made in Italy è sempre ben gradito. E io con loro, come dicevo, magari farò qualche evento e magari riprenderò a viaggiare un po’, ma non troppo. Negli ultimi anni quello che è stato veramente duro sono stati gli spostamenti, non tanto l’andare in bici.

Qual è stato il periodo più bello nella tua carriera da corridore?

Mi sono trovato molto bene con la squadra francese, la TotalEnergies, lì ero tranquillo. I francesi hanno molta passione, mi hanno fatto riaccendere. Poi facendo il Tour de France, mi è ritornata un po’ della voglia che avevo da bambino, la stessa grinta. Infatti sono state delle buone stagioni.

La tappa di La Cote Saint André alla Parigi-Nizza del 2020 resta una delle più belle vittorie di Bonifazio
La tappa di La Cote Saint André alla Parigi-Nizza del 2020 resta una delle più belle vittorie di Bonifazio
Hai qualche rimpianto, qualcosa per cui ti mangi le mani?

Nel 2020 c’è stato il Covid, che ci ha costretto a ripartire da capo. Avrei voluto vivere appieno quell’annata, perché avevo vinto a inizio stagione al Saudi Tour e poi anche una tappa alla Parigi-Nizza, prima che tutto si fermasse. Già il 2019 era andato bene, con sette vittorie e il terzo posto nella tappa finale del Tour a Parigi. Avrei voluto fare un grande 2020, perché ero motivato e concentrato, invece il Covid ha fermato tutto. Dopo la ripresa feci poche corse. Mi ultra allenavo per arrivare in condizione, invece non l’ho mai trovata. Correndo poco perché non c’erano tante corse, tutti i programmi sono stati rivisti anche da parte della squadra. Quella è stata una vera sfortuna.

Comunque sia, hai sempre vinto.

Gli unici due anni in cui non ho vinto sono stati il 2017, al primo anno con la Bahrain-Merida quando feci cinque podi e tanti piazzamenti, e poi lo scorso anno. Si puntava sul Giro, come evento principale: peccato che all’ultimo sia saltato, i piani sono andati a farsi benedire ed è scesa anche la tensione. Ci siamo ritrovati a fare corse di secondo piano, con dei ragazzi giovani un po’ troppo spericolati. Non parlo di quelli del WorldTour, che mi sembrano un po’ più consapevoli del rischio.

Ad alto livello si rischia meno?

Sarà un caso, ma in 11 anni facendo grandi corse, ho preso rischi infiniti facendo le volate, eppure sono caduto pochissime volte. Media di una volta all’anno, che è pochissimo. In volata non sono mai caduto. Adesso invece ti trovi in corsa con dei ragazzi che a 150 chilometri dall’arrivo passano sui muretti per guadagnare una posizione. Ti viene da dire: siamo connessi? Forse qualcuno dovrebbe aiutarli a centrarsi meglio.

La doppia vittoria nella Grote Prijs Jef Scherens (2019-2021) è stata la conferma delle doti di Bonifazio sulle strade del Nord
La doppia vittoria nella Grote Prijs Jef Scherens (2019-2021) è stata la conferma delle doti di Bonifazio sulle strade del Nord
Quando ti passerà la Sanremo sotto casa, ti affaccerai per vederla?

Sarò dove andavo a vederla prima di iniziare a correre. Sono uno molto abitudinario, per cui andrò nella curva dove si sono sempre riuniti i miei amici. E’ la curva dove c’è il monumento della Milano-Sanremo su Capo Berta. E’ l’unico monumento dedicato a quella corsa e si trova in questa curva che si affaccia proprio su Diano Marina, che è il mio paese. La riunione è lì, quando correvo li vedevo sempre. Tutti gli anni ci trovavamo in quel posto per vedere la corsa sin da quando ero piccolo. Magari ci vedremo proprio lì, se passerete davanti alla corsa…