Il 2025 si è aperto con una grande novità per Titici, in quanto lo scorso 8 febbraio è stata annunciata una nuova partnership insieme al team Arvedi Cycling. L’azienda mantovana fornirà agli atleti della formazione elite e under 23 le biciclette per la stagione appena iniziata. I ragazzi correranno con il modello Titici Alfa, una bici progettata per massimizzare l’efficienza aerodinamica e per questo perfetta per chi è alla costante ricerca della velocità.
L’Alfa nasce da un telaio monoscocca, caratterizzato dal tubo orizzontale PAT10, il più sottile al mondo omologato UCI e dall’innovativa tecnologia DAC (Double Air Channels). Questa soluzione prevede un doppio canale d’aria sul tubo verticale, ottenuto grazie all’avanzato sistema di fissaggio dei foderi alti e alla tecnologia AFT (Aero Flap Technology).
Più leggera
Il progetto nasce dalla già esistente Titici Alfa, che per entrare nel mondo delle competizioni ha subìto qualche modifica al fine di essere ancora più performante.
«Il nostro ingegnere – racconta Marco Compagnoni, general manager di Titici – ha ricevuto l’indicazione di realizzare un telaio estremamente aerodinamico. Abbiamo realizzato il nostro stampo con l’intento di trovare un modo per togliere qualche grammo, cosa non semplice quando si cerca di massimizzare l’aerodinamica. I primi passi tecnici sono stati fatti attraverso dei modelli e dei disegni a computer, successivamente abbiamo stampato un modello e siamo stati in galleria del vento a Silverstone».
Per il design quali sono i punti dove avete lavorato maggiormente?
Direi che le particolarità del modello Alfa sono due. La prima è che siamo riusciti a mantenere il top tube con la forma originale, quindi molto schiacciata. Non era scontata come cosa perché l’UCI ha dei regolamenti molto stretti e restare al loro interno è complicato. Abbiamo dovuto alzare il top tube di un paio di millimetri rispetto al progetto originale ma siamo riusciti nel nostro intento che era quello di mantenere invariata la tecnologia PAT: Plate Absorber Technology.
L’altra particolarità?
La troviamo nel carro posteriore che si connette al top tube tramite due tubi. E’ stato inserito anche un flap nella zona del tubo sella che permette di agganciare ulteriormente il carro posteriore. Una scelta per avere una maggiore rigidità del telaio. In questo modo anche i velocisti del team riescono a scaricare tutta la loro potenza sui pedali.
Anche questa soluzione del flap posteriore è una cosa che avete studiato in galleria del vento?
Assolutamente, è chiaro che la posizione in cui è stato inserito e l’angolazione sono calcolate per avere una risposta aerodinamica. La cosa particolare e che teniamo a sottolineare è che tutto il telaio viene realizzato in un pezzo di carbonio unico. Un procedimento che richiede molto tempo ma allo stesso modo ha diversi pregi, come una grande rigidità e il fatto che risponde ottimamente alle sollecitazioni.
Il design è davvero particolare, anche nella parte anteriore.
Ci siamo dedicati tanto anche alla sagomatura del tubo sterzo, il quale segue perfettamente il flusso dell’aria. Il telaio è stato sagomato in maniera quasi impercettibile a occhio nudo ma il riscontro tecnico è elevato.
Un grande lavoro è stato fatto anche sui componenti.
Ci siamo affidati a Prologo e Vision per offrire ai nostri atleti i migliori prodotti che a nostro avviso potessero massimizzare l’aerodinamica. Ad esempio i ragazzi pedaleranno con le ruote Metron SL 45 e il manubrio Metron 5D Evo.
Le taglie?
Sono le cinque classiche: XS, S, M, L e XL.