Skudo è una delle novità della gamma Rudy Project, un prodotto eccellente per fattura, cura dei dettagli e il rapporto tra la qualità ed il prezzo. Lo abbiamo provato insieme ad una delle versioni degli occhiali Defender, dotati di lenti fotocromatiche ImpactX.
Possiamo considerare il Rudy Project Skudo come la versione meno costosa del top di gamma Egos. Per contestualizzare meglio i il nuovo casco e gli occhiali, abbiamo chiesto a Massimo Perozzo del reparto marketing di Rudy Project.
Qual’è il concept principale dal quale nasce il casco Skudo?
L’idea iniziale che ha dato vita allo Skudo è stata quella di avere un casco compatto, con un fitting ben aderente e molto aerato. L’idea era quella di avere un casco con molte delle caratteristiche dei top di gamma ma con un prezzo più contenuto.
Per quanto concerne la costruzione, quali sono le differenze principali rispetto all’Egos?
Ci sono alcune differenze più visibili, come ad esempio la mancanza della chiusura con il magnete. Lo Skudo internamente ha un’imbottitura unica, mentre l’Egos ha la soluzione che in Rudy Project chiamiamo FreePad ed il mold non è in doppia densità. Lo Skudo è proposto in due taglie, mentre l’Egos in tre. Ma è giusto sottolineare una serie di soluzioni identiche.
Quali sono?
Ad esempio l’Airframe Band per incanalare l’aria. Il divisore e anche il Retention System, tutti fattori che nell’insieme fanno dello Skudo un prodotto di alta qualità.
A chi si rivolge lo Skudo?
Lo Skudo a livello di specialità è un casco che si è subito distinto per essere in linea con le categorie road e gravel. A livello di target è rivolto a chi cerca un buon casco, con ottime caratteristiche di comfort e con un prezzo accessibile.
Passando invece agli occhiali. La lente fotocromatica ImpactX, quali sono i suoi tempi di reazione?
L’attivazione della lente dipende dall’intensità dei raggi che la colpiscono. Mediamente si parla di circa 1 minuto per raggiungere l’80%-90% della sua attivazione totale e il restante 10%-20% nei successivi 30 secondi. La disattivazione è decisamente più lenta. Gli occhiali fotocromatici che infatti vengono consigliati per specialità dove il cambio di luce è frequente, ad esempio l’off-road, di norma hanno le lenti rosse HDR in modo da far risaltare le differenze cromatiche anche se la lente è ancora attiva.
Un marchio di fabbrica
L’impatto estetico ci mostra un casco arrotondato nelle forme e molto compatto, due soluzioni che nell’insieme lo rendono versatile e ampiamente sfruttabile. Le due ampie asole frontali si integrano perfettamente in un design che richiama i diversi modelli del nuovo corso di Rudy Project, come se fosse un vero e proprio marchio di fabbrica. Inoltre sono anche particolarmente efficienti in fatto di ventilazione, costante e continua. Non solo, perché lo Skudo, nella zona del perimetro della testa ha il mold completamente chiuso, riparato, soluzione di pregio e per nulla comune a questa categoria di prodotti (talvolta non è utilizzata neppure per i caschi top level).
Un sistema dinamico
La vestibilità è quella tipica dei caschi top di gamma dell’azienda veneta. Profondo e rotondo, senza punti di pressioni, ma con una sagomatura laterale e frontale che non danno fastidio alle orecchie e alla zona parietale, ma neppure alla vista verso l’orizzonte. Questi due aspetti sono anche particolarmente utili per poter indossare occhiali con diverse montature.
E’ molto buona anche l’azione e la gestione del sistema di chiusura. La gabbia posteriore è ampiamente regolabile in altezza, mentre la protezione laterale si innesta nella parte anteriore della struttura che funge anche da ammortizzatore. E’ una sorta di componente dinamico che permette di distribuire le pressioni, agendo positivamente sulla calzata, sul comfort e sulla stabilità del casco.
Le nostre impressioni
Il valore tecnico dello Skudo è ben superiore a quello che è il rapporto con il prezzo. Il casco sembra a tutti gli effetti un prodotto della gamma alta, per l’impatto estetico e per come è rifinito nel complesso. Ha una vestibilità che punta al comfort, ma anche la stabilità che mostra è un aspetto da considerare e che lo rende sfruttabile da diverse categorie di utilizzatori. Non disdegna per nulla l’impiego fuoristrada, prima di tutto perché non si muove sulla fronte. La retina frontale, abbinata ai pads, tende a trattenere un po’ di calore, ma è una cosa del tutto gestibile considerando una ventilazione massimizzata anche alle basse andature.
E poi gli occhiali, perché se la novità è il casco, è pur vero che la qualità della lente Rudy Project è qualcosa che merita di essere evidenziata. Una lente fotocromatica che fa parte della categoria 1-3 è una sorta di tuttofare, che non conosce stagione e ambiente, oltre ad una nitidezza e qualità visiva che fa dimenticare di aver indosso degli occhiali sportivi.
In conclusione
Quando ci confrontiamo con equipaggiamenti come lo Skudo e gli occhiali Rudy project, ci rendiamo conto che è possibile avere tanta qualità senza svuotare il portafoglio (il prezzo di listino dello Skudo è di 119,90 euro). Il nuovo Skudo è un casco utilizzabile da tutti, fatto bene e con dimensioni contenute, capace di offrire (sempre) una buona immagine. E’ un casco tutto d’un pezzo, senza tanti fronzoli e sostanzioso. Non è leggerissimo, anche se il valore alla bilancia è all’interno della media della categoria, ma è pur vero che al Rudy Project Skudo non manca nulla per essere confrontato con molti top di gamma.