Julius Johansen, atleta danese classe 1999, è passato dalla Sabgal/Anicolor, formazione continental portoghese, al UAE Team Emirates (in apertura foto Instagram). Un salto di ben due categorie, se così vogliamo definirlo. Ma cosa ha portato la squadra numero uno al mondo a prendere un corridore da una formazione continental? Questa domanda la rivolgiamo direttamente a Joxean Matxin, capo dei tecnici del team emiratino.
«A noi – spiega subito – serviva un corridore che si potesse mettere in testa al gruppo e tirare. Un ragazzo in grado di svolgere il lavoro fatto da Sjoerd Bax la scorsa stagione, come lui questo ruolo lo hanno ricoperto Bjerg e Laengen».
Al fianco dei campioni
Per essere la squadra numero uno del ranking e collezionare 81 vittorie non basta solo avere il più forte corridore al mondo, o i più forti. E’ importante anche che all’interno della formazione ci siano coloro che possano permettere ai capitani di restare tranquilli e sereni. Ragazzi in grado di mettersi in testa al gruppo e controllare la corsa, gestendo i vari momenti.
«Siamo una squadra piena di campioni e leader – aggiunge Matxin – ma abbiamo anche bisogno di atleti in grado di fare questo tipo di lavoro. Johansen lo conosco da quando era junior e ha vinto il mondiale di categoria nel 2017 davanti a Rastelli e Gazzoli. Non è uno sconosciuto, so quanto vale e da dove viene. Conosco la sua carriera e il suo passato».
Ha avuto una crescita lineare da dopo il mondiale, poi qualcosa si è inceppato.
Ha grandi numeri, è un corridore in grado di fare bene anche su pista. Negli scorsi anni ha passato un po’ di problemi, ma le caratteristiche ci sono. Dopo la vittoria iridata da juniores ha corso in una continental, poi è passato alla Uno-X (una professional, ndr) per arrivare alla Intermarché nel 2023. Lì è rimasto per due stagioni. Alla fine la squadra lo ha lasciato fuori per il 2024 ed è ripartito da una continental.
Con quali prospettive lo avete preso?
Quelle dette prima, ma anche che sia un atleta sul quale possiamo contare per tutto l’anno. Che possa coprire eventuali assenze dovute a cadute o malattie, una figura in grado di bilanciare bene la squadra. Può anche entrare a far parte del treno di Molano.
Siete stati chiari con lui, come con tutti?
Assolutamente, sa di cosa abbiamo bisogno e perché è qui. Il suo ruolo è ben definito e per me e la squadra questi corridori sono fondamentali. Avere un ragazzo che può tenere in mano una corsa di 200 chilometri è una risorsa essenziale. Così come lo sono Novak e Majka in salita. Ci sono tanti corridori che non si vedono e non portano punti, ma senza di loro non saremmo qui.
Pensi che Johansen possa esprimersi al meglio da voi?
Sì perché non sono atleti che prendi con l’obiettivo che possano farti risultati, ma per qualità e quantità. Qui avrà un ruolo definito. Per un atleta come lui correre in una professional o una continental non è l’ideale. In quelle squadre ti chiedono di portare risultati, ma se non sei abituato non rendi.
Qualcosa ha vinto…
Da giovane, quando era junior e under 23. Nel 2024 con la Sabgal/Anicolor ha vinto qualche gara nazionale e ha fatto bene alla Volta a Portugal. E’ un corridore importante a livello di dati, comunque anche a cronometro va bene.
Come caratteristiche fisiche può sostituire Bax, che è andato via?
Sono simili fisicamente. Johansen è alto due centimetri in più di Bax e pesa un chilo in meno. A numeri assomiglia più a Laengen. Poi essendo un buon cronoman avrà le sue chance in questa disciplina. Siamo sicuri che sa ciò che deve fare ed è pronto per farlo.