Fare dell’essere guida cicloturistica un lavoro. Ora è possibile e il Ministero dello Sviluppo Economico ha riconosciuto il termine come una professione a tutti gli effetti. Nel marasma e nell’indecisione che il sistema formativo italiano propone, caos dovuto anche a una figura nata di recente, è opportuno affidarsi a chi è in grado di garantire con serietà e qualità una formazione di questo tipo.
Ecco l’Associazione Guide Cicloturistiche Italiane, un ente di categoria nazionale che rappresenta chi esercita, per professione abituale ancorché non esclusiva, l’attività di Guida Cicloturistica su strada e fuoristrada. I corsi sono fruibili e alla portata di tutti, spalmati in differenti momenti dell’anno con modalità e ore differenti, in base alla tipologia di indirizzo scelto. Ci accompagna alla scoperta dell’associazione e della Scuola Italiana di Cicloturismo il Presidente ed ex Tecnico Federazione Ciclistica Italiana, Paolo Aprilini.
Un settore in crescita
A.G.C.I. ha come oggetto principale la rappresentanza e la tutela degli associati nei confronti di tutti gli Enti pubblici o privati, degli altri professionisti, dei clienti e la tutela dei legittimi interessi degli associati. Tra l’altro, persegue lo scopo di promuovere, sviluppare, gestire e coordinare tutte le iniziative inerenti alla professione e al cicloturismo, affrontandone i problemi legislativi, tecnici, etici ed economici, offrendosi come principale punto di riferimento per i decisori politici e amministrativi.
«Le guide turistiche – spiega Aprilini – permettono di creare una rete di servizio, diversificata a seconda delle divergenze del territorio. In più può essere orientata alla promozione del territorio e alle particolarità come l’agribike, ai ristoranti, vie del vino, prodotti tipici e tanto altro. Se si guardano gli studi ISTAT e altri enti legati allo sviluppo economico, in questi sei anni si vede come i numeri del cicloturismo siano aumentati in maniera esponenziale. Era un tipo di attività che non esisteva, mentre oggi da parte dei turisti c’è una chiara richiesta di professionalità.
«Prima il flusso era rappresentato dai turisti non italiani – prosegue – e si limitava alle zone a Nord della nostra penisola, su tutti il Garda. Oggi questa realtà, grazie a quello che è il progetto europeo delle ciclovie (Eurovelo, ndr), può traghettare una grande massa di cicloturisti in tutto lo Stivale».
La Guida professionista
Un organo tecnico molto importante dell’associazione A.G.C.I. è la Scuola Italiana di Cicloturismo che ha lo scopo di formare le Guide Cicloturistiche, attraverso l’insegnamento di competenze specifiche professionalizzanti da spendere nell’ambito generale dei servizi turistico-ricettivi rivolti al settore dei cicloturisti.
«Al momento – afferma Aprilini – siamo l’unica associazione in Italia riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico. All’interno della nostra associazione, avendo ricevuto la competenza di formare questi professionisti, abbiamo una struttura tecnica che è la Scuola Italiana di Cicloturismo, attraverso la quale facciamo i corsi e formiamo chi lo desidera. Nella situazione piuttosto pionieristica dell’Italia in questo contesto, finora la figura della guida era stata qualificata a diverso titolo da strutture legate all’associazionismo sportivo.
«Noi non rientriamo i questo filone, ma facciamo riferimento al mondo del lavoro. Il professionista deve avere la sua partita Iva, accettare il codice deontologico, quello che viene chiesto per le libere professioni e per questo tipo di servizio alla clientela».
Due corsi al via
«Abbiamo individuato per il momento – dice Aprilini – cinque tipologie di corso. Siamo un’associazione piuttosto giovane, perché a marzo di questo anno compiamo un anno. Al via tra pochi giorni ci saranno due corsi, gli altri saranno comunicati sul sito e canali social durante l’anno».
Il primo è il corso di Guida Cicloturistica, in programma da mercoledì 15 febbraio 2023 a sabato 25 marzo 2023, prevede 96 ore di formazione. Si acquisiscono competenze qualificanti per poter svolgere l’attività professionale di Guida Cicloturistica nel ruolo di “Capo Gita“. L’obiettivo è quello di porsi nel territorio come un punto di riferimento qualificato per chi intenda fare un’esperienza di coinvolgimento nello stile di vita locale e in tutto ciò che ne costituisce l’identità e il carattere. In questo caso la Guida si pone come una vera e propria figura promotrice della realtà territoriale in cui opera, con le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura, soddisfacendo la ricerca dell’originalità e dell’unicità dell’esperienza turistica in bicicletta.
Il secondo è il corso che fornisce competenze tecniche di base per poter svolgere l’attività di Assistente e Collaboratore della Guida Cicloturistica che svolge il ruolo di “Capo Gita”. Questa figura esegue tutte le direttive e le indicazioni della guida ed è di supporto nella gestione del gruppo in escursione. Trenta ore di cui 12 ore di didattica online su piattaforma Zoom: 8 ore di lezioni pratiche in presenza e 10 ore di tirocinio sempre in presenza.
Per i più piccoli
In un mondo che vive la propria quotidianità immerso nella frenesia del traffico e nell’inquinamento, la bici è una soluzione alla portata di tutti. Oltre alle formazioni per far scoprire il nostro territorio in sella, la Scuola Italiana di Cicloturismo ha come scopo anche quello di avvicinare i più giovani e insegnargli a pedalare in sicurezza.
«Attraverso il nostro organo tecnico – conclude Aprilini – vogliamo realizzare nelle Regioni, Province e Comuni, dei centri di cicloturismo legati al territorio, dove una nostra guida sarà il riferimento per accompagnare e anche intrattenere i più piccoli. Proporremo attività in bicicletta di carattere cicloturistico, ma anche formazione ed educazione stradale, attraverso la conoscenza dei luoghi che stanno intorno. La bici come il pallone sono i primi giochi che si ricevano da bambini. Il nostro obiettivo è questo: renderli responsabili e conoscere ciò che gli sta intorno, senza che sia presente l’attività sportivo agonistica».