Giacomo Nizzolo

Per Nizzolo una Timemachine rigidissima

16.10.2020
4 min
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La bicicletta del Campione Italiano ed Europeo Giacomo Nizzolo è una BMC Timemachine Road dalle spiccate qualità aerodinamiche e molto rigida. Abbiamo approfondito gli aspetti tecnici di questa specialissima sia con il Responsabile di BMC che segue i team professionistici Simone Toccafondi che con lo stesso Giacomo Nizzolo.

Proprio Toccafondi ci ha subito svelato una qualità importante delle bici BMC.
«Il Timemachine Road – ha detto a bici.PRO – deriva direttamente dalla Timemachine da cronometro e presenta molti concetti aerodinamici a partire dai due portaboraccia integrati nel tubo obliquo e tubo verticale. Le forme dei tubi sono pensate per ottenere e mantenere le alte velocità».

Sterzo Bmc Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate dei tubi del Timemachine
Sterzo Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate del Timemachine, che favoriscono l’aerodinamica

Sintesi fra rigidità e comfort

Questa caratteristica rende in apparenza il Timemachine Road molto rigido, però Toccafondi aggiunge un aspetto importante: «Il Timemachine, così come tutti i modelli stradali di BMC compresa la gravel, gode della tecnologia TCC, Tuned Compliance Concept, che permette di trovare il giusto compromesso fra rigidità e comfort. Questa tecnologia si concretizza con un’applicazione specifica dei fogli di carbonio, che permette di assorbire meglio le vibrazioni verticali conferendo maggiore comfort al corridore, e al tempo stesso di ottimizzare il trasferimento della potenza e mantenere la bicicletta più aderente al terreno e quindi più scorrevole».

Nome Giaco
Il nome del campione lombardo ben in evidenza
Nome Giaco
Posto nella parte superiore del tubo orizzontale il nome del campione lombardo

Ruote Enve a profilo differenziato

Un altro punto forte della bici di Nizzolo sono le ruote Enve 5.6 con profilo differenziato fra anteriore e posteriore, il primo è più basso mentre dietro è maggiore. Lo stesso Nizzolo ci ha svelato il perchè di questa scelta.
«La ruota davanti più bassa – ha spiegato il milanese a bici.PRO – che impatta per prima con l’aria, assorbe meglio le turbolenze e fa arrivare un flusso d’aria più pulito alla ruota posteriore, inoltre le trovo un ottimo compromesso fra velocità e leggerezza utile in salita».
Anche in questo caso il risultato è una maggiore velocità e scorrevolezza.

La scelta dei tubeless Vittoria

Un altro punto molto interessante è nei pneumatici, infatti Nizzolo ci ha svelato che: «Sto usando i pneumatici tubeless di Vittoria, con i quali sento di avere un grip molto elevato e una scorrevolezza ottima».

Ampia Scelta di rapporti

Passando alla zona della trasmissione, il Team NTT equipaggia le sue biciclette con lo Shimano Dura Ace Di2, con la guarnitura Rotor e catena KMC. Nizzolo ci ha dichiarato: «Solitamente uso come rapporti un 52-42 all’anteriore e una cassetta posteriore 11-30, però quando devo affrontare una tappa alpina o una gara con delle salite lunghe e impegnative cambio il 42 con un 39 o 36, in modo da salvare meglio la gamba favorendo l’agilità e a volte cambio anche la bicicletta, utilizzando il Teammachine SLR che è un po’ più leggero e ha geometrie più adatte alle salite lunghe».

Volata Nizzolo
Il manubrio è più stretto nella parte alta
Volata Nizzolo
Dalla visuale frontale si vede bene il manubrio con gli appoggi chiusi verso l’interno

Un manubrio insolito

Infine il manubrio, un componente che ci ha incuriosito molto e di cui abbiamo chiesto informazioni sia allo stesso Nizzolo che a Simone Toccafondi. Se lo si guarda frontalmente salta subito all’occhio che le leve dei freni sono chiuse verso l’interno, un pò come usa fare anche il giovane Remco Evenepoel.
«Il manubrio che sto usando – ha confermato il campione europeo – ha una forma particolare, infatti è più stretto nella parte alta e più largo nella zona della presa bassa. Questa forma mi permette di essere più aerodinamico e di avere più leva quando sono in presa bassa durante una volata».
Se vogliamo estremizzare un po’ il discorso per capire meglio, riprende il concetto dei manubri gravel. Simone Toccafondi ha aggiunto che «pur non essendoci uno studio su larga scala che dica che il manubrio più stretto sia meglio, in realtà la tendenza va in questa direzione in quanto i corridori che l’hanno applicata hanno ottenuto ottimi risultati con numerose vittorie». Ovviamente con un manubrio di questo tipo gli appoggi superiori, dove ci sono le leve freni, sono montati seguendo la linea della curva manubrio e quindi assumono una forma a chiudersi verso l’interno. Che sia l’inizio, dopo i freni a disco, di una nuova evoluzione tecnica?